Roberto Giardina, ItaliaOggi 13/2/2013, 13 febbraio 2013
NOZZE OMO DISERTATE A BERLINO
[Perché i gay ottengono i vantaggi sociali di un coniuge] –
empo fa sono stato invitato a un matrimonio nel municipio di Schöneberg. Una storica Rathaus: nel 1963, si affacciò al balcone John Kennedy per annunciare «Ich bin ein berliner», anch’io sono un berlinese. Si sposava la figlia di una mia amica. Con una sua amica.
Niente di straordinario, visto da Berlino. La mia amica, la madre della sposa o dello sposo, non l’ho mai capito bene, è figlia di un pastore protestante, sposata e divorziata da un pastore protestante. Sono stato coinvolto nella vigilia. Il padre della sposa, arrivato da un’altra città, ha dapprima insinuato che la colpa del pasticcio fosse della mia amica che l’aveva lasciato. Poi ha scoperto che la fidanzata della figlia non aveva ancora rivelato nulla ai suoi genitori.
«Non si può vivere nella menzogna», ha affermato come se fosse sul pulpito. Le due ragazze sono entrate nel panico. Io sono intervenuto sostenendo che «se non si dice nulla non si mente». Mi hanno respinto come il solito Machiavelli italico. La ragazza ha parlato con mamma e papà, che sono cattolici. I genitori l’hanno tranquillizzata: «Se vi amate». È stata una bella festa, si è brindato sul prato davanti al municipio, a Berlino i tigli erano in fiore. Schöneberg è la roccaforte degli omosessuali della metropoli. Da sempre. Qui si trovava la pensione di Isherwood, l’autore di Goodby to Berlin, da cui fu tratto il musical e poi il film Cabaret.
Un lungo preambolo per spiegare come qui non si capisca perché le nozze gay siano uno dei temi centrali della campagna elettorale italiana. In Germania il «matrimonio», o meglio il patto sociale tra due cittadini di qualunque sesso, esiste dal 2001. Allora, Papa Wojtyla cercò di intervenire pesantemente ordinando ai deputati cristiani di tutti i partiti di votare contro. Io non me ne accorsi perché i giornali non ne parlarono, o riferirono dell’intervento di Giovanni Paolo in poche righe. Il Papa polacco aveva commesso un’invasione di campo: qui la separazione tra Stato e Chiesa viene rigorosamente rispettata anche dalla Cdu di Frau Angela, figlia di un pastore luterano, e dalla Csu bavarese, dove la «C» sta per cristiano.
Berlino sarebbe la capitale omosessuale d’Europa, il 10% degli abitanti, 350 mila, voterebbe per Vendola. Ma dopo una dozzina d’anni, i matrimoni omo sono stati poco più di 4.500, e 23 mila in tutto il paese, alcune coppie hanno già divorziato. Anche il borgomastro socialdemocratico Klaus Wowereit, che fece outing prima dell’elezione, tanto lo sapevano tutti, non ha sposato il suo fedele compagno. Perché i vantaggi di un’unione regolare sono molto pochi, le coppie di fatto in un paese civile non vengono discriminate. Tutto qui.
Un mio amico italiano e omosessuale, venuto a Berlino in esilio, come ho già raccontato, convive con uno steward della Lufthansa, non sono sposati, ma a Natale riceve il regalo che la compagnia invia ai partner dei dipendenti, e può volare gratis con il suo compagno. Chi si sposa ha anche dei doveri come un normale coniuge: se il partner è disoccupato dovrà mantenerlo, si perde di conseguenza il diritto all’Hartz IV, l’assegno sociale. Molte coppie di fatto cercano di nascondere la convivenza per incassare due volte l’assegno, circa 370 euro. La battaglia per la parità continua sullo sconto fiscale, lo splitting, riservato solo alle coppie classiche. È anticostituzionale escludere le altre coppie, e prima o poi tutti saranno uguali. Se non altro perché i socialdemocratici, decisi a perdere le elezioni il prossimo settembre, vorrebbero abolire l’agevolazione senza badare al sesso.