Flavio Haver, Corriere della Sera 14/02/2013, 14 febbraio 2013
NEONAZISTI INTERCETTATI: «RICCARDI VA DEPORTATO È DA BRUCIARE VIVO» —
«Riccardi? Andrebbe bruciato vivo». La frase-choc è una delle tante, deliranti incitazioni all’odio razziale e antisemita e nei confronti di chiunque si sia esposto in prima linea per un’integrazione reale degli extracomunitari, che è stata registrata dagli investigatori nell’inchiesta sul forum italiano Stormfront, il gruppo neonazista che manifestava apertamente le proprie idee su un sito dedicato, pensando di riuscire a eludere le indagini. Secondo i nostalgici di Hitler, la «colpa» del ministro della Cooperazione, fondatore ed ex presidente della Comunità di Sant’Egidio, è quella di «collaborare con il Giudaismo internazionale e di voler far sparire gli italiani per favorire il meticciamento».
Le intercettazioni telefoniche, i messaggi istantanei e le conversazioni su speciali software «anonimizzati» sono emerse ieri durante l’udienza davanti al gip Carmine Castaldo, che ha ordinato il rinvio a giudizio dei quattro esponenti di Stormfront fatti arrestare a novembre (sono sempre detenuti) dal pm Luca Tescaroli dopo le indagini di Digos e polizia postale. Risponderanno di aver «promosso e diretto un gruppo, il cui fine era l’incitamento alla discriminazione e alla violenza etnica, religiosa e razziale», l’ideologo Daniele Scarpino, milanese di 24 anni, Diego Masi (originario di Ceccano, Frosinone) e Luca Ciampaglia (di Atri, Teramo), moderatori del forum, e Mirko Viola (di Cantù, Como), uno tra gli utenti più attivi. Dalle intercettazioni emergono anche contatti con CasaPound: in una conversazione proprio Viola parla con un altro giovane di Como dell’intenzione di organizzare un incontro. Il progetto (è la fine del luglio scorso) subisce però un rinvio perché «Iannone (leader di CasaPound ndr) non vuole esporsi, per il momento. Ne riparliamo a settembre...».
Nell’udienza si sono costituiti parte civile, tra gli altri, la Comunità ebraica di Roma, alcuni magistrati, il giornalista Marco Pasqua e lo scrittore Roberto Saviano. Ha, invece, rinunciato a costituirsi parte civile il presidente della Camera, Gianfranco Fini: in aula è stata depositata una lettera in cui rende noto di aver accettato le scuse degli imputati. Il processo si svolgerà il 28 marzo: rischiano una condanna fino a sei anni di carcere.
«Esprimo la mia vicinanza e solidarietà alle parti offese, in maniera particolare al ministro Riccardi. Le notizie ci fanno capire, ancora di più, quanto farneticanti e pericolose siano state le parole dei quattro animatori del sito neonazista», ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Quello che emerge è un quadro di eversione e di odio di matrice neofascista di una gravità assoluta. Esprimo totale vicinanza e solidarietà a tutti gli obiettivi di questo folle gruppo nazista, e in maniera particolare al ministro Riccardi e a Roberto Saviano», ha aggiunto il segretario del Pd del Lazio, Enrico Gasbarra. E mentre la presidente della Regione, Renata Polverini, ha definito «sconcertante quanto emerge dal processo», il capolista del Pd alle elezioni regionali per il Lazio, Jean-Léonard Touadi, ha invitato a «non dimenticare le celtiche apparse su un banchetto del candidato alla Regione per il centrodestra, Francesco Storace».
Flavio Haver