Carla Massi, Il Messaggero 13/2/2013, 13 febbraio 2013
LA FONDAZIONE DELLA CARLO ERBA
Correva l’anno 1867. Ad Agrigento nasce Luigi Pirandello e a Parma Arturo Toscanini, Giuseppe Garibaldi organizza una spedizione a Roma ma è sconfitto dalle truppe pontificie e dai francesi a Mentana, viene inaugurata la ferrovia del Brennero, Trieste diventa capitale della regione del litorale adriatico austriaco, Alfred Nobel inventa la dinamite, Ruggero Pascoli, padre di Giovanni, fattore dei principi Torlonia, viene ucciso a fucilate mentre torna a casa, a Milano la farmacia del dottor Carlo Erba si trasforma nella prima industria farmaceutica italiana.
Farmacista figlio di speziale conclude la sua storia da chimico industriale. Storia che viene raccontata, con foto, scritti, documenti, filmati, oggetti, pubblicità d’epoca, strumenti di lavoro, stampi per compresse nel Museo della scienza e della tecnologia di Milano. Una mostra aperta fino al 3 marzo.
Si intrecciano, così, le vicende personali di Carlo Erba, laureato in Farmacia a Pavia nel 1837, con quelle del nostro paese che cominciava a trasformare in grandi aziende la maggior parte delle attività artigianali. Anche quelle della salute. Dal laboratorio nel quartiere di Brera all’industria.
El sciur Carlo, come lo chiamavano i suoi dipendenti, era molto determinato a fare le cose in grande. Non si sposerà, non avrà figli. Negli appunti chiama l’azienda «casa». Dopo la sua morte, il fratello Luigi e altri discendenti assumeranno il controllo della ditta ma le comunicazioni commerciali continueranno a portare la firma di Carlo per decenni.
LE MEMORIE
«In tutta Italia - si legge nelle sue Memorie in mostra - non esistevano laboratori chimici-farmaceutici e la vendita dei medicinali veniva esercitata dai droghieri che li importavano dall’estero e specialmente dalla vicina Francia. L’Italia cominciava appena ad applicare le nuove teorie e a ricevere qualcuno dei nuovi prodotti suggeriti dalla scienza». Il percorso costruito dal museo milanese testimonia questa filosofia. L’esposizione, tra storia, scienza ed emozioni, è divisa in cinque isole: si scoprono oggetti di un trapassato remoto fatto di vasi di porcellana per le spezie, alambicchi e materiali inediti custoditi dal Centro per la cultura d’impresa. Traspare il desiderio di un’Italia autonoma, in grado di saper curare da sola i suoi malati. D’altronde, proprio in quegli stessi anni la figura del medico stava venendo alla ribalta una figura di medico che era insieme uomo di scienza e di carità. Dove non poteva arrivare con i suoi scarsi mezzi terapeutici dava conforto con la sua presenza, con l’aiuto morale e talvolta materiale. Augusto Murri, grande clinico di quel tempo diceva: «Il medico vero non può essere chi non sente imperioso nel cuore l’amore per gli uomini».
Quel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento ha battezzato il medico condotto. La mostra fa vedere anche questo. Anche il profilo dei camici bianchi in farmacia, al banco e nei laboratori.
MISS ITALIA
Anche un reportage della farmacia contemporanea firmato Alessandro Albert e Paolo Verzone che hanno fotografato decine di farmacisti, da Nord a Sud, sul loro posto di lavoro. In un minicinema vengono proiettati i film storici e i documentari. Dell’azienda ma anche delle ricerche che venivano avviate nel resto d’Europa. La sezione «Un sorriso per la scienza» ripropone alcune campagne pubblicitarie di successo per le diverse linee di prodotto Carlo Erba che hanno anche segnato la storia nel nostro costume. Come il concorso «Cinquemila lire per un sorriso» nato per Miss Italia.
LA TOSSE
Le pasticche per la tosse alla Codeina (analgesico, alcaloide contenuto nella polvere d’oppio) si tenevano in tasca allora e si tengono in tasca ora. Sono allineate in una scatolina giallo e nera, elegante nello stile e nella forma. Piccole opere d’arte grafica. La differenza: ora la codeina si somministra con maggiore cautela. Dal momento che svolge la sua azione deprimendo il centro cerebrale della tosse. Scatole dei farmaci e manifesti. Del «Latte di magnesia - purgante ideale per bambini», della bevanda al Tamarindo che «aiuta i più piccoli a sopportare il caldo», delle pastiglie di codeina anti-tosse, delle «Soluzioni ipodermiche sterilizzate per iniezioni ipodermiche», delle marmellate e la farina lattea. Oggi, un po’ come allora.