Mau. Mol., La Stampa 12/2/2013, 12 febbraio 2013
IL TIMORE DI THORNE: LA SINISTRA RISCHIA DI NON FARE LE RIFORME
L’America si aspetta una vittoria del centrosinistra nelle elezioni italiane «ma l’interrogativo è se avrà una maggioranza solida»: ad affermarlo è l’ambasciatore Usa a Roma, David Thorne, intervenendo al summit «L’Italia incontra gli Stati Uniti» organizzato dall’«Italian Business & Investment Initiative».
Thorne partecipa ad una sessione dell’evento assieme all’ex premier Giuliano Amato ed al ministro del Tesoro Vittorio Grilli quando il moderatore del «Council on Foreign Relations», Gideon Rose, chiede delle previsioni sull’imminente voto. «Ci sarà una maggioranza di sinistra ed è meglio di una maggioranza di destra» risponde Amato, assicurando al parterre di analisti e diplomatici che «le riforme continueranno in Italia con il nuovo governo e saranno nell’agenda dei prossimi due anni». È una previsione che punta a rassicurare l’amministrazione Obama e pochi attimi dopo Thorne interviene, descrivendo l’approccio degli Stati Uniti al voto. «All’inizio il nostro timore riguardava la nascita di un nuovo governo» esordisce con franchezza, facendo presente che «è rientrato» perché «è evidente che i cambiamenti intervenuti con le riforme sono destinati ad essere permanenti». È un riferimento alle assicurazioni che il centrosinistra ha dato a Washington sulla continuazione delle riforme iniziate dal premier Monti. «Il centrosinistra vincerà - afferma Thorne - ma sarà forte abbastanza per sostenere le riforme?». È su questo interrogativo che si sofferma, aggiungendo: «Serve una maggioranza solida, noi speriamo che durerà». Tale augurio si lega non solo alla convinzione che le riforme debbano continuare per il risanamento dell’Italia, ma anche al fatto che «siete una nazione determinante per rendere forte l’Europa» e il bisogno di «leader politicamente forti nell’Unione Europea» è anche nell’interesse degli Stati Uniti «perché il nuovo Segretario di Stato John Kerry vuole rafforzare la partnership atlantica».
A conferma del valore dell’alleanza fra i due Paesi, Thorne definisce «molto utile sotto innumerevoli aspetti il ruolo svolto dall’Italia in Nordafrica» a fianco degli Stati Uniti «nella stagione delle primavere arabe» e, rivolgendosi ad un pubblico di imprenditori, suggerisce di «investire in Italia» premiando non solo la «vivacità delle aziende locali» ma anche «la riforma della Giustizia» intrapresa dal governo Monti «perché ha conseguenze molto importanti e positive» anche sull’economia. Riguardo all’incontro di venerdì alla Casa Bianca fra i presidenti Giorgio Napolitano e Barack Obama, Thorne lo definisce «un omaggio alla carriera» del Capo dello Stato italiano, sottolineandone in particolare il merito del «costante sostegno alle riforme» da cui dipendono il risanamento e la crescita. Soffermandosi a più riprese sul ruolo di Napolitano «a favore delle riforme», Thorne è apparso indicarlo come una sorta di garante durante la transizione verso il nuovo esecutivo.
In precedenza Amato aveva criticato, davanti a Grilli, il recente accordo sul bilancio dell’Unione Europea lamentando «l’aver accettato la prevalenza dell’austeritàsenza l’inserimento della crescita in maniera tale da non essere positivo neanche per la Germania». Amato ha inoltre incalzato il ministro affermando che «è un errore cercare le risorse per gli stimoli nel bilancio nazionale mentre bisognerebbe sfruttare meglio gli strumenti sovranazionali». Grilli ha evitato di rispondere, soffermandosi piuttosto sulla «volatilità dei mercati», definendola «normale prima delle elezioni» e confermando che «la ripresa è prevista nel secondo semestre dell’anno anche se è presto per indicare quale sarà la sua entità».
[Mau. Mol.]