Ivan Cimmarusti, Andrea Gagliardi, Andrea Marini, Marta Paris, Mariolina Sesto, Sole 24 Ore 15/2/2013, 15 febbraio 2013
BERLUSCONI
Rinviati a dopo le elezioni per legittimo impedimento i tre processi milanesi che riguardano Silvio Berlusconi: Ruby, Mediaset e Unipol. Nel caso Ruby, l’ex premier è imputato per concussione e prostituzione minorile. Processo d’appello per Mediaset: l’ex premier è stato condannato in primo grado a 4 anni per la vicenda delle presunte irregolarità sulla compravendita dei diritti tv. Già da metà gennaio è sospeso il processo Unipol, dove Berlusconi deve rispondere di concorso in rivelazione nel segreto d’ufficio in riferimento alla telefonata Fassino-Consorte.
BELSITO E RIMBORSI DELLA LEGA
Nel marzo 2012, attraverso un’operazione congiunta tra le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, il tesoriere del Carroccio (poi dimessosi) Francesco Belsito è stato indagato per le ipotesi di reato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato, in relazione ai finanziamenti pubblici che la Lega ha ottenuto come rimborsi elettorali, e che sarebbero stati utilizzati dalla famiglia del segretario Umberto Bossi (poi dimessosi). L’attenzione dei magistrati si è concentrata tra l’altro su alcune iniziative economiche fatte da Belsito con società di imprenditori a lui legati e sul trasferimento in Tanzania e a Cipro di fondi della Lega - si parla di sei milioni di euro - nel quale risulta coinvolto un personaggio legato alla ’Ndrangheta.
DELL’UTRI
È in corso a Palermo il nuovo processo d’appello al senatore Pdl Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il pg ha chiesto 7 anni. Ossia la conferma della precedente condanna inflitta in appello e poi annullata, con rinvio, dalla Cassazione.
FILOBUS ROMA
Otto indagati, tra i quali l’ex ad dell’Ente Eur, Riccardo Mancini, manager legato al sindaco di Roma, Gianni Alemanno (Pdl). La Procura della Capitale, ritiene sia stata pagata una tangente da 800mila euro da Roberto Ceraudo, ex ad di Breda Menarini, a Roma Metropolitane per la fornitura di 45 filobus. Secondo i riscontri investigativi, parte della tangente sarebbe servita a «pagare la politica romana». Mancini, nel corso dell’interrogatorio, ha ammesso di aver percepito una tangente da 60mila euro, in quanto sarebbero stati noti i suoi presunti rapporti con i gruppi di potere.
FINMECCANICA (FILONE BUSTO ARSIZIO)
Giuseppe Orsi, presidente e ad di Finmeccanica (già dimissionario da entrambe le cariche), e Bruno Spagnolini, ceo di Agusta Westland, sono stati arrestati martedì nell’ambito di un’inchiesta della procura di Busto Arsizio, su presunte tangenti per la vendita di 12 elicotteri all’India (che oggi ha avviato la procedura di cancellazione della commessa): l’accusa è di corruzione internazionale. Nell’ipotesi originaria dei pm partenopei vi sarebbe stata una quota destinata al mondo politico, in particolare ambienti vicini a Lega Nord e Comunione e Liberazione. In ogni caso nell’ordinanza che ha disposto gli arresti si prende in considerazione soltanto uno dei filoni d’indagine: non viene contestato il reato di finanziamento illecito ai partiti.
FINMECCANICA (FILONE BARI)
Legami col centrodestra emergono dall’inchiesta Finmeccanica di Bari, nata da una costola del procedimento escort. Gianpaolo Tarantini, attraverso l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, avrebbe tentato di entrare a far parte della short-list di imprenditori che lavorano con la presidenza del consiglio. Attraverso l’allora premier, inoltre, Tarantini entra in contatto con il capo della protezione civile Guido Bertolaso e l’ex amministratore di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini con la moglie Marina Grossi.
