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 2013  febbraio 17 Domenica calendario

La riesumazione della salma di Giuseppe Guerinoni servirà a risolvere il giallo di Yara Gambirasio, uccisa a 13 anni il 26 novembre 2010? La domanda è d’obbligo

La riesumazione della salma di Giuseppe Guerinoni servirà a risolvere il giallo di Yara Gambirasio, uccisa a 13 anni il 26 novembre 2010? La domanda è d’obbligo. Non solo perché il sorriso innocente di Yara, incorniciato dalla macchinetta dei denti, è sempre lì a ricordarci che le sue speranze e la sua giovane vita sono state spazzate via dalla crudeltà di un uomo ancora avvolto nel mistero. Ma anche perché ci troviamo di fronte a un caso giudiziario avvitato in una contorta altalena di tentativi alla ricerca della verità. Un rompicapo. Tanto per capirci: oltre 2.500 Dna esaminati; l’iniziale arresto plateale del marocchino Friki, liberato perché la traduzione che lo inchiodava risultò sbagliata; la richiesta di archiviazione del suo fascicolo, a cui si sono opposti i genitori di Yara (arrivando persino a scrivere al presidente della Repubblica) e sui cui il gip Ezia Maccora si è riservato di decidere . In realtà è il Dna il filo d’Arianna che la Procura di Bergamo sta inseguendo per raggiungere il colpevole. Il test genetico su quel che resta di Giuseppe Guerinoni, morto a 61 anni nel 1991, stabilirà una volta per tutte se è davvero lui il padre dell’assassino. Sugli slip e sui leggins della ragazzina di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, è stato infatti isolato un Dna in gran parte compatibile con quello di Guerinoni. Già la sua identificazione ha dell’incredibile: è stato recuperato dalla saliva sotto una marca da bollo della sua patente. Altrettanto rocambolesca la via che ha portato al test su quella patente e sul francobollo di una cartolina: Guerinoni è lo zio di un ragazzo che frequentava la discoteca vicino al campo dove venne ritrovata Yara, il cui Dna si avvicinava a quello recuperato sui resti della povera ragazzina. La riesumazione della salma di Guerinoni, dunque,dissolverà ogni dubbio sulla sua identità ammesso che il Dna risulti perfettamente combaciante - non però su quella dello spietato assassino. L’autista di Gorno ha infatti due figli maschi già sottoposti al test del Dna, che non combacia però con quello di Yara. Di qui l’ipotesi di un figlio illegittimo, respinta totalmente dalla famiglia e dagli amici di Guerinoni che lo dipingono come un uomo irreprensibili che si fatica a sospettare padre di un figlio non riconosciuto. È stato lanciato anche un appello al femminile, alla ricerca della presunta amante del camionista e madre del presunto assassino, con relativi esami del Dna femminili. Il consulente del pm Letizia Ruggeri, il genetista all’università di Tor Vergata Emiliano Giardina, ha analizzato 500 Dna per confrontare la linea materna. Non è emerso nulla. Non come è accaduto, invece, per il Dna maschile che ha condotto al camionista. La sua individuazione è avvenuta, grazie a una ricerca meticolosa e capillare, in maniera quasi rocambolesca. Si è partiti dalle persone che frequentavano tutti i luoghi abituali di Yara o vicini al campo di Chignolo d’Isola, a 10 chilometri da casa, dove venne ritrovata il 26 febbraio 2010. Compresa la discoteca al limite dell campo. Qui avvenne la prima grande scoperta: il Dna di un ragazzo era abbastanza vicino, ma non a sufficienza, a quello rinvenuto su Yara. Scandagliata la vita familiare del giovane si è approdati al camionista di Gorno. Inevitabile l’attesa, a questo punto, della riesumazione. La preghiera dei genitori di Yara: «Chiediamo verità e giustizia».