Patrizia Caraveo, Il Sole 24 Ore 16/2/2013, 16 febbraio 2013
QUEI SASSI CELESTI PIU’ PREZIOSI DELL’ORO
Ieri doveva essere il giorno del passaggio ravvicinato, ma sempre a distanza di sicurezza, di DA14 un asteroide della classe NEO (Near Earth Object). Si tratta di sassi di oltre 50 metri di diametro, con orbita simile a quella della Terra, catalogati e tenuti sotto osservazione dagli scienziati perché sono i corpi celesti potenzialmente più pericolosi, visto che sono quelli con la maggiore probabilità di entrare in collisione con il nostro pianeta. Su DA14 era già stato detto tutto: era atteso alle 20:30 ora italiana per un passaggio a circa 28.000 km di altezza sull’Oceano indiano. Un saluto fuggente, visto che l’asteroide viaggia alla velocità di 28.000 km/h, stupefacente per i nostri standard ma normale per un corpo del sistema solare.
Invece, il caso ha voluto che la scena cosmica gli fosse rubata da un altro sasso celeste, decisamente più piccolo e senza nessuna connessione con DA14, che è esploso, con spaventoso fragore, illuminando il cielo mattutino degli Urali. Le molte registrazioni video dell’evento hanno permesso di determinare la traiettoria dell’intruso e di localizzare il punto di probabile caduta, dove effettivamente è stato trovato un bel buco circolare sulla superficie di un lago ghiacciato. Non sarà facile recuperare il sasso celeste. Peccato: avrebbe avuto valore per gli astrofisici, ma anche per i collezionisti, che se lo sarebbero conteso a caro prezzo. L’evento ha fatto giustamente notizia, ma non si tratta di nulla di veramente eccezionale.
Le meteoriti sono pizzichi di materiale primordiale del sistema solare che colpiscono continuamente la terra. Si calcola che ogni anno la terra riceva circa 40.000 tonnellate di materiale alieno. La maggior parte è formato da polvere e da oggetti piccoli che bruciano completamente nell’atmosfera e che noi chiamiamo poeticamente stelle cadenti. Le meteoriti più grandi hanno un destino più variegato a seconda dell’angolo di impatto con l’atmosfera e del materiale del quale sono fatte. Dopo aver lasciato l’impronta luminosa, possono esplodere nell’aria oppure arrivare fino a terra, spesso spezzandosi in molti frammenti.Hanno calcolato che nei quattro miliardi e mezzo di vita del sistema solare le meteoriti cadute sulla terra dovrebbero ricoprirla con uno strato spesso circa 4 metri. Dovremmo letteralmente camminare su un letto di meteoriti. In effetti non è così perché la terra è un pianeta vivo con la tettonica a zolle che rinnova continuamente la superficie. In ogni caso, le meteoriti, quando non cadono in mare, affondano nel terreno e non sono facili da scovare. Per questo sono preziose. Gli scienziati le contendono ai collezionisti (che ne fanno un remunerativo commercio). I frammenti celesti valgono più dell’oro e nel caso vengano dalla Luna o da Marte i prezzi diventano proibitivi. Chissà se scandaglieranno il lago russo alla ricerca del visitatore celeste. Potrebbe valerne la pena.
Direttore Iasf, Istituto di Astrofisica spaziale e Fisica cosmica di Milano