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 2013  febbraio 15 Venerdì calendario

GOLF, CHITARRA ED ESONERI VENT’ANNI DI ECCESSI

L’uomo che secondo il Gip ha “spiccate capacità delinquenziali”, da vent’anni (giugno 1992) è il padre-padrone del Cagliari. Gli è sempre piaciuto vivere pericolosamente. In carcere Massimo Cellino c’è già stato, d’altronde, nel 1994 e nel febbraio 1997 sparò e ferì un ladro entrato nella sua villa. Classe ’56, appassionato di golf e di chitarra (ha una sua band), è l’idolo dei tifosi sardi. In Lega Calcio ha cambiato sovente bandiera e alleanze, e in Federcalcio, dove sino a poco tempo fa era consigliere federale (con Lotito, che coppia), l’hanno visto poco o nulla. Preferiva starsene a Miami, dove si è rifugiato negli ultimi anni. Da ieri mattina è tornato in carcere. C’era già stato la prima volta il 31 maggio 1994 con l’accusa di truffa ai danni della Cee e di peculato ai danni dell’Aima, quando era a capo dell’azienda di famiglia, la Sem Molini. Nel 2001 era stato condannato ad un anno e tre mesi per falso in bilancio, per illeciti sull’acquisito del Cagliari dai fratelli Orrù e sulla compravendita di Fonseca. Per questo scelse Miami. La scusa? Minacce di qualche pseudotifoso. Ma i sardi non dimenticano che con lui il Cagliari in 20 anni è rimasto 15 volte in A. Nel 1994 arrivò addirittura in semifinale Uefa, persa con l’Inter. Meritata la fama di mangia-allenatori. Ha portato in Sardegna anche Trapattoni. Ha scoperto Tabarez. E ne ha lanciati e strapazzati e poi cacciati tanti: a Ballardini ha fatto anche causa. Lui è così. Ha tenuto fermo un anno il portiere Marchetti, figuriamoci se lo può spaventare una eventuale causa per mobbing. Ha mandato in azzurro Matri e Biondini, e fra gli stranieri si ricordano Suazo e Dely Valdes. L’ultima battaglia è stata per lo stadio. Prima, il Sant’Elia, ma ci sarebbero voluti 20 milioni per renderlo a norma, poi il tentativo di costruirne uno a Elmas. Infine l’ospitalità di un vecchio amico, Mauro Contini, sindaco di Quartu. Insieme sono finiti in carcere.