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 2013  febbraio 17 Domenica calendario

MENTANA E LERNER APRONO A DELLA VALLE: «PRONTI ANCHE A DIVENTARE SOCI DI

La7» — «La mia idea è quella di riunire poi nell’azionariato un gruppo di persone che vogliano bene al nostro Paese e che abbiano voglia di sostenere uno strumento di informazione importante, garantendone la totale autonomia, e di coinvolgere nell’azionariato professionisti che lavorano attualmente a La7 e altri ancora che avranno voglia di partecipare a questo progetto. Per quanto mi riguarda l’iniziativa deve essere considerata anche come un impegno civile che tutti insieme, quelli che vi parteciperanno, prenderanno nei confronti del Paese e di tutti i cittadini che considerano l’informazione seria e libera un grande strumento di democrazia».
Con queste parole ieri Diego Della Valle ha ufficializzato una «seria manifestazione di interesse» per l’acquisto de La7 con una lettera al consiglio di amministrazione di Ti Media, che controlla l’emittente, e a quello di Telecom Italia, l’azionista di riferimento. Della Valle ha chiesto il «tempo minimo necessario» per studiare il dossier. Cioè qualche settimana perché «qualora venga accettata la nostra richiesta, abbiamo predisposto ufficialmente l’accesso alla documentazione, peraltro già accordatoci, dato mandato alla banca d’affari e allo studio legale e tributario, pronti a verificare in tempi brevi tutta la documentazione».
Della Valle pensa dunque a una cordata di imprenditori ma anche al coinvolgimento diretto nell’azionariato dei volti noti de La7 che ne rappresentano visivamente il marchio. Gli interessati sembrano disponibili, a partire da Enrico Mentana, direttore del Tg dell’emittente: «La sorte vuole che io sia buon amico di Diego Della Valle ma qui ripeto ciò che ho detto sia a lui che agli altri possibili acquirenti, cioè Clessidra e Cairo, che mi hanno voluto gentilmente incontrare. Nessun professionista che abbia a cuore il proprio lavoro si tira indietro davanti a una richiesta di assunzione di responsabilità, incluse quelle dirette, a patto però che ci sia un progetto chiaro. Nella vita, come altri colleghi de La7, ho guadagnato abbastanza per anteporre una prospettiva alla questione dei compensi».
Quali caratteristiche dovrebbe avere questo «progetto chiaro?» «Dovrebbe basarsi su due colonne. Il mantenimento dell’indipendenza e la sostenibilità economica. A me sembra che Della Valle abbia le spalle abbastanza larghe per assicurare l’indipendenza. Per noi è essenziale. Il nostro tg per Bersani è grillino, per Grillo è montiano, per Berlusconi è filo-Pd e così via... Non esiste miglior complimento per noi ed è un bene da tutelare e difendere». Se ci fosse questo progetto chiaro sarebbe pronto ad aderire alla proposta di coinvolgimento? «Certo, in termini di assunzione di responsabilità gestionale, di rischio d’impresa e di patto di fedeltà»
Lilli Gruber preferisce non parlare (silenzio anche da Michele Santoro). Gad Lerner (altro volto storico dell’emittente) si ritrova sulla stessa linea di Mentana: «Da socio fondatore di La7, sono pronto sia alla compartecipazione diretta in un progetto serio e credibile sia all’autoriduzione dei nostri compensi, che ritengo doverosa in una fase di sacrifici e di tagli dei costi. Detto tutto questo, non vedo quale vantaggio significativo e sostanziale Telecom potrebbe ottenere da questa vendita: le dimensioni del suo debito e le minusvalenze dei suoi azionisti hanno ben altre dimensioni. Mi sembrerebbe anzi un depauperamento dell’azienda nel futuro panorama delle telecomunicazioni. Mi appare insomma più come un favore alla concorrenza che una scelta razionale da parte degli azionisti. Comunque sia, qualunque potrà essere in futuro l’assetto proprietario, ritengo una nostra assunzione di responsabilità non solo doverosa ma anche appassionante».
L’interesse di Della Valle è per la sola La7, non per Mtv né per i Multiplex. Martedì si riunirà il board di Telco, l’holding di controllo del gruppo guidato da Franco Bernabè, e lì si capirà chi prevarrà: cioè chi preme per una vendita rapida o chi è propenso ad attenere più tempo. Magari dopo le elezioni.
Paolo Conti