Martina Castigliani, il Fatto Quotidiano 11/2/2013, 11 febbraio 2013
IL MINISTRO FINLANDESE I SEGRETI DEI CAMPIONI
[“Gratuita e per tutti” ecco la migliore] –
Un sistema scolastico tra i migliori del mondo, a costo zero per le famiglie e gli studenti. Le scuole della Finlandia occupano le vette delle classifiche mondiali per qualità, offerta e risultati. Il sistema finlandese è in testa a tutte le classifiche (spesso insieme con quello dei paesi asiatici emergenti, come Singapore o la Cina). A raccontare i segreti di una storia di successo al Fatto Quotidiano è il ministro finlandese per l’educazione e la cultura Jukka Gustafsson.
Ministro, come si fa a raggiungere un tale livello di qualità?
Come società, la Finlandia ha sempre avuto un sistema educativo di valore. Dall’inizio del diciannovesimo secolo, l’educazione è stata parte fondamentale del progetto di costruzione dell’identità nazionale. Nel ventesimo secolo i movimenti politici hanno condiviso questa buona attitudine. Poi, a partire dagli anni ‘70, l’arrivo del Welfare State ha fatto dell’educazione un veicolo per l’avanzamento sociale anche per tutti coloro che prima non avevano nessuna possibilità di scalare le classi sociali. L’educazione ha permesso buone posizioni di lavoro, un miglioramento significativo nelle carriere e un buon ritorno economico. Per questo i finlandesi hanno cominciato a considerarlo un valore.
E le varie forze politiche hanno cominciato a parlare di accesso equo
all’educazione.
Esatto. L’obiettivo fin dall’inizio, è stato quello di estendere le politiche educative anche a gruppi sotto rappresentati a livello regionale o in condizioni economiche difficili. L’insistere sul tema dell’uguaglianza ha dato buoni risultati a tutti i livelli di istruzione. L’obiettivo del sistema educativo finlandese è quello di assicurare uguali opportunità a tutti i bambini o ragazzi senza tener conto della classe sociale, il genere, la provenienza, la situazione economica, il linguaggio, il background culturale o etnico.
Ottimi servizi e obiettivi, ma a che prezzo?
L’educazione di base è totalmente gratuita, inclusi i materiali scolastici, i pasti, la salute, l’assistenza di psicologi e operatori e i trasporti per andare a scuola. La Finlandia non ha scuole private e nessuna intenzione di istituire servizi di questo tipo. E gratis per tutti non vuol dire ad un livello qualitativo più basso: le nostre insegnanti sono molto ben preparate. L’insegnamento è un mestiere di grande valore e molto ben stimato all’interno della società.
Quanto costa tutto questo allo Stato?
Il budget è diviso tra lo Stato (circa il 42% del totale) e gli education providers (58%). Il costo totale dell’educazione primaria ogni anno è poco più di 2,1 miliardi di euro.
Si è insegnanti come si è politici o legislatori. Si ha nelle mani il futuro di un’intera nazione. E questo è un valore riconosciuto a differenza di altri Stati.
Moltissimi giovani finlandesi sognano di diventare insegnanti. Le università possono scegliere così i migliori e più adatti a questo mestiere. Lavoriamo costantemente per mantenere un alto livello di formazione e per assicurare l’aggiornamento continuo delle figure professionali. Ad esempio abbiamo un complesso sistema di valutazione delle singole scuole, così da monitorarne la qualità. Questo non ci serve per creare competizione tra i singoli istituti, ma per capire dove e come migliorare il nostro intervento.
E nessun bisogno di parlare di tagli dovuti alla crisi economica?
Certo anche noi siamo stati toccati dalla difficile situazione economica e abbiamo dovuto mettere in bilancio alcuni tagli. La regole però è quella di non toccare la qualità del nostro insegnamento e concentrare le risorse là dove le scuole operano in contesti difficili, con tassi di disoccupazione alti o analfabetismo o presenza di minoranze linguistiche. Il nostro principio guida: alto livello di istruzione uniforme in tutti gli istituti scolastici, dai centri alle periferie. Uguali opportunità per tutti è la regola, e nemmeno la crisi economica può scalfire questo principio alla base della nostra democrazia.