Alessandra Longo, la Repubblica 11/2/2013, 11 febbraio 2013
BATTUTE VOLGARI ALL’IMPIEGATA È RITORNATO IL CAVALIERE OSSESSIONATO DELLE DONNE
Angela, vestita di blu, sta al gioco. Semmai si capisce dalla risatina nervosa che vorrebbe scappare altrove. Ma come si fa, ci sono i Capi della Green Power di Mirano che trovano così divertente Berlusconi. Alla preda imbarazzata non resta che abbozzare quando l’anziano leader le chiede: «Lei viene? Viene a costo zero e una volta sola? E quante volte viene?». Siparietto raccontato in breve già nei giornali di ieri ma adesso c’è anche il video a certificare meglio lo squallore. L’ex premier che vorrebbe infliggerci il suo ritorno ha il solito occhietto assatanato da Bunga Bunga. Lei
viene? Angela si aggrappa alla battuta: «Vengo tre, quattro, cinque volte, dipende dalle esigenze». Si sta parlando dell’assistenza domiciliare per il montaggio dei pannelli solari e Berlusconi delizia la platea con la sua nota ossessione: le donne, il sesso. «Scusi, si può girare da quella parte?». E la
povera Angela, con la risatina nervosa, riesce a muovere solo il tronco senza mostrargli il sedere. Su Twitter già circola l’hashtag #quantevolteviene.
No, niente di nuovo. E’ sempre il Cavaliere, con le sue compulsioni-convulsioni, il suo «humour deplacé», come lo definì a suo tempo Carla Bruni, il cui nome venne da lui sussurrato durante una conferenza stampa: «Moi je t’ai donné la tua donna», disse a Sarkozy. Francese da pianobar per dire che la moglie Karlà era “robba” buona arrivata dall’Italia. Povera Angela, brillante
capo area Green Power che deve vendere contratti. Due minuti interminabili sul palco per quel fuori programma da truppe in licenza: «Questo impianto esattamente dove mi riscalda? Mi fa il riscaldamento per esempio in camera da letto?». La camera da letto di Berlusconi. Il luogo più ambito
dalle olgettine, dalle ninfe della Certosa, il quartier generale delle esibizioni, della pretesa virilità, dei sogni di carriera. Un consiglio contro la precarietà? «Cerchi di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere milionario. Con quel sorriso se lo può permettere ». Così nel 2008 a Perla Pavoncello, giovane precaria, carina.
Denti, décolleté, sedere. Le donne Berlusconi le giudica prima di tutto a vista. Possibilmente tocca la “merce” come nel caso dell’operaia russa in tuta da lavoro nella fabbrica
Merloni di Lipetsk (2004). Ecco che il Drago la insegue per tutto il capannone. La vuole baciare ma lei, dignità proletaria, gli sfugge. E persino Putin si imbarazza. Cronache interne ed estere, legate da un filo comune: l’esibizionismo, il disprezzo per le femmine che non hanno le misure della Minetti. «Nicole fa fermare il traffico », dice l’ex premier solo pochi giorni fa. E ancora: «In Italia è difficilissimo per una bella donna fare politica. Gli italiani preferiscono Rosy Bindi». Che strani gli italiani (quelli del Pd in particolare) e strani an-
che i finlandesi che, nel 2005, trasformano in un caso diplomatico l’ironia di Berlusconi nei confronti della loro presidente Tarja Halonen. Ricordate? Si doveva scegliere la sede dell’Agenzia agroalimentare. Berlusconi raccontò di essersi immolato per garantire il successo di Parma contro Helsinki: «Ho dovuto fare il playboy e corteggiare la signora Halonen...».
Donne che cadono ai suoi piedi, che ridono delle sue battute maschiliste, donne cui viene chiesto immancabilmente il numero di telefono, anche in diretta, come accade all’annunciatrice di una televisione araba. Lui si vanta di conoscere il genere: «Sono tutte un po’ esibizioniste». Un’ossessione che è diventata caricatura. Il personaggio applica la ricetta a tutte, anche a molossi come Margaret Thacher: «Era una bella gnocca», disse nel 2007. E l’Indipendent a tradurre: «A great piece of pussy». Non c’è da sorridere, visto che si ripresenta alle elezioni. Non c’è da sorridere anche pensando ad Angela, l’avvenente e spiritosa dipendente della Green Power, lasciata sola a reggere le battute del maschio arrapato. E nessuno, dalla platea, o tra i dirigenti aziendali , che si sia alzato per dire: Basta così, dottor Berlusconi.