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 2013  febbraio 13 Mercoledì calendario

LA CADUTA DI ORSI: ARRESTATO PER LA TANGENTE INDIANA

[L’ad di Finmeccanica in carcere per la bustarella da 51 milioni] –
L’inchiesta che rischia di fare alla Lega Nord il danno subito dal Pd per Monte Paschi deflagra alle sei del mattino. I Carabinieri del Nucleo operativo del Noe, guidati dal capitano Pietro Raiola Pescarini e coordinati dal colonnello Ultimo, alias Sergio De Caprio, bussano alla porta di Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, un’azienda da 70 mila dipendenti per un fatturato di 17 miliardi di euro.
A Sesto Calende, in provincia di Varese, Orsi è già sveglio e sta per partire in aereo per Roma. Sale mogio sulla macchina del Noe mormorando: “Io ho lavorato per il bene del mio paese”. Non la pensa così il pm di Busto Arsizio, Eugenio Fusco, che alla vigilia di Natale ha chiesto l’arresto, accordato dal Gip Luca Labianca. L’accusa è concorso in corruzione internazionale per le mazzette pagate da Finmeccanica al “maresciallo Sashi Tyagi, capo di Stato Maggiore dell’Indian Air Force dal 2004 al 2007”. Le mazzette non sono esattamente quantificate dai magistrati. Trenta milioni di euro sarebbero stati pagati ancora nel dicembre scorso al consulente Christian Michel, soldi “in parte destinati a sostenere l’attività corruttiva”. Altre somme sarebbero state versate al maresciallo Tyagi per il tramite di un cugino al fine di aiutare l’azienda italiana ad aggiudicarsi l’ 8 febbraio 2010 “la fornitura di 12 elicotteri AW 101 VIP al prezzo stabilito di 556 milioni di euro”. Finisce agli arresti domiciliari anche Bruno Spagnolini, amministratore delegato di Agusta Westland. A entrambi i manager pubblici sono contestate anche le false fatture che hanno permesso a Finmeccanica (oltre alla creazione della provvista per le tangenti) di evadere imposte sui redditi per 21 milioni e 425 mila euro pagati a due società, la IDS Tunisia e la IDS India, riferibili in realtà ai due mediatori italo-svizzeri Guido Ralph Haschke e Carlo Gerosa, anche loro oggetto dell’ordinanza di arresto che però sarà eseguita dalle autorità elvetiche.
NEL CASO MPS INFATTI non c’è un solo politico indagato ma il Pd ha subito il contraccolpo nei sondaggi. Nel caso di Orsi e di Finmeccanica, i padrini sono tanti. La notizia che Orsi è indagato per corruzione internazionale risale a aprile. Il Fatto ha pubblicato a novembre le intercettazioni dei suoi colloqui in cui parlava di consulenze inutili date alla moglie del ministro Vittorio Grilli e note al banchiere Alberto Nagel. Eppure nessuno, a partire da Monti, ha fatto nulla per cacciarlo. Le intercettazioni pubblicate nella pagina a fianco (e anticipate già dal Fatto) dimostrano però chi deve assumersi la responsabilità della nomina del manager lombardo finito in carcere: Roberto Maroni, il segretario della Lega. Orsi gli offriva la sua casetta di Corvara per trascorrere le feste sulle piste . E la Lega ha tratto giovamento politico dal trasferimento della sede di Alenia - voluto da Orsi - da Pomigliano a Venegono, in Lombardia. Sempre alla Lega si riferiscono i manager sentiti dai pm quando devono ipotizzare un possibile destinatario delle mazzette richieste da Orsi. Accuse - va detto subito - un po’ fumose, tanto che il pm di Busto Arsizio Eugenio Fusco non contesta la corruzione in Italia o il finanziamento illecito, ma che restano agli atti.
“Su Orsi”, spiega Lorenzo Borgogni ai pm napoletani Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli che hanno avviato l’inchiesta poi trasferita a Busto, “ho raccolto voci dentro l’azienda relativamente all’acquisizione nel 2010 degli elicotteri dall’India. C’erano due intermediari, nonostante in India non possano essere usati: Christian Michel - amico di Orsi - e Guido Haschke di Lugano, che sommavano complessivamente 41 milioni di euro di provvigione. Orsi ha proposto di aumentare di dieci milioni il compenso da dare ai due e di portarlo a 51 milioni di euro. Secondo la voce che gira in azienda” prosegue Borgogni, “Haschke sostiene che (Orsi chiedeva) questi soldi per dare fondi ai partiti che lo hanno appoggiato per la nomina a Finmeccanica: Lega e Cl”. Le accuse di Lorenzo Borgogni erano il punto di partenza (già noto) dell’inchiesta. Inediti sono invece i verbali dell’amministratore delegato di Ansaldo Energia, Luciano Zampini, sentito come testimone dai pm di Busto Arsizio il 14 novembre scorso. “Mi è stato riferito da Guarguaglini e Borgogni (rispettivamente ex presidente ed ex direttore centrale della holding, Ndr) che all’incontro che aveva preceduto la nomina di Orsi avevano partecipato Roberto Maroni, Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli e Gianni Letta. I leghisti avevano fatto prevalere... il nome di Orsi. Guarguaglini mi aveva detto che Letta e Berlusconi erano per la mia nomina, Tremonti non era in disaccordo, solo la Lega spingeva per Orsi”. Perché il Carroccio spingeva Orsi? Zampini cita le “illazioni” riferitegli dall’amico italo-svizzero. “Haschke mi parlò di una retrocessione ... e fece anche un commento. Era particolarmente stupito, perchè questa richiesta veniva, manco a farlo apposta, un paio di giorni dopo la nomina di Orsi quale amministratore delegato di Finmeccanica. Haschke fece in particolare un’illazione. Mi disse: ’La retrocessione che mi è stata richiesta magari serviva a Orsi per ricompensare la Lega”. In altri termini, serviva “a disobbligarsi - riassume il gip - con alcuni esponenti politici che avevano appoggiato la sua candidatura a presidente e ad di Finmeccanica, politici appartenenti al partito della Lega”.
Le dichiarazioni di Borgogni erano state secca-mente smentite a suo tempo da Maroni. E anche Haschke ha detto ai pm di non aver riferito a Zampini le cose in quei termini, mentre l’avvocato Amodio, legale di Orsi, ricorda che “è stata archiviata l’ipotesi di un cospicuo finanziamento alla Lega”. Più solida appare l’accusa sul versante indiano. Il pm Fusco e i carabinieri del Noe hanno avuto il merito di non mollare la pista individuata dai pm napoletani e così il 13 novembre del 2012 c’è stata la svolta, grazie alla confessione di Haschke. Il mediatore svizzero racconta che tramite il suo socio, Gerosa, agganciò nel 2005 il cugino del capo di Stato maggiore indiano, competente sulla commessa. Incontro sei volte il maresciallo Sashy Tyagi, un personaggio così influente nella sua famiglia, ha raccontato Haschke, che i parenti lo salutavano baciandogli i piedi. Mediatori italiani e indiani si accordano per dividere al 50 per cento le consulenze incassate nel caso in cui l’affare fosse andato in porto.
AGUSTA È IN GARA per la commessa da 556 milioni con i francesi di Eurocpoter e gli americani di Sykorski. Gli elicotteri italiani hanno un handicap: la quota di volo. Grazie al maresciallo Tyagi però, spiega Haschke, la quota minima è ridotta a 15 mila piedi e Agusta rientra in partita. Il cavallo indiano corre bene. A questo punto Haschke e Gerosa cercano di siglare il contratto di consulenza con Agusta: chiedono una percentuale tra il 5 e il 10 per cento. Orsi accetta di chiudere ma impone un altro mediatore, il suo amico Christian Michel. Haschke racconta di avere firmato un contratto il 3 gennaio 2007 pari al 5 per cento della commessa: “i costi reali erano dell’1,5 per cento la restante parte è in realtà la provvigione mia e di Gerosa da ripartire con gli indiani nel seguente modo: 60 per cento alla famiglia Tyagi e 40 per cento a me e Gerosa”.
Durante la perquisizione i Carabinieri trovano altri contratti pronti per replicare lo schema nel 2010 sempre con Agusta e sempre in India. Il gip scrive che “il pagamento di tangenti” è “una filosofia aziendale da ripetere anche in futuro”. Gli italiani non ci fanno una bella figura. Haschke racconta che una sera Orsi mandò al tavolo della delegazione americana che aveva perso la gara una bottiglia di vino con un bigliettino: “non sempre si può vincere”. Racconta Haschke: “Il capo delegazione americano si alzo dal tavolo arrabbiatissimo e abbandonò il locale”.


MARONI DISSE: “SEI L’UOMO MIGLIORE PER QUESTO RUOLO” [Le intercettazioni tra il segretario del carroccio e l’ad dell’azienda la riconoscenza per quanto fatto dall’ex ministro dell’interno e l’invito del dirigente a passare nella casa in montagna le feste 2011] –
È il 1° dicembre 2011, Roberto Maroni è l’ex ministro dell’Interno che si appresta a “ripulire” a colpi di ramazza la Lega. Giuseppe Orsi è l’amministratore delegato di Fimeccanica dal maggio 2011. In questa conversazione telefonica, agli atti dell’inchiesta della Procura di Busto Arsizio, Maroni fa i complimenti a Orsi, che lo ringrazia per quanto fatto per lui.
Giuseppe Orsi: Pronto...
Roberto Maroni: Non so se è la fine del calvario o se comincia adesso...
Giuseppe Orsi: Io credo che cominci adesso, caro Roberto.
Roberto Maroni: Ma c’era da aspettarselo perché... però mi sembra che sia andata nel modo migliore.
Giuseppe Orsi: Sì, sì... è un po’ pesante tutte e due assieme... però... qualcuno ingombrante o non allineato, meglio così, insomma...
Roberto Maroni: Ma poi sai è il riconoscimento indiscusso della tua professionalità e del fatto che tu sei l’uomo migliore che poteva reggere questo peso qui, no, al di là di tutte le polemiche che legano Lega...
Giuseppe Orsi: Certo.
Roberto Maroni: Che poi io e te sappiamo com’è andata, no, e sappiamo che...
Giuseppe Orsi: Io dico sempre comunque se non c’è Maroni a fare l’ultimo miglio, col cavolo che io qua c’ero, penso fanno tutti i bravi...
Roberto Maroni: Esatto...
Giuseppe Orsi: Però alla fine quella domenica là, la telefonata l’hai fatta tu...
Roberto Maroni: E sì infatti... per cui sono molto soddisfatto. Giuseppe Orsi: Adesso non so... se sono soddisfatti non so se ringraziarti o volertene... certamente te ne vuole... dai ci vediamo presto, qui a Roma. (...) O dove ti capita...
Roberto Maroni: A sì, adesso mi diverto ad andare in tv.
Giuseppe Orsi: Ti diverti... ho visto quello della pensione... tanto vale che abbiamo già fatto tutto un po’ di anni fa.
Roberto Maroni: Esatto.
Giuseppe Orsi: Il mio pia... cos’è che ha detto, il mio piccolo piano, qualcosa del genere... dai ci vediamo presto e grazie comunque del tuo supporto.
IL RUOLO DI PASSERA
Il 21 dicembre 2011 Orsi ribadisce a Maroni la riconoscenza per essere stato nominato ad di Finmeccanica, grazie a lui e che sta facendo un po’ di “pulizia”.
Giuseppe Orsi: Come va lì?
Roberto Maroni: Come va... bene... e tu? Dentro quella gabbia di matti? Ti vedo, ti sento...
Giuseppe Orsi: La lista l’abbiam pulita, insomma.
Roberto Maroni: Infatti, avevo parlato con Passera per altre cose e lui mi ha detto che era stato lui a insistere per la tua, non solo per la tua riconferma, ma anche per l’estensione a... poi non so se è vero o no. Ma perché poi a cose fatte tutti si accreditano la vittoria.
Giuseppe Orsi: Ascolta ancora l’altra sera uno che... amico no? Gli ho detto: voi non mi rompete i coglioni, no? Io dico perché anche se mi sentono, viene registrato, no?Sarà che sono o non sono della Lega, ma se non c’era, se non c’era Maroni, io qua non c’ero oggi quindi comunque nel bene o nel male, ringraziatelo o meditatelo se non vi vedo bene. Ne parleremo quando magari da pensionati ci berremmo qualcosa.
Roberto Maroni: Diventando istituzionale ti potrei rispondere che l’abbiamo fatto per il bene del Paese, ecco però...
Giuseppe Orsi: Sì, sì. Una buona notizia ce l’ho adesso perché in America abbiamo preso come capo della Finmeccanica, il vice segretario della Difesa, cioè il capo del vicecapo del Pentagono... ha accettato di venire a lavorare con noi e quindi anche in America riusciamo a dare una bella.
(...)
NATALE A CORVARA
Roberto Maroni: Mia moglie lavora... la fate lavorare anche durante le vacanze di Natale.
Giuseppe Orsi: È Caporaletti (presidente di Alenia Aeronautica, ndr), chiamalo... (...) senti, io ho una casa a Corvara, che rimane vuota perché non ci andiamo, quindi vabbè... sentiamoci in quei giorni lì. (...) Se vuoi andare su due o tre giorni, è bellissimo... è un albergo quindi...
Roberto Maroni: Ah, ti ringrazio davvero, va bene, va bene. Senti una cosa... lì per quanto riguarda l’Aermacchi? L’ex Aermacchi, come funziona poi adesso con la fusione il consiglio d’amministrazione?
Giuseppe Orsi: Considera che fondendo, li stiamo fondendo, credo sia previsto che rimanga uno, che credo sia Mascetti. E uno di qua, uno di là agli altri interni.
Il 26 dicembre 2011 Orsi ribadisce la disponibilità per la sua casa in montagna (Corvara, provincia di Bolzano) a Maroni. E poi gli parla delle epurazioni Finmeccanica.
Giuseppe Orsi: Allora, noi andiamo su a Corvara. (...) Andiamo su il 30, quindi fino al 30 la casa è libera. (...) Roberto Maroni: Ti ringrazio, credo di non riuscire ad andare, c’ho una cosa che devo andare a Bergamo per la Lega. (...) Novità lì?
Giuseppe Orsi: No... e bè, cioè adesso c’è d’avere i numeri... Adesso bisogna far tornare i numeri. E quindi cioè... ormai sono andati via in venti, eh! Di prima linea eh! Pulizia fatta...
Roberto Maroni: Eh bè, questo era l’obiettivo numero uno.
Giuseppe Orsi: Numero uno, quindi adesso si deve partire speriamo.
Roberto Maroni: Ritorsioni, minacce?
Giuseppe Orsi: No no, ci sono un po’ sottobanco con la stampa così... fa un po’ parte dell’Italia, del sistema... Se se ne preoccupa troppo non si fa niente quindi... Roberto Maroni: No, poi tu hai avuto anche buon sostegno da parte del governo entrante...
Giuseppe Orsi: Sì sì, ma poi non... poi proprio veramente non ho niente ma niente, possono andare a sgusciare anche il mio trisnonno e quindi mi sento veramente tranquillo.
Roberto Maroni: Anche su di me, credo ne abbiano cercate di cotte e di crude in questi anni ma non hanno trovato niente perché non c’è niente (...) Si può sempre inventare però poi dopo le bugie hanno le gambe corte.