LUSI
Associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita. Soldi del partito, oltre 23 milioni, finiti in società create ad hoc, anche all’estero. È l’accusa principale con cui il gup di Roma ha rinviato a giudizio Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, attualmente agli arresti domiciliari in un convento in Abruzzo. Processo il 25 febbraio.
MAUGERI
L’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni (Pdl) è accusato dalla procura di Milano di corruzione e associazione per delinquere, nell’ambito delle inchieste sulle cliniche Maugeri di Pavia e San Raffaele di Milano. I pm hanno chiuso martedì le indagini: Formigoni sarebbe tra i promotori dell’associazione che avrebbe consentito alle due fondazioni di ricevere agevolazioni per oltre un decennio. Il tutto in cambio di favori e varie «utilità». Nel caso Maugeri, le «utilità» ammonterebbero a 8 milioni.
MINZOLINI ASSOLTO
Con la formula «il fatto non costituisce reato» la VI sezione penale di Roma ha chiuso la vicenda giudiziaria che vedeva imputato l’ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini (candidato alle politiche in Liguria con il Pdl), accusato di aver utilizzato in modo improprio la carta di credito aziendale. Per lui il pm aveva chiesto una condanna a 2 anni di reclusione.
MPS
Dieci indagati per l’acquisizione di Antonveneta da parte della banca Monte dei Paschi di Siena. Tra loro figurano l’ex presidente dell’istituto, Giuseppe Mussari, e Antonio Vigni, vice direttore generale. Al momento nell’indagine non ci sono politici indagati ma sono storici i rapporti della Fondazione con il Pd (prima Ds e Pci), mentre risultano contatti anche con esponenti del Pdl. Ieri è stato fermato dalla Gdf del nucleo valutario il responsabile dell’area Finanza di Mps, Gianluca Baldassarri, di cui nelle scorse settimane si era parlato a proposito della cosiddetta «banda del 5%»: un gruppo di 5 persone che si intascavano percentuali illecite sulle commissioni. Dalla procura di Siena intanto sono partiti ieri altri due avvisi di garanzia, indirizzati nuovamente a Vigni e a Mussari. L’accusa è di ostacolo alla vigilanza relativamente all’operazione dei derivati, al quale Baldassarri avrebbe, appunto, partecipato.
’NDRANGHETA AL NORD
L’assessore alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti (Pdl) è stato arrestato a ottobre 2012 dai carabinieri con l’accusa di aver pagato 200mila euro a esponenti delle cosche della ‘Ndrangheta per un pacchetto di 4mila voti alle elezioni regionali del 2010. Zambetti è accusato di voto di scambio, corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa. Per il Riesame, che ha confermato lo scorso novembre gli arresti per Zambetti è arrivato a «sottomettersi interamente alle richieste sempre più pretenziose del gruppo criminale».
RIMBORSI (AI CONSIGLIERI REGIONALI)
Le «spese pazze» di Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl nel consiglio regionale del Lazio, hanno dato la stura a inchieste in 10 Regioni sui costi della politica. Fiorito, il cui processo è iniziato ieri, è accusato di peculato per aver intascato circa un milione e 400 mila euro dei fondi destinati al gruppo consiliare. Stessa accusa di peculato anche per il consigliere regionale dell’Idv nel Lazio Vincenzo Maruccio. In Lombardia indagati 62 consiglieri della maggioranza di centrodestra e 29 d’opposizione. Il reato contestato è sempre peculato in relazione ai rimborsi spese delle due ultime legislature (dal 2007 a oggi). Indagini sui fondi destinati ai gruppi consiliari anche in Basilicata, Campania, Sardegna, Sicilia, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche, Molise.
SAIPEM
L’inchiesta milanese per corruzione internazionale in Algeria che vede coinvolta Saipem, è andata a toccare anche l’Eni e il suo ad Paolo Scaroni, indagato, insieme ad altri dirigenti ed ex dirigenti del gruppo. Per ottenere commesse in Algeria del valore di 11 miliardi di dollari Saipem avrebbe versato tangenti all’estero per 197.934.798 dollari. Secondo la procura di Milano, lo avrebbe fatto con la consapevolezza di Paolo Scaroni amministratore della controllante, l’Eni. Per questa ragione martedì i militari del Nucleo di polizia Tributaria della Gdf di Milano hanno perquisito, oltre agli uffici di Scaroni, anche la sua abitazione milanese di viale Majno.
Scaroni è stato nominato amministratore delegato di Eni, società a partecipazione pubblica, dal governo Berlusconi nel 2005 (poi riconfermato sempre da Berlusconi nel 2008). Tuttavia, Scaroni non ha mai preso posizioni politiche esplicite a sostegno di un partito o di una coalizione. Se il premier Mario Monti si è riparato dietro un "no comment sulle indagini in corso", il leader del centrodestra Silvio Berlusconi ha difeso Scaroni («lo stimo ed escludo suo coinvolgimento»), mentre il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo lo ha definito «professionista delle tangenti».
SANITÀ PUGLIESE/FITTO
Una condanna a quattro anni (tre condonati per l’effetto indulto) per l’ex ministro ed ex governatore della Regione Puglia, Raffaele Fitto. Il politico, capolista in Puglia alla Camera col Pdl, tra il 2004 e il 2005 (quando era governatore) avrebbe percepito una tangente dall’imprenditore nella sanità, Gianpaolo Angelucci, per dare la gestione di 11 Residenze sanitarie assistenziali in Puglia. L’operazione avrebbe garantito al proprietario del Consorzio San Raffaele di guadagnare ben 198 milioni di euro.
SANITÀ PUGLIESE/TEDESCO
Due inchieste della Procura di Bari, che avrebbero svelato sospetti sistemi clientelari nella Giunta regionale di Nichi Vendola. Sandro Frisullo, ex vice governatore del Partito Democratico, è stato già condannato – in concorso col faccendiere Gianpaolo Tarantini – a due anni e otto mesi, per sospette corruzioni all’Asl di Lecce. Alberto Tedesco, senatore del Pd (poi entrato nel gruppo Misto) ed ex assessore alla Sanità pugliese con Vendola, è accusato di aver gestito un’associazione per delinquere allo scopo di veicolare le gare d’appalto sanitarie delle Asl pugliesi. Le indagini della Procura di Bari, infine, avrebbero accertato la spartizione degli incarichi pubblici secondo "manuale Cencelli" di alcuni assessori della giunta di centrosinistra.
SISTEMA SESTO
Si aprirà a Monza il prossimo 13 maggio il processo con rito immediato per Filippo Penati, l’ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente della Provincia di Milano (nonché già responsabile della segreteria politica del segretario del Pd Pier Luigi Bersani), imputato per un presunto giro di tangenti in cambio di concessioni edilizie sulle aree ex Falck e Marelli.
TARANTINI
Dai rapporti col centrosinistra in Puglia, il faccendiere Gianpaolo Tarantini arriva all’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. È quanto ha accertato l’inchiesta Escort, appena giunta a processo davanti al Tribunale di Bari. Tarantini, tra settembre 2008 e febbraio 2009, avrebbe condotto tra palazzo Grazioli e villa Certosa, 25 escort per allietare i party erotici di Berlusconi.
TRATTATIVA STATO MAFIA
La presunta trattativa tra Stato italiano e la Mafia sarebbe stata una negoziazione, avvenuta all’indomani della stagione delle bombe del ‘92 e ‘93, tra lo Stato italiano e cosa nostra per giungere a un accordo che avrebbe previsto la fine della stagione stragista in cambio di un’attenuazione delle misure detentive previste dall’articolo 41 bis. La trattativa è ancora oggetto di indagine. Il sostituto procuratore antimafia di Palermo Nino Di Matteo ha richiesto il rinvio a giudizio, tra gli altri, per il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, che però non è stato rincandidato nelle liste Pdl per le prossime politiche. Non va dimenticato che l’attuale candidato premier per Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia, è stato tra i titolari dell’inchiesta.