Roberto Giardina, ItaliaOggi 14/2/2013, 14 febbraio 2013
MERKEL DIFESA DAL SUO OSTE GRECO
[Che non tollera di vederla ritratta ad Atene come un Hitler] –
La tavola è importante per l’amore. E anche per la politica. Chi vuole sapere le intenzioni della Merkel per la Grecia, fuori dall’euro o no?, non deve leggere i giornali o interrogare gli esperti di finanza, ma chiedere qualche indiscrezione al greco più corteggiato di Berlino, il signor Costas Cassambalis, proprietario del ristorante che porta il suo nome nel quartiere di Charlottenburg.
Frau Angela è sua cliente abituale.
Ai vecchi tempi del Muro, i colloqui riservati dei politici (e non solo loro) si svolgevano al Paris Bar. La Francia era una delle potenze occupanti della metropoli, e la sua cucina aveva ancora un ruolo predominante. Anche perché, allora, c’era poca scelta. Dove andare a mangiar bene? L’alternativa era il «Bacco» del toscano Massimo Mannozzi. Lui resiste, il «Paris» è un po’ decaduto, e anni fa ha rischiato la chiusura.
Il «Bacco» ha saggiamente conservato l’arredamento tipico del mitico ’68, l’anno di apertura. La storia della Germania, e quindi d’Europa, è passata dai suoi tavoli. Da Willy Brandt a Helmut Kohl, tutti sono stati clienti di Massimo. Dopo la riunificazione, ci veniva anche Markus Wolf, buongustaio, ed ex capo dei servizi di spionaggio della Germania Est (non della Stasi, come si continua a scrivere, con cui anzi era in conflitto). È lui ad avere ispirato La spia che venne dal freddo di Le Carré. Mi concedeva interviste senza farsi pagare, purché lo invitassi al «Bacco». Amava le tagliatelle al tartufo e i vini d’annata. Non ho mai osato mettere il conto in nota spese, per non entrare nella storia del giornalismo. Mannozzi ha ricevuto la croce della Repubblica tedesca per aver contribuito ai buoni rapporti tra i nostri paesi.
Gerhard Schröder, invece, non andava da Massimo. Amante del Brunello e della cucina italiana, era ed è cliente di suo figlio Alessandro, che ha aperto il «Bocca di Bacco» a pochi passi dal quartiere del governo. Quando l’allora sottosegretario al turismo, il leghista Stefano Stefani, molto accortamente insultò i turisti tedeschi, Schröder annunciò di rinunciare alle vacanze in Italia. Ma andava in segreto a gustare le penne all’arrabbiata in una saletta riservata del «Bocca di Bacco».
La signora Merkel è cresciuta nella Ddr e ha altri gusti. Non fa parte della «Toskana Fraktion», il partito trasversale di cui sono membri politici di ogni partito. Compra specialità francesi alle Galeries Lafayette, va alle terme ad Abano o a Ischia, e preferisce cenare da Costas, 65 anni, giunto in Germania dalla Macedonia nel 1972, ai tempi della dittatura militare. Niente separé per Frau Angela, racconta il padrone di casa, la Cancelliera ha un tavolo fisso, per quattro e se ci si stringe anche per sei, proprio vicino a un suo ritratto dipinto da un imitatore di Andy Warhol.
La Zeit scrive che l’ultimo pacchetto di aiuti per Atene fu deciso da Cassambalis. Lui, discreto, non conferma, neanche smentisce. Dunque, sì. Cliente affezionato è anche il ministro degli esteri, Guido Westerwelle, che viene con il suo partner (si sono sposati di recente). La donna più potente del mondo ama il vino greco purché sia secco, e la sua specialità preferita sono le keftedes, polpette di carne d’agnello alle erbe aromatiche.
Quando la Merkel è stata attaccata dalla stampa greca, e ritratta dai caricaturisti con i baffetti di Hitler, accusata di voler conquistare Atene, ieri con i panzer, oggi con l’euro, Cassambalis è intervenuto per difendere la signora, in interviste e lettere al direttore: «Frau Merkel è una politica intelligente e una donna simpatica. Siamo noi greci a dover cambiare». Ha perso qualche cliente tra i suoi connazionali, 11 mila vivono nella metropoli, ma non gli importa.