Andrea Brenta, ItaliaOggi 13/2/2013, 13 febbraio 2013
OPERE D’ARTE SENZA PADRONE
[Duemila di esse attendono ancora di essere reclamate] –
In Francia almeno 2 mila opere d’arte attendono di essere ritirate dai loro legittimi proprietari.
Sottratte agli ebrei durante la guerra, esse, malgrado settant’anni di sforzi, rapporti e commissioni, continuano a giacere nei depositi dei musei francesi.
Ora però la senatrice Corinne Bouchoux ha annunciato il rilancio delle indagini, soprattutto per quanto riguarda 163 tele.
La Bouchoux ha appena fatto adottare dalla commissione cultura del senato una serie di misure per dare nuovo impulso alle ricerche. A cominciare dall’avvio di una task force.
Le spoliazioni effettuate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale sono note a tutti. Ma il racconto di questa pagina nera della storia recente ha sempre dell’incredibile. Dal giugno 1940 fino al 1944, prima l’ambasciata del Reich a Parigi, poi un servizio dedicato, l’Err, procedettero al saccheggio sistematico delle opere d’arte detenute dagli ebrei. Si stima che, durante questi anni, almeno 200 collezioni private francesi siano state spedite in Germania. A queste si aggiungono migliaia di opere d’arte rinvenute nelle case private o acquistate sotto banco o sul mercato dell’arte: si tratterebbe di almeno 100 mila oggetti fra statue, tappeti, gioielli, dipinti, arazzi, biblioteche di antichi volumi. Circa 63 mila sono state rimpatriate in Francia alla fine della guerra. Gli Alleati le avevano ritrovate in depositi vari: le miniere di sale di Altaussee, castelli, dimore di alti dignitari nazisti, come Göring.
La Francia decise di esporre e archiviare le opere, affinché i proprietari potessero recuperarle. Le grandi collezioni conosciute e repertoriate, come quella dei Rothschild o dei David-Weill, ritrovate stipate in casse nel castello di Neuschwanstein, sono state restituite.
A fatica, visto che moltissime famiglie ebraiche sono state decimate o disperse e che raramente i discendenti sono in linea diretta, il 75% dei beni venne restituito. Per il resto, 14 mila oggetti sono stati venduti all’asta dal demanio e altri 2.100 sono depositati nei musei, soprattutto al Louvre, identificati dalla sigla Mnr (Musées nationaux récupération). Tra essi, ci sono anche le opere riconosciute come falsi, per evitare che alimentino il mercato. La Francia autorizza le ambasciate e lo stesso Eliseo a utilizzare questi beni a fini decorativi.
Resta il fatto che, tra il 1951 e oggi, soltanto 79 opere di grande valore sono state restituite e altre sei lo saranno prossimamente al nipote di una coppia di collezionisti austriaci che vivevano in Francia nel 1942, prima di fuggire altrove.
Oggi però, grazie a Internet, la genealogia ha fatto progressi da gigante.
«Questo lavoro deve essere compiuto per ragioni simboliche, di memoria e di storia», spiega Corinne Bouchoux, «e solo quando si sarà fatto tutto il possibile si potrà finalmente voltare pagina».