Marco Dolcetta, il Fatto Quotidiano 15/2/2013, 15 febbraio 2013
IL CONCLAVE E LA SINDROME DELL’ANTIPAPA
[Da cinquecento anni non c’è un pontefice “alternativo”. Ma a ogni elezione a San Pietro si risvegliano le correnti esoteriche e settarie] –
Con il temine antipapa si indica solitamente un pretendente al papato, appoggiato da un seguito significativo e quasi sempre in contrasto con un papa regnante, la cui elezione sia stata successivamente dichiarata nulla dalla Chiesa cattolica.
Il primo antipapa fu Ippolito che venne eletto per protesta contro Callisto I da un gruppo scismatico di Roma nel III secolo. Ippolito comunque finì la sua vita in esilio, nelle miniere della Sardegna, durante le persecuzioni imperiali romane, in compagnia del successore di Urbano I, Ponziano con cui si riconciliò prima di morire.
In seguito, il periodo della lotta per le investiture coincise con l’elezione di numerosi antipapi sostenuti dalla fazione imperiale. Tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV vi furono numerose elezioni di una serie di papi rivali, con la conseguente nascita di varie linee di successione. Una di esse fu riconosciuta come ufficiale dalla chiesa cattolica, mentre gli eletti appartenenti alle altre furono dichiarati antipapi. Lo scandalo dei pretendenti multipli si aggiunse alle altre richieste di riforma che condusse al Protestantesimo all’inizio del XVI secolo.
Bisogna sottolineare che non era necessariamente evidente, nei periodi in cui esistevano due (o più) pretendenti rivali, quale fosse antipapa e quale il papa, e le nette distinzioni fatte tra di essi in retrospettiva possono dare una falsa idea che esistesse certezza tra i loro contemporanei. I sostenitori davano appoggio a un certo candidato, ma non potevano sapere quale sarebbe stato determinato essere l’antipapa e quale il papa, fino al compiersi degli eventi.
I SEDEVACANTISTI E LE ALTRE CHIESE CRISTIANE NEL MONDO
Dal 1499 non ci sono più stati antipapi, a meno di considerare il fenomeno dei sedevacantisti. Altri scismi, come quello della chiesa anglicana, sono controllati da sovrani laici che non vogliono avere un rivale ecclesiastico, oppure rigettano un dogma principale del papato come nel caso della Chiesa dei Vecchi Cattolici o dell’Associazione patriottica cattolica cinese.
Spesso è accaduto che alcune figure minori di antipapi moderni abbiano assunto il nome di Pietro II, probabilmente in riferimento alla profezia di Malachia. Oggi, l’atto di diventare antipapa è considerato un atto scismatico dalla chiesa cattolica romana, ciò provoca una scomunica immediata per la persona che diventa antipapa.
Sotto il temine sedevacantisti si indicano una serie di gruppi di cattolici tradizionalisti dissidenti, che hanno sostenuto o sostengono che alcuni Papi contemporanei non sarebbero tali, o per eresia, o per non aver ereditato formalmente il ministero pontificio. In tal caso la sede pontificia sarebbe vacante (da cui il termine).
Il più noto dei gruppi religiosi operanti annualmente in Italia che sono generalmente indicati come sedevacantisti è l’Istituto Mater Boni Consilii con sede a Verrua Savoia (Piemonte, terra di fervori scismatici e tradizioni sataniche, ndr).
Quando nel corso del Concilio Vaticano II furono approvati documenti che sembravano contraddire il magistero precedente, alcuni gruppi, sia di laici che di preti, un po’ di tutto il mondo, ma in specie dell’America Latina, cominciarono a parlare di perdita dell’Autorità da parte dei vertici della Chiesa cattolica.
L’accusa principale sostenuta dai sedevacantisti è che i pontefici del post-Concilio erano tutte persone che, già prima dell’elezione, erano in odore di eresia. In base al magistero di papa Paolo IV (al secolo Giovanni Pietro Carafa), un eretico non è soggetto suscettibile di ricevere autorità. Ne consegue che i pontefici del post-Vaticano II, pur essendo stati eletti da conclavi presunti validi (e non tutti i sedevacantisti li presumono validi) o non sono mai divenuti papi, o hanno perso il pontificato quando hanno compiuto atti di tenore manifestamente eretico.
Molti gruppi danno grande valore alla data del 7 dicembre 1965, quando, con la promulgazione del documento Dignitatis humanae, sembra essere stato riconosciuto come diritto – e non come, al massimo, concessione – la Libertà religiosa in foro esterno, concetto che il magistero precedente, seppure con varie sfumature, aveva sempre unanimemente condannato.
I GRUPPI CONTRARI ALLE RIFORME DEL CONCILIO VATICANO II
Le critiche di ordine liturgico mosse ai vertici ecclesiastici del post-Concilio, per aver sostituito la Messa tridentina in latino (detta Messa di San Pio V) con quella cosiddetta del Novus Ordo Missae in lingua vernacolare, diversamente strutturata, e con molte aggiunte e sostituzioni rispetto alle vecchie liturgie (per esempio, l’Offertorio, sostituito adesso dal rito della Presentazione dei doni, e nuove Preghiere Eucaristiche in aggiunta all’antico Canone romano), nel pensiero sedevacantista, pur non sottovalutandole (si ricordi che alla riforma liturgica del 1969 presero parte attiva diversi pastori protestanti, chiamati per l’occasione da Paolo VI) rivestono un ruolo secondario.
Concretamente, le autorità romane (o, dal punto di vista sedevacantista, le presunte e sedicenti autorità romane) non sono cattive per aver fatto una liturgia “cattiva”, ma tale liturgia è “cattiva” e di efficacia sacramentale dubbia, perché realizzata e/o approvata da persone che credevano, più o meno in buona fede, di avere l’autorità per farlo, ma, in realtà, non la avevano.
Alcuni non si sono limitati solo a teorizzare i Conclavi ma li hanno davvero riuniti, per eleggere dei propri pontefici. Questi vengono talvolta chiamati antipapi, anche se va notato che, a differenza degli antipapi storici, il numero dei loro seguaci è nettamente minore. Altri si sono autoproclamati papi in virtù di asserite apparizioni divine. Ne consegue che vengono inclusi nella lista dei “sedevacantisti”. Tale inclusione tuttavia è da ritenersi impropria poiché, appunto, non considerano “vacante” la “sede” di Roma, ma occupata da loro stessi.
Come tutti gli altri “papi”, Lucian Pulvermacher, ritiene che le cose siano andate molto male per la Chiesa cattolica dopo la morte di Pio XII e la susseguente elezione di Giovanni XXIII nel 1958. D’accordo con Pulvermacher (proclamatosi Pio XIII) è Clemente Dominguez y Gomez, alias Gregorio XVII, un antipapa particolarmente giovane, nato il 23 aprile 1946. A differenza di Pio XIII non sarebbe stato eletto da un conclave, bensì grazie a una serie di apparizioni della Vergine Maria nei pressi di Siviglia, nella località chiamata El Palmar de Troya. La prima apparizione avvenne nel 1969 e continuano ancora oggi.
A dare consistenza a queste eresie è stato uno scrittore americano, Piers Compton, nel 1984 nel libro The Broken Cross, La croce spezzata, che cita anche Wojtyla e Ratzinger. Lo spunto iniziale è il reso-conto delle visioni di Clemente Dominguez y Gomez che è cieco. Secondo il testo, Angelo Roncalli fu iniziato alla massoneria nel 1935 quando era nunzio apostolico in Turchia. Paolo VI viene invece accusato di eresia per ragioni cabalistiche legate a un complicato calcolo di numeri che si deducono dalle sue entrate nell’annuario pontificio, che è il registro vaticano dei Papi e dei vescovi. Le date dell’elezione e delle incoronazioni portano sempre a 666 che, secondo le più antiche tradizioni cattoliche, sarebbe il numero di satana.