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 2013  febbraio 16 Sabato calendario

IL PIU’ GRANDE DAL 1908. CHI DEVE PROTEGGERCI?

«Il cielo ci ha dato ragione: il rischio asteroidi esiste, ma è possibile tenerlo sotto controllo per evitare guai sulla Terra» dice con ottimistica prospettiva Andrea Milani dell’Università di Pisa e specialista italiano che calcola assieme al Jet propulsion laboratory della Nasa i movimenti dei piccoli corpi che numerosi transitano con un certo rischio nel circondario terrestre.
Nei mesi scorsi la Nasa con il satellite Wise dotato di un telescopio all’infrarosso ha stimato l’esistenza di 4.700 oggetti pericolosi. Però quelli noti come Potentially hazardous asteorids (Pha, asteroidi potenzialmente pericolosi) e conosciuti con precisione sono solo 1.381. E questi rappresentano una parte minore dei cosiddetti Neo (Near earth object, oggetti vicini alla Terra) finora scoperti che complessivamente sono 9.604, con taglie che vanno da decine di metri a oltre un chilometro. Tutti hanno orbite che li portano vicini alla Terra ma quelle dei «Pha» ancora di più e perciò sono più minacciosi.
Difficile dire quanto, perché si tratta di corpi che nel loro continuo girovagare sono influenzati dalla forza di gravità dei pianeti e quindi soggetti a mutare i percorsi.
Non c’è, dunque, solo il chiac- La caduta di corpi con un diamechierato asteroide Apophis che se- tro inferiore ai 50 metri è frequente.
condo alcune stime aveva una certa Ogni anno sulla Terra arrivano mille probabilità di scontrarsi con la Ter- tonnellate di materiale residuo dello ra nel 2036. sbriciolamento dell’impatto con l’atIl piccolo asteroide di Chelyabin- mosfera. Impatti di asteroidi con disk, nelle prime valutazioni della rete mensioni tra 50 e 300 metri si dodi osservazione della Nasa, aveva un vrebbero verificare, a guardare le stadiametro di 15 metri e una massa di tistiche, ogni 250 anni, mentre con 7 mila tonnellate. Quando è entrato taglie superiori — fino a 1,5 chilomenell’atmosfera la sua velocità era di tri — ogni 25 mila anni. Poi, più so18 chilometri al secondo e nel di- no grandi più diventerebbero rari. Il struggersi ha rilasciato un’energia di rischio, tuttavia, arriva talvolta all’imalcune centinaia di kiloton (la bom- provviso e anche oggetti contenuti, ba di Hiroshima era di 15 kiloton). come dimostra Chelyabinsk, possoL’onda d’urto che si è creata ha pro- no generare vittime. Finora non si sovocato i feriti. L’evento di ieri è il più no mai avuti feriti causati dalla cadugrande che si sia manifestato dopo ta di frammenti, anche se diversi fequello di Tunguska nel 1908. nomeni simili sono stati registrati.
«Affrontare il problema oggi non è semplice, perché bisogna innanzitutto conoscere la natura di questi oggetti diversi fra loro» sottolinea Monica Lazzarin che all’Università di Padova gestisce la banca dati più grande realizzata in Europa con 200 asteroidi descritti nelle loro caratteristiche mineralogiche.
A livello internazionale, ma soprattutto americano, sono stati avviati negli anni scorsi quasi una decina di progetti di ricognizione con differenti telescopi. Uno era stato pure condotto in collaborazione tra l’osservazione dell’Inaf di Asiago e l’agenzia spaziale tedesca Dlr. Con il progetto Spaceguard, voluto dal Congresso di Washington nel 1998, si è arrivati l’anno scorso a censire il 90 per cento degli asteroidi in circolazione con un diametro superiore al chilometro. Ma come la giornata di ieri ha dimostrato con l’evento in Russia e il transito ieri sera alle 20.25 dell’asteroide «2012 DA14» da una distanza di appena 27.600 chilometri dalla Terra, il rischio maggiore è rappresentato dai corpi minori che possono apparire all’improvviso. Le agenzie spaziali valutano in prospettiva piani di deviazione delle orbite.
Un passo avanti che si integra con i piani della Nasa è rappresentato dallo studio varato dall’Esa europea per un telescopio terrestre di elevata sensibilità e con un angolo visuale molto ampio proprio in grado di cogliere gli oggetti più piccoli e deboli. Ma occorre anche una sensibilità politica per sostenere simili ricerche che ancora non esiste.