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 2013  febbraio 14 Giovedì calendario

NON SOLO ARNAULT FUGGE IN BELGIO

Ha fatto scalpore la fuga dell’imprenditore francese del lusso Bernard Arnault in Belgio, dove si trova la sede della sua cassaforte finanziaria per motivi fiscali e dove ora ha chiesto di ottenere la cittadinanza. Ma non è l’unico caso del genere.

Pilinvest, che controlla la maggioranza di Lvmh, ha conseguito nel 2010 e nel 2011 un utile complessivo di 85,7 milioni di euro.

E in Belgio sono state versate poche tasse. Secondo Lvmh si tratta di una situazione perfettamente legale. L’insieme delle società del gruppo del lusso ha pagato 165 milioni di tasse nel 2011 e ne ha invece versate per 900 milioni di euro in Francia l’anno scorso. Questo perché l’azienda ha beneficiato delle condizioni favorevoli di Bruxelles, che autorizza la deduzione del 95% del montante totale dei dividendi versati a una holding dalle società di cui essa detiene quote azionarie. Le plusvalenze di tale impresa sfuggono al fisco.

Vi è inoltre un meccanismo, in base al quale più una società è capitalizzata, meno tasse deve sborsare. Perciò diverse multinazionali hanno insediato in Belgio la loro banca interna, che fa da centro di finanziamento e che paga mediamente l’aliquota dello 0,4% in una nazione che detiene il record europeo della tassazione del lavoro. Un giornale belga ha scritto che Bruxelles è diventata un paradiso fiscale per 20 delle 100 principali società del mondo. Della top 25 fanno parte realtà che dispongono in Belgio di 336 miliardi di euro di fondi propri, realizzando un profitto globale superiore a 25 miliardi e pagando soltanto 180 milioni di imposte. Di questa classifica fanno parte, tra gli altri, ArcelorMittal France, Anheuser-Busch InBev, Hewlett-Packard e le francesi Gdf Suez, Total, Edf, Danone.