Paola Zanca, il Fatto Quotidiano 10/2/2013, 10 febbraio 2013
“EFFETTO 5 STELLE E PORCELLUM, IL PDL È CRESCIUTO, IL PD RALLENTA”
Gli ultimi sondaggi elettorali sono stati pubblicati l’altro ieri. Ora è scattata la fase finale della par condicio: stop alle previsioni. Ma molto può ancora cambiare nelle due settimane che ci separano dal voto. Per il professor Roberto D’Alimonte, politologo alla Luiss ed editorialista del Sole 24 Ore, c’è un dato da tenere particolarmente sott’occhio: la decrescita del Pd. Così preoccupante da fargli dire: “Chi vota Grillo rischia di far vincere Berlusconi”.
Professore, andiamo con ordine.
Tutti i sondaggi danno i democratici in vantaggio.
Perché dovrebbero scendere?
È vero, se si guarda la fotografia delle rilevazioni rese note venerdì si vedono solo elementi favorevoli per Pier Luigi Bersani. Io ho parlato di una distanza tra i due schieramenti di 6,6 punti, Ilvo Diamanti scende al 5,5 per cento, Swg arriva al 4. In ogni caso, si tratta di un distacco forte, per un certo verso tranquillizzante per il Pd. Ma bisogna cambiare prospettiva.
Sarebbe a dire?
Ci sono due modi per vincere le elezioni: o guadagni più voti del tuo avversario, o aspetti che il tuo avversario ne perda più di te.
Sarebbe questa la strategia del centrodestra?
Cominciamo a chiarire una cosa: questa è la prima volta che si vota con questa legge elettorale e con questo livello di frammentazione.
Il Porcellum era un sistema calibrato su due coalizioni, non prevede il caso di una competizione a quattro.
Cosa significa?
Che rischia di prendere il premio di maggioranza chi arriva al 30 per cento dei voti. Se il trend negativo prosegue, il Pd potrebbe scendere a una percentuale del genere. E Berlusconi non potrà arrivare al 35 per cento, ma al 30 sì.
Finora tutti hanno detto che l’unico problema per Bersani era il Senato.
Invece io dico che adesso la questione può diventare la Camera: il Pdl ha recuperato buona parte di quello che poteva recuperare, d’ora in poi credo che la sua possibilità di crescita sia limitata. Il problema è la decrescita del Pd: gli scandali, soprattutto quello del Monte dei Paschi, stanno determinando un calo costante, soprattutto tra i simpatizzanti meno organici al partito.
Le ragioni del calo sono solo queste?
No, il Pd ha dimenticato anche l’abc della politica, la necessità di fare campagna in mezzo alla gente, come ha fatto durante le primarie. Cosa che, invece, sta facendo Grillo.
Per questo “il fattore Cinque Stelle” è diventato determinante?
Dopo una fase di appannamento, Grillo è di nuovo in ascesa. Se, nei prossimi giorni, dovessimo scoprire che Grillo erode più la base del Pd che quella del Pdl, la partita alla Camera può riaprirsi. E Berlusconi rientrare in gioco.
Lo chiamano voto utile. Ma non è un ricatto?
Con buona pace di Grillo e di Ingroia, qui si tratta di chiarire un punto. Lo dico da analista: oggi, con questo sistema elettorale, chi vuole essere certo di voltare pagina con il berlusconismo, non ha altra scelta: deve votare Bersani o Vendola.