Fabrizio d’Esposito, il Fatto Quotidiano 16/2/2013, 16 febbraio 2013
MELANIA, LA MOGLIE DI ANGELO [I
salotti della Rizzoli, tra Feltri e la Polverini] –
Il denichilismo è stato un rigurgito dorato della Casta berlusconiana. Denichilismo nel senso di Melania De Nichilo in Rizzoli, moglie di Angelo e deputata uscente del Pdl. L’ultimo scandalo di “Angelone”, bancarotta televisiva stavolta, da trenta milioni di euro, riserva un ruolo di primo piano a sua moglie Melania, onorevole tacco 12 sempre abbronzata, organizzatrice di feste e cene esclusive ma sensibile, allo stesso tempo, alle pene dei detenuti e dei malati di leucemia. Un fenomeno trasversale il denichilismo, che grazie a Dagospia è diventato un pilastro dei mitici Cafonal. Del resto non poteva andare diversamente con una reggia di ventuno vani ai Parioli, il quartiere più borghese e caro di Roma, e una casa sul mare di Capalbio, l’ex Atene della sinistra radical chic. Nell’ordinanza che ha portato in galera Angelo Rizzoli, gravemente malato e per questo piantonato in un ospedale della Capitale, la descrizione delle due case è minuziosa. Per un motivo semplice: lei e il marito avrebbero distratto sei milioni 757mila 529,46 euro dalla Rizzoli Audiovisivi per la Gedia srl, la cassaforte di immobili della famiglia. La De Nichilo, che di professione è medico, ha sposato Rizzoli nel 1989. Senza il Porcellum non sarebbe mai stata deputata. Nominata nel 2008, adesso è stata riconfermata in posizione quasi certa (numero otto in Lazio 1). In cinque anni di legislatura, la Rizzoli è stata una delle protagoniste del salottismo berlusconiano. Sia sui divanetti del Transatlantico, sia sugli ampi sofà di casa sua ai Parioli. Ecco un elenco tipo di invitati a una festa della coppia: Renata Polverini, Mara Carfagna, Nitto Palma, Gabriella Giammanco, Augusto Minzolini, Augusta Iannini (moglie di Bruno Vespa), Catia Polidori, persino il giornalista Gianluigi Nuzzi.
LA PRIMA della lista, la Polverini, è la sua amica politica del cuore. Molti ricordano ancora la scena avvenuta a Capalbio due anni fa, a Ferragosto. L’allora governatrice del Lazio arriva all’Ultima Spiaggia con auto di servizio e scorta. Poi scende e a va con gli amici “Angelo” e “Melania”. Al loro seguito però la scorta non si ferma. Pretende di oltrepassare la catena e vigilare sulla Polverini persino sul bagnasciuga. La Rizzoli è donna di relazioni solide, che puntano alla sostanza e non disdegnano le pagine patinate dei pink-magazine. Come quella volta che il berlusconiano Chi sparò un po’ di fuoco amico su lei e Vittorio Feltri colti in atteggiamento intimo, carezze e mano nella mano, in un ristorante di Milano. “Feltri scala la Rizzoli” titolò il perfido Alfonso Signorini, accanto a un servizio su un’altra coppia d’oro del berlusconismo, Daniela Santanché e Alessandro Sallusti. La vivacità del denichilismo è a tutto campo e non disdegna l’impegno letterario. Per lei iniziò con un dramma personale: il racconto della sua battaglia con il tumore. Poi sono arrivate le tragedie degli altri. Adesso che è indagata, la Rizzoli forse avvertirà un sentimento inquietante rileggendo l’opera vergata per i detenuti (la parlamentare è indagata per falso perché portò una giornalista di Libero in carcere spacciandola per sua assistente).
MEMORABILE il passaggio sull’incontro con Alfonso Papa, deputato-galeotto del Pdl e della P4. Il momento dei saluti è straziante: “Melania devi salutarmi e ringraziarmi la Ceccacci. È stata la prima a scrivermi. Salutami anche Boccia... no, no per carità non quello del Pd, non lui, lui è meglio che si tiene stretta l’onorevole fidanzata De Girolamo, è meglio che se la tenga stretta, no io dicevo Boccia il segretario che è una persona stupenda. Salutalo per me. E Verdini che dice di me? E Cicchitto? Salutami la Mariarosaria Rossi che è sempre carina con me e anche la Calabria che siede vicino al mio banco ma non si è mai fatta viva con me, mi spiace ‘sta cosa e pecché? Se puoi salutami Paniz che è stupendo. E Antonio (Angelucci, ndr)? Tu Melania salutami Antonio e digli che lo so che mi vuole bene. Lui è n’ommo, n’ommo vero, lui non si tira indietro”. Scena finale tra i due, la Rizzoli e Papa: “E salutami tuo marito che non conosco e che spero di incontrare un giorno”. Poi Papa si rivolge ai compagni di cella: “Questa qui è la moglie di Angelo Rizzoli”.