Francesco Manacorda, La Stampa 15/2/2013, 15 febbraio 2013
LE SCALATE DI CARTAPESTA DELL’IMMOBILIARISTA CHE CITAVA BRAD PITT
[Aveva tentato di entrare anche nel gruppo Rcs] –
«S e volete mettere una multa fate pure! Ma non rimuovetela. Tempo un paio d’ore che finisco una riunione e la sposto. Al massimo mettete una doppia multa!! Grazie». Ecco, in quel biglietto lasciato il 25 ottobre scorso sul cruscotto della sua fiammante Audi con targa svizzera, parcheggiata in stratosferica infrazione in mezzo al parco Sempione, verdissimo quanto pedonalissimo polmone nel centro di Milano, c’era già tutto: vita, programmi e prospettive - altro che doppia multa - di Alessandro Proto, l’uomo in divieto di sosta non solo nei parchi milanesi, ma nell’intera finanza italiana.
Inarrestabile Proto, sempre pronto ad annunciare con la sua altisonante Proto Organization, sedi dichiarate a Milano, Lugano e Londra, un’offerta in arrivo sui grandi nomi della finanza, una «cordata di miei clienti» pronti a scalare qualche società quotata, un corposo pacchetto di azioni guarda caso regolarmente sotto quella soglia del 2% del capitale che fa scattare la comunicazione obbligatoria alla Consob.
Proprio la Consob l’aveva messo nel mirino da tempo, presentando anche un esposto alla Procura milanese, quando il gioco del sedicente finanziere, immobiliarista - e da qualche tempo anche risanatore di aziende in crisi, dopo una fugace autocandidatura alle primarie del Pdl - si era fatto davvero troppo pesante. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, per l’Autorità di vigilanza era arrivata in ottobre, quando tra un parcheggio avventuroso e l’altro, Proto aveva annunciato un patto di sindacato tra alcuni azionisti esteri di Rcs. Chi erano mai questi stranieri desiderosi di investire in via Solferino? Ecco apparire il brasiliano Jorge Froemming, l’americano Paulus Broad, e gli indiani Bushra Alrazmi e Kushal Pal Singh; peccato che i nomi fossero non solo ignoti alla comunità finanziaria internazionale, ma anche al più informato Google. E già prima il fantomatico finanziere-immobiliarista, che a suo dire aveva intermediato residenze addirittura per clienti come Brad Pitt e Silvio Berlusconi, si era distinto per infrazioni da codice penale: all’inizio del 2011, ad esempio, affermava di aver ricevuto da Mediobanca l’offerta per acquistare 300 mila azioni Tod’s. Per sostenere le sue affermazioni aveva anche fatto circolare una lettera su carta intestata della banca; ma per piazzetta Cuccia quella lettera era il frutto di un artigianale copia e incolla. E dunque esposto-denuncia alla Procura milanese.
Chi in questi mesi si è occupato delle vicende di Proto, compreso chi scrive, ha spesso ricevuto mail a metà tra il suadente e il minaccioso, dove le regole della logica e della grammatica - al pari di quelle sulle comunicazioni finanziarie - venivano spesso trattate con una certa disinvoltura.
L’ultima perla del suo epistolario è una replica al collega Gianni Barbacetto che appena qualche giorno aveva scritto su «Il Fatto Quotidiano» delle vicende di Proto: «Caro Barbacetto dei miei coglioni, l’articolo che ha scritto oggi è totalmente privo di ogni fondamenta su tutta la linea... Mi dia qualche settimana e mi compro il giornale e la metto a pulire i cessi». Non è andata esattamente così.