Carla Bardelli, Vanity Fair 6/2/2013, 6 febbraio 2013
LIOFIGLIZZATA
Quando la incontri, alle 8 e mezzo di mattina, in un loft parigino, pensi che il tempo si sia fermato. Lio, la diva yé-yé degli anni ’80, diventata famosa cantando Le Banana Split, ha compiuto i 50. Eppure, non è così diversa da quella ragazza che nel 1987, esibendosi all’Olympia con pancione a vista e giarrettiere sexy, fece scomodare i vertici della Chiesa cattolica e provocò la rivolta dei benpensanti.
La sua è sempre stata una vita al massimo: sei figli, milioni di dischi venduti in tutto il mondo, cinema, Tv. Sempre quel sorriso sbarazzino, accompagnato da una impertinente ironia che l’ha resa unica. Come quando – fino al 2009 –, stando in giuria in Nouvelle Star (la versione francese di X Factor), si faceva notare per le sue battute a sfondo sessuale.
Ma dietro quel sorriso c’è anche un uomo – il padre di Garance e Léa, le gemelle nate nel 1999 – di cui non vuole più fare neanche il nome (lo facciamo noi: è il cantante francese Zad), e che l’ha picchiata selvaggiamente per tre anni. «Una violenza quotidiana, anche in gravidanza, o mentre allattavo, sotto gli occhi atterriti dei miei altri tre figli piccoli», mi dice abbassando lo sguardo. Poi lo rialza, e commenta il tetto di vetro che inonda di luce il loft: «Questo posto sarebbe perfetto per coltivare la marijuana», ride.
L’ultimo exploit televisivo di Lio è nella serie di France 2 Tiger Lily, dove è una lesbica con un figlio adottato, che cerca di averne un altro: per questo, adesso che il Parlamento francese dovrebbe approvare la legge sul «Matrimonio per tutti», è diventata un simbolo gay. Intanto, sta per uscire il suo nuovo album, Testament, che sarà lanciato a primavera. «Sarà un mix dei miei migliori pezzi, e di canzoni che prendo in prestito da grandi autori, come Paolo Conte e Adriano Celentano, che amo da sempre», spiega mentre si mette a ballare cantando Svalutation.
Dove trova tutta questa energia alle otto e mezzo del mattino?
«Quando si hanno sei figli e si devono mantenere tutti, perché i padri spariscono senza pagare un soldo per il mantenimento, conviene alzarsi presto e rimboccarsi le maniche. Di solito mi sveglio alle 6, preparo la colazione a tutti, mi occupo della casa. Poi. comincio a lavorare».
Non ha mai trovato l’uomo giusto?
«Al contrario. Tranne uno, erano tutti troppo giusti e troppo intensi: fuochi di paglia, che si sono consumati in tempi molto brevi, lasciandomi l’immenso regalo di un figlio o due. Ho sempre cercato uomini molto affascinanti, a volte borderline, inadatti a essere padri. Ma non ho rimpianti: ho vissuto in maniera intensa, e questo per me contava».
Il padre di Nubia, la sua primogenita che oggi ha 25 anni, è l’affascinante Michel Esteban, produttore musicale, direttore di giornali, intellettuale.
«Michel è rimasto un buon amico. Ho dovuto strapparlo a una giovane e altrettanto affascinante Anna Wintour, che lo amava alla follia. Nato nella banlieue parigina da una famiglia operaia, era stato in prigione per furto: non era un delinquente, semplicemente amava troppo i bei vestiti e soprattutto le scarpe. Quando uscì di galera, se ne andò a New York a fondare Ze Record, un’etichetta prestigiosa negli Stati Uniti degli anni ’80. Aveva quindici anni più di me, l’ho davvero amato molto, ma ci siamo lasciati quando la bambina era in fasce».
E gli altri?
«Con il regista Alexis Tikovoi ho fatto due figli, Igor e Esmeralda, che hanno 19 e 18 anni. Forse questa è stata la storia più normale, eravamo quasi una vera famiglia. Ma poi l’amore è finito, e nello stesso periodo, dopo che avevo venduto milioni di dischi, nessuno voleva più saperne di me. Il mostro è arrivato in quella fase di vulnerabilità: un uomo tanto affascinante quanto perverso, un predatore che ha conosciuto la violenza da bambino, per colpa di un padre sadico. Ha preso il controllo della mia vita, svuotandomi completamente».
Come ha potuto una donna con la sua energia lasciarsi andare a un’esperienza così devastante?
«Purtroppo può capitare a tutte di imbattersi in un perverso narcisista che nega la grave malattia che lo divora. Sono uomini che usano la seduzione per farti cadere nella loro trappola mortale. Poi arrivano le botte, sempre più frequenti e più violente. Se mia sorella Helena (Noguerra, cantante e scrittrice, ndr) non fosse intervenuta, portandomi via e nascondendomi con i miei figli, sarei sicuramente morta, come è accaduto qualche anno dopo alla mia migliore amica Marie Trintignant».
Lei era a Vilnius, quando è successo: con Marie stavate girando un telefilm.
«Non dimenticherò mai. Anche volessi. me lo impedirebbe la cronaca: ogni giorno troppe donne muoiono, sotto gli occhi dei bambini, uccise dalla violenza di mariti e compagni. Una guerra senza fine. E quando penso che per un delitto come quello di Marie l’assassino (il cantante Bertrand Cantat, ndr) ha scontato solo 4 anni di carcere, mi viene da piangere. Ci rendiamo conto del potenziale distruttivo di certi uomini? E dei pochi mezzi che abbiamo per difenderci?».
Tiger Lily l’ha resa un simbolo del mondo gay. Sempre pronta alle battaglie sociali?
«Sì, il matrimonio fra omosessuali, come la violenza sulle donne, mi trova in prima linea. Sono una mamma, e difendo i diritti dei bambini dei gay, che sono già una realtà: perché non devono avere gli stessi diritti di quelli nati da coppie etero? Spero che il mondo intero faccia passi avanti verso il matrimonio per tutti».
A proposito di matrimoni per tutti: sposerà il suo nuovo fidanzato?
«Mi piacerebbe, me lo chiedono anche i miei figli, soprattutto le gemelle e Diego, che ha 10 anni ed è il più piccolo. Ho una storia d’amore, da un anno e mezzo, con un medico che vive fra Svizzera e Amazzonia. Un uomo serio, più grande di me, 56 anni. Sono sempre stata una donna all’avanguardia, ma con i ragazzini non ci ho mai provato».