Fabrizio Salvio, SportWeek 26/1/2013, 26 gennaio 2013
COME CORRONO QUESTI RAGAZZI
[Achille Polonara e Nicolò Melli]
Insieme hanno vinto l’argento all’Europeo Under 20, uno contro l’altro potrebbero giocarsi la coppa Italia. Due indizi forse non fanno una prova, ma bastano per dire che la pallacanestro italiana passa (anche) dalle mani di Nicolò Melli e Achille Polonara, 22 e 21 anni. Il primo gioca in un’Olimpia Milano cui patron Giorgio Armani chiede di vincere finalmente dopo anni di cospicui investimenti e relative delusioni, il secondo sta nella Cimberio Varese capolista a sorpresa del campionato. Hanno lo stesso ruolo – ala – e uguali prospettive: diventare cardini delle rispettive squadre di club e in Nazionale. Se la base per riuscirci è data da freschezza e spontaneità, sono a buon punto.
La prima palla da basket toccata?
MELLI «Papà mi ha messo in mano il pallone che ero ancora in culla. Non è per dire: ho la foto».
POLONARA «Da piccolino, negli intervalli delle partite di mio fratello, più grande di me di 7 anni».
Ricordi legati alla prima partita?
M «Il salto per la palla a due. Sono andato su col pugno chiuso».
P «Sinceramente no».
Il canestro più bello da ragazzi?
M «Quello che ci fece vincere il derby contro il Basket 2000 Jolly. Giocavo nella Pallacanestro Reggiana, era minibasket, e la mia società a quel livello non aveva mai vinto la stracittadina».
P «Un gancio quasi dalla linea dei 3 punti a 9-10 anni».
E quello che non dimenticherete da professionisti?
M «Il canestro che quattro anni fa contro Pistoia fece vincere a Reggio Emilia il campionato di A2».
P «Non è che ne abbia fatti tanti... Diciamo un alley-oop quest’anno in casa contro Sassari».
Alle vostre partite di bambini erano sempre presenti papà e mamma?
M «Sempre, e continuano tuttora».
P «Sempre: seguivano mio fratello, di conseguenza...».
Chi dei due faceva più casino?
M «I miei non sopportano quelli che urlano intorno a loro».
P «Mia madre, papà è più moderato».
Il miglior consiglio di papa?
M «Lavora duro, sii umile, resta te stesso».
P «Rispetto per tutti, paura di nessuno».
Il cazziatone più grosso ricevuto?
M «A mio padre bastava uno sguardo perché io restassi pietrificato».
P «Mai di troppo duri. Magari gli sarebbe piaciuto che, oltre che nel basket, riuscissi bene pure a scuola».
Il desiderio che i vostri non hanno mai esaudito?
M «C’era qualcosa, ma era talmente grossa che, ti giuro, non me la ricordo... Ho preferito rimuovere...».
P «Non posso lamentarmi: nei limiti, mi hanno accontentato in tutto».
Tatuaggi?
M «Nessuno. Sono contrario. Poi magari tra 10 anni sarò coperto dalla testa ai piedi, ma la vedo difficile».
P «Uno: la palla da basket sotto all’avambraccio sinistro».
All’Europeo eravate in camera insieme. Chi russava di più?
M «Io sono un russatore».
P (conciliante): «Magari respiravi forte».
Il più disordinato?
P «Quello forse io».
M «Hai pure dei dubbi?! Già la stanza è piccola, almeno non buttare la roba in giro come viene!».
L’idolo di sempre?
M «Mike Mitchell, giocava a Reggio Emilia».
P «Michael Jordan».
Polonara è...
M «Un’ala grande mancina» (risata).
Nicolo è...
P Un bravissimo ragazzo col quale ho condiviso una gioia enorme, l’argento europeo, e col quale spero prima o poi di giocare nella stessa squadra di club».
Quante volte a cena insieme?
«Mai in privato» (in coro).
Il colpo che rubereste all’altro?
M «L’energia e il salto».
P «La difesa».
Di LeBron vorreste?
M «Un anello Nba».
P «Tutto».
Di Bryant?
M «Una maglia nei Lakers».
P «I suoi anelli Nba».
Il primo bacio?
M «Gita alle medie».
P «A 12-13 anni».
Fidanzati?
M «Mi è stato detto di dir di sì» (ride).
P «Sì».
Meglio uscire con una che ama lo sport e però ne parla tutta sera o con una che non ne sa nulla e però non gliene frega niente che sei famoso?
M «Da digiuna di basket che era, la mia ora fa l’intenditrice, ma è sopportabile».
P «Io forse sto con la mia ragazza proprio perché non sa niente di pallacanestro».
Ma una velina come i calciatori...?
M «No».
P «Assolutamente no».
La storia di Armstrong vi ha sorpreso, schifato o addolorato?
M «Me l’aspettavo. A schifarmi davvero è la complicità delle istituzioni».
P «Mi ha sorpreso».
Andrete a votare?
«Sì. Perché ci credo».
P «Non penso che avrò la possibilità».
Seguite la moda?
M «SÌ! SÌ!» (lo grida pensando allo sponsor e proprietario della squadra. Armani).
P «Sì».
Quanto spendete in abbigliamento, e per cosa?
M «Pochissimo, e per niente in particolare».
P «Molto: per felpe, jeans, magliette».
Ultima vacanza fatta?
M «Eurodisney con la ragazza».
P «D’estate in Sicilia».
Il posto dove vorreste andare?
M «Nuova Zelanda».
P «Miami».
E dove tornereste?
M «Lampedusa».
P «Barcellona».
Controllate il vostro estratto conto o non sapete quanto avete in banca?
M «Controllo, ma senza frenesie».
P «Controllo: sono uno spendaccione».
Credenti?
M «No».
P «Sì, ma non praticante».
Si avvicina un bambino povero: gli allungate una moneta o tirate dritto per non alimentare lo sfruttamento minorile?
M «Piuttosto gli compro un panino».
P «Dipende da cosa provo a vederlo».
Ultimo libro letto?
M «Open, l’autobiografia di Agassi».
P «Brutta domanda. Alle Medie, forse».
Ultimo film visto?
M «Non è mai troppo tardi».
P «I due soliti idioti».
Ultima app scaricata?
M «Manager di calcio».
P «I-burraco».
Musica preferita?
M «Un po’ di tutto, italiani compresi, con una predilezione per Dalla».
P «Hip hop».
Vespa o Santoro?
M «Piuttosto che Vespa...».
P «Nessuno dei due».
Commedia o pornazzo?
M «Commedia spinta...».
P «Beh, pornazzo!».
Facebook o Twitter?
M «Nessuno dei due».
P «Tutti e due».
Cosa vi ha dato e cosa vi ha tolto il basket?
M «Mi ha regalato esperienze ed emozioni che molti non faranno mai, e me ne ha tolte altre più comuni che però mi dispiace non aver fatto, tipo andare in vacanza coi genitori o la ragazza».
P «Mi ha dato tanto, togliendomi la possibilità di stare con famiglia e amici».
Melli e Polonara: da grande sarò?
M «Spero un buon padre».
P «Non so, vivo giorno per giorno».