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 2013  febbraio 13 Mercoledì calendario

UN COLPO ALLA CREDIBILITÀ

La prima nomina del governo Monti e una delle ultime di Berlusconi. Giuseppe Orsi è stato nominato a.d. di Finmeccanica il 4 maggio 2011 dal ministro Giulio Tremonti e il primo dicembre, pochi giorni dopo l’insediamento di Monti, ha ottenuto anche la presidenza, con le dimissioni di Pier Francesco Guarguaglini. Forse anche per questo, malgrado dal 24 aprile 2012 si sapesse che Orsi è indagato per corruzione internazionale, Monti non è intervenuto, almeno per affiancarlo con un altro manager. In una fase già critica, Finmeccanica rischia altre conseguenze, il divieto a stipulare appalti con lo Stato. Lo stesso rischio lo corre l’AgustaWestland, la controllata più importante del gruppo aerospaziale e della difesa controllato dal ministero dell’Economia, proprietario del 30,2% del capitale di una società che, dopo la caduta di ieri del 7,31% (a 4,414 euro per azione), secondo la Borsa vale appena 2.500 milioni di euro. Il resto del capitale è frammentato tra 438mila azionisti. Se si considera che Finmeccanica è il secondo gruppo industriale italiano dopo la Fiat, con ricavi nel 2011 per 17,5 miliardi di euro e 68.321 dipendenti al 30 settembre 2012, questo modesto valore, pur scontando le sensibilità della Borsa, dà l’idea del senso di declino che c’è intorno alla grande industria italiana. La reputazione e l’immagine di Finmeccanica e delle sue aziende sono già state indebolite da altre indagini negli ultimi anni: è stata archiviata quella sull’ex presidente e a.d. Pier Francesco Guarguaglini, ma ci sono altre inchieste in corso con dirigenti e amministratori di società messi agli arresti, mentre si dovrebbe chiudere con il patteggiamento a un anno di reclusione l’indagine su Marina Grossi, moglie di Guarguaglini. Oltre a questo, la holding aerospaziale rischia una sanzione ulteriore perché da settembre è indagata per corruzione internazionale per le presunte tangenti versate per ottenere la commessa dal governo indiano di 566 milioni di euro per vendere 12 elicotteri Aw101. L’estensione dell’indagine a Finmeccanica e ad AgustaWestland è stata decisa dal pubblico ministero Eugenio Fusco da Busto Arsizio, in base al decreto legislativo 231 del 2001 sulla responsabilità delle imprese per illeciti commessi da amministratori e dipendenti. L’arresto di Orsi nella pienezza delle cariche, con tutti i poteri di amministrazione e il doppio incarico di presidente e unico amministratore delegato, espone Finmeccanica (e Agusta per il ruolo di Bruno Spagnolini, anch’egli agli arresti, domiciliari) a maggiori conseguenze se le accuse saranno provate. Potrebbe infatti scattare la «sanzione interdittiva» alla società, con il divieto a stipulare contratti con la pubblica amministrazione. Poiché il ministero della Difesa è il cliente più importante di Finmeccanica, un simile divieto farebbe perdere alla società appalti per centinaia di milioni se non miliardi di euro. Un divieto analogo, per un anno, è stato inflitto nel 2004 alla tedesca Siemens, per le tangenti pagate per gli appalti Enelpower: lo decise il gip di Milano Guido Salvini su richiesta dei pm, tra i quali c’era Fusco, oggi accusatore di Orsi. L’altra coincidenza è che l’avvocato di Siemens era Ennio Amodio, lo stesso penalista che difende Orsi. Il governo Monti ha ritenuto di non intervenire sul vertice (ha spiegato i motivi in una nota, come riferito in un altro servizio a pag. 2), benché fosse stato sollecitato a prendere posizione anche dal Sole 24 Ore il 6 novembre scorso. Secondo indiscrezioni trapelate nel luglio 2012 e non smentite, i pm di Napoli, prima del passaggio dell’indagine a Busto Arsizio, in un colloquio con il capo di gabinetto del ministero dell’Economia, Vincenzo Fortunato, avrebbero avvertito il governo della delicatezza degli sviluppi dell’indagine su Orsi. L’arresto di Orsi, che non si dimette, coglie il gruppo in una fase difficile, di appesantimento della situazione finanziaria e indebolimento degli ordini, mentre cova sotto la cenere la polveriera degli esuberi alla SuperSelex. Orsi aveva posto al centro del suo piano industriale un programma di cessioni di attività nel civile e partecipazioni di minoranza per incassare «un controvalore di circa un miliardo di euro» entro il 2012 e ridurre così l’indebitamento finanziario. Quest’obiettivo non è stato raggiunto. Come Il Sole 24 Ore ha ricordato il 15 gennaio, dalle dismissioni Finmeccanica non ha incassato nulla nel 2012. Il 21 dicembre ha annunciato l’accordo per cedere il suo 14,3% di Avio, dal quale – ha detto – incasserà 260 milioni nei prossimi mesi. L’operazione più controversa è la cessione del 55% di Ansaldo Energia. Orsi ha trattato con Siemens, poi sono arrivati anche i coreani di Doosan e Samsung. Ma l’operazione è ancora in alto mare ed è osteggiata da molte forze politiche, tra cui il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, per il timore dell’ulteriore impoverimento industriale italiano. Dopo che Orsi ha imposto svalutazioni e accantonamenti il bilancio 2011 ha dichiarato una perdita di 2.345 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2012 Finmeccanica ha dichiarato un utile netto di 118 milioni. Ma i debiti finanziari netti hanno continuato a salire, fino a 4.853 milioni, 164 milioni in più del patrimonio netto, che segna il livello di guardia.