Elena Galli, ItaliaOggi 12/2/2013, 12 febbraio 2013
I PICASSO DI 40 MILA ANNI FA
[Nonostante le difficoltà si dedicavano alle arti raffinate] –
Già 40 mila anni fa c’erano uomini che, nonostante la durissima esistenza, erano in grado di elevarsi dalla quotidiana lotta per la sopravvivenza per scolpire, incidere e dipingere. Non soltanto riproducendo il mondo intorno a loro, ma creando opere di grandissima forza creativa. I Picasso di migliaia di anni fa.
I Pixar studios dell’epoca.
Una mostra che si è appena inaugurata al British Museum di Londra («Ice Age Art: arrival of the Modern Mind», fino al 26 maggio) permette di scoprire i capolavori di artisti dalla mentalità incredibilmente moderna, pezzi eccezionali presentati accanto ai lavori di maestri come Henry Moore, Mondrian e Matisse.
Sculture, disegni e ritratti, i più antichi conosciuti, che illustrano il fondamentale e primario desiderio dell’uomo di conoscere se stesso e il proprio posto nel mondo attraverso l’arte.
Molti dei pezzi dell’era glaciale sono ricavati da ossa e zanne di mammut e corna di renna e rappresentano gli animali che condividevano l’esistenza con i primi esseri umani: bisonti e cavalli, leoni e leopardi delle nevi. Questi manufatti sono opera di artisti esperti e abili, in grado di sperimentare prospettive, scale, volumi, luce e movimento, ma anche di cercare la conoscenza attraverso l’immaginazione, l’astrazione e l’illusione.
Le opere in mostra a Londra testimoniano anche l’evoluzione della società dell’epoca.
Si scopre così che 26 mila anni fa gli uomini giocavano con burattini che articolavano le braccia in su e in giù e potevano muovere la testa; suonavano il flauto (il più antico rinvenuto risale a 40 mila anni fa); e danzavano, come si può dedurre dal rilievo su una zanna di mammut che ritrae una figura con le mani sollevate in alto.
Uno dei pezzi più interessanti è il cosiddetto Uomo leone: una piccola scultura (è lunga una trentina di centimetri) che raffigura un uomo con la testa di leone. Oltre a rappresentare uno dei più importanti ritrovamenti archeologici del XX secolo, l’opera testimonia la capacità dell’artista di immaginare concetti: un grande passo avanti rispetto all’eseguire mere riproduzioni, e un vero e proprio spartiacque nella storia dell’arte.
Ma la star dell’esposizione londinese è la Venere di Lespugue, una scultura di 23 mila anni fa rinvenuta nei Pirenei francesi nel 1922.
C’è qualcosa di cubista in questa figura e non è un caso che lo stesso Picasso ne rimase così affascinato da conservarne due copie nel suo studio. «Non importa che sia vecchia 40 mila o 14 mila anni», spiega la curatrice della mostra, Jill Cook. «Essa è in grado di darti qualcosa. Potrebbe non essere lo stesso messaggio che l’artista aveva in mente, ma è sempre una valida esperienza».
In una parola, è arte.