Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 08/02/2013, 8 febbraio 2013
IN GIOCO CON UBU E GARGANTUA - È
il pancione rosso di Ubu ad accogliere i visitatori nella prima sala della mostra dedicata alle opere di Danièle Sulewic e Tonino Conte, inaugurata ieri alla Casa dei Teatri (Villino Corsini di Villa Doria Pamphilj, ingresso Arco dei Quattro Venti). La rassegna, che resterà aperta fino al 21 aprile ed è organizzata dal Teatro della Tosse di Genova in collaborazione con Zètema, presenta un «viaggio teatrale tra gioco e ricordo con Ubu e Gargantua», come recita il titolo. Agli appassionati di teatro sono notissimi i nomi di Luzzati e Conte e i personaggi a cui lo scenografo e il regista hanno dato vita, nel corso di quasi quarant’anni, nel loro piccolo e raffinato teatro. Meno conosciuta è l’attività artistica intrapresa di recente da Conte e già proposta con successo in altre sedi, tra cui il Palazzo Ducale di Genova e la galleria Davico a Torino. A Roma i suoi collage arrivano ora per la prima volta, insieme agli assemblage di Danièle Sulewic, la ceramista-costumista-scenografa, anche lei nel gruppo che nel 1975 diede vita al Teatro della Tosse. Ed è una mostra che vale la pena di vedere, meglio se accompagnati dai bambini, perché le creazioni dei due artisti sono colorate e divertenti, uno stimolo per la fantasia. Per i grandi raccontano un mondo che ormai appartiene di diritto alla storia del teatro. Ironiche, coloratissime, un pò surreali, queste opere, insieme a costumi, oggetti e foto di scena, restituiscono le visioni e le sensazioni tattili degli spettacoli, dal Gargantua di François Rabelais, all’Ubu di Alfred Jarry, all’Inferno di Dante. E proprio una frase di Rabelais, «meglio è di risa che di pianti scrivere, ché rider soprattutto è cosa umana», riportata a lettere cubitali sulle pareti, è un pò il filo conduttore del percorso. Si cammina tra manichini, statue, arazzi istoriati con brani di testi teatrali, manifesti, costumi fatti di corde o pezzi di stoffa colorata. Ci si può sedere sul prato usato dagli attori di Gargantua. Si sfiorano le figure umane rapprese nella sabbia e nella cenere, create da Sulewic per l’Inferno. Si ha la sensazione di attraversare come in sogno le atmosfere che hanno contribuito a configurare il Teatro della Tosse, unico nel panorama italiano, come una «macchina del fantastico». Atmosfere che a Roma saranno rievocate anche in una serie di incontri (i prossimi il 5 marzo e 13 aprile) tra i due artisti, gli attori di La Cometa e i giovani dell’Accademia di arte drammatica
Lauretta Colonnelli