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 2013  febbraio 09 Sabato calendario

TRANI, I PM CHE HANNO SFIDATO LA FINANZA PRIMA DI OBAMA

Barack Obama cita in giudizio Standard & Poor’s per 5 miliardi di dollari. Il procuratore generale di New York, Eric Scheiderman, avvia un’indagine su Moody’s. E l’Fbi – già da mesi – ha chiesto all’Italia di accedere agli atti che accusano le maggiori agenzie di rating: “Where’s Trani?”, si saranno chiesti gli investigatori, prima di contattare il comando generale della Guardia di Finanza, a Roma, per chiedere gli atti del Pm Mi-chele Ruggiero che, dopo aver indagato su Standard & Poor’s – ma anche su Fitch e Moody’s – ha chiesto il rinvio a giudizio del suo ex presidente, Deven Sharma. Insomma, in una sorta di “Trani, yes we can”, gli Usa seguono lo stesso percorso intrapreso da questa minuscola Orocura, con gli uffici che affacciano sul mare, costruiti all’ombra di un’antica cattedrale e zeppi di fascicoli sui giganti della finanza italiana e internazionale . “Where’s Trani” si sono chiesti anche i vertici di S&P, prima di sentirsi rispondere, in un’intercettazione ormai agli atti che “Trani è una specie di piccolo paese dell’Oklahoma”.
“Dov’è Trani?” se lo sono chiesti in tanti, durante questi anni, anche in Italia. E si sono chiesti anche perché la Procura pugliese ambisca a indagare per reati commessi un po’ ovunque nel mondo. Una domanda che - codice alla mano - può essere capovolta: perché non hanno indagato le altre procure che, raggiunte dal medesimo esposto firmato dall’Adusbef, un’associazione di risparmiatori, avrebbero potuto aprire fascicoli sulle agenzie di rating, sulla manipolazione dei tassi Libor ed Euribor, sui derivati. Il motivo è semplice: negli uffici di Trani, i pm, sono fulimei. Appena arriva l’esposto, appresa la notizia di reato, all’istante aprono il fascicolo: per alcuni reati – quelli commessi all’estero, per esempio - chi prima apre il fascicolo, s’aggiudica la competenza. Inchieste farlocche? Indagini pretenziose? Buona parte dei media, e anche della magistratura, spesso ha storto il naso. Poi però arriva Obama che, per motivi simili (le valutazioni troppo ottimistiche sui prodotti legