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 2013  febbraio 13 Mercoledì calendario

GRILLO E GLI ELOGI DEGLI AMERICANI: “INCONTRAI ANCHE I TEDESCHI” [A

Bergamo scalda la folla di giovani e signore impellicciate] –
«Io voglio defiscalizzazioni totali per i giovani che aprono un’azienda, nei primi due anni di vita», dice. «Voglio che mia figlia e quelle come lei, con master e contromaster a fare ripetizioni private, non debba impazzire dietro a una partita Iva assurda e all’Inps, l’Inps (e ride) che ha dieci miliardi di contributi silenti di gente che non è riuscita a riscattarli». Spiega che «le piccole e medie imprese che assumono ragazzi sotto i 35 anni dovrebbero avere sgravi fiscali totali». Era venuto qui, Beppe Grillo, nella Bergamo che è dietro Milano ma in fondo è già Nord-Est e spirito veneto, con l’idea di parlare molto di fisco, partite Iva, piccole imprese. E l’ha fatto, nel suo show. Ma da grande improvvisatore qual è ha adattato lo spartito cogliendo al volo, a colpo d’occhio, il dato impressionante della folla di piazza Vittorio Veneto: non che fosse piena - che considerata la città, il freddo polare, e l’orario non era tra l’altro scontato - ma che fosse piena di under 40, di cui moltissimi anche under 25. Nella piazza tagliata dal sentierone e il lungo viale intitolato guarda caso a un Papa (Giovanni XXIII), ce n’è molto più del 20 per cento che, secondo Il Mulino, è la sua base tra gli under 30.

Chi sono, cosa votavano, poi, questi giovani del Nord-Est? «C’è un po’ di tutto», racconta Fabio Gregorelli, uno dei fondatori del meet up locale. «Ci vediamo in due bar», e attenti anche ai simboli: uno è un circolo Arci (Grumellina), e un altro è il bar Bopo di Ponteranica. «Siamo 1200 iscritti, ma molti, molti di più quelli che passano». Ci sono studenti, ma anche ex studenti che si devono inventare un lavoro. Come Fabio, studi da geometra e ora dipendente in una società di design. O Fabrizio, che lavora nella ristorazione; è venuto qui assieme a Matteo, due simpatiche barbe da monaci ortodossi, «sì, lo votiamo», e prima cosa votavano? «Vari partiti della sinistra, siamo anche consiglieri di una lista civica in un piccolo paese qui vicino». Oppure prendi tre ragazze carine, vestite acchittate, per niente protestatarie, diresti: Eleonora, Nicole e Lidia - rispettivamente iscritte a lettere e Farmacia a Milano, e a Lingue a Torino, ma tutte bergamasche - che spiegano di votarlo «perché è l’unica chance da tentare, l’unico che non abbia ancora potuto deludere». E prima? Risposta corale, «non votavamo».

Naturalmente è platea composita, quella di questi cinquemila bergamaschi. Se è vero che L’Eco di Bergamo «non ci sta aiutando affatto», lamenta Fabio («hanno messo solo alla fine l’annuncio dell’arrivo di Grillo, e segnalandolo assieme a Brunetta...»), vedi poi arrivare curiose anche signore impellicciate, o assai ben messe con colbacchi di Dior, che non paiono avvertire echi di crisi greca, diciamo così. Eppure sono venute da Grillo. Lei che «votavo Lega» dice semplicemente che s’è stufata, «sono stati una vergogna». E in effetti.

Nella giornata dell’arresto di Orsi, e dei guai di Formigoni, Beppe praticamente segna a porta vuota. «Ha dato le dimissioni il Papa, cazzo, e questi sono ancora qua. Io non voglio pensare che c’entrino le tangenti dello Ior nella vicenda Antonveneta, penso che quello è un tedesco, una persona seria, e s’è accorto della crisi drammatica della Chiesa, anche di vocazioni. Invece i politici...». Devasta la Lega, ovvio: «Che devo dire, Finmeccanica, l’azienda italiana più grande, 70 mila dipendenti, e Orsi chi l’aveva messo? Maroni, ma non dico che è colpa di Maroni, è un sistema. E Scaroni? L’ha messo Berlusconi. Oppure le regioni, cosa fanno? Al 70 per cento ospedali e sanità, piazzano primari amici loro, come Formigoni, e si spolpano tutto». Breve nota a sé sul Professore: «Questo Monti mi dà del tu, dice che ridurrò l’Italia come la Grecia... Ma vi rendete conto?!? Sono quelli come lui che hanno ridotto la Grecia così. È un povero burocrate rimasto agli Anni Settanta, anche nella comunicazione, quello spot penoso... mi è venuta la lacrima.. e il cane, la cagnetta... È salito in politica con Fini e Casini...». Boato della folla, ovviamente. Che se la ride.

A breve ci sarà la Valsusa: «Un luogo simbolo per noi. Non vedo l’ora di tornare lì. Ci sarà Perino, credo, abbiamo anche sette cause insieme...». Chiacchierando sul camper, prima di andar via, il comico leader fa persino una distinzione tra giornali: «Io lo so che qui c’è Retequattro e Studio aperto, che Repubblica titola su me e Al Qaeda, ma apprezzo chi fa inchieste come la Stampa sugli Usa che elogiano la credibilità non mia, della nostra comunità. Non avrei voluto dire nulla l’avevo promesso a Spogli - ma vedo che ne parlano loro e allora le dirò un’altra cosa: incontrai anche ambasciatore tedesco, Steiner, e sa che mi confessò? Che ci consideravano l’unica cosa promettente per dare una speranza a chi è fuori, oggi in Italia». Ecco, non c’è solo Monti a parlare le lingue.