Gabriella De Matteis, la Repubblica 13/2/2013, 13 febbraio 2013
TANGENTI, L’EX MINISTRO FITTO CONDANNATO A 4 ANNI
BARI
— L’ex governatore pugliese Raffaele Fitto è colpevole dei reati di corruzione, finanziamento illecito ai partiti e abuso d’ufficio: lo ha deciso la seconda sezione penale del tribunale che ha condannato l’ex ministro a 4 anni. Tre anni e sei mesi, invece, per l’imprenditore romano Giampaolo Angelucci. Secondo i giudici Fitto nella campagna elettorale del 2005 ricevette una tangente da 500mila euro da Angelucci: in cambio fece assegnare al Consorzio San Raffaele, l’appalto da 198 milioni di euro per la gestione delle residenze sanitarie assistite. L’ex ministro è stato ritenuto responsabile anche di uno dei due episodi di abuso d’ufficio, relativo allo stanziamento dei fondi per gli oratori destinati inizialmente all’impiantistica sportiva. Assolto invece dal reato di peculato e da un’altra contestazione di abuso d’ufficio, Fitto è stato condannato anche all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e ad un anno di inibizione a trattare con la pubblica amministrazione. La corte ha anche deciso la confisca di beni per oltre 6 milioni di euro al gruppo Angelucci. I giudici hanno sostanzialmente accolto le tesi dell’accusa sostenuta dal pm Renato Nitti, elevando tredici condanne in un processo che contava trenta imputati. Il peculato era relativo ad un episodio riguardante l’utilizzazione del fondo del presidente: secondo l’accusa, l’ex ministro avrebbe utilizzato impropriamente i soldi per finanziare iniziative elettorali. Per un altro episodio di corruzione, contestato a Fitto i giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla procura. Il caso è quello delle presunte pressioni esercitate da Fitto perché a un’emittente locale salentina venisse affidata la trasmissione di alcuni spot di Aeroporti di Puglia, società controllata dalla Regione.
Il processo Fiorita si è chiuso così, dopo tre anni. Fitto era arrivato in aula dieci minuti prima delle 22 con uno dei suo legali, l’onorevole Francesco Paolo Sisto. Ha seguito il processo sino all’ultimo, partecipando alle udienze più importanti, cercando e trovando atti e delibere che a suo dire lo scagionerebbero. La procura per lui aveva chiesto 6 anni e 6 mesi di reclusione. La sentenza arriva alla vigilia della visita a Bari del leader del Pdl Silvio Berlusconi.
I giudici della seconda sezione, presieduta da Luigi Forleo, si sono riuniti in camera di consiglio lunedì pomeriggio dopo le controrepliche dell’accusa e della difesa, interventi che hanno riguardato principalmente la posizione di Fitto e Angelucci. La corte (giudici a latere Clara Goffredo e Marco Galesi) ha trascorso una notte in albergo, per una riflessione ininterrotta e non semplice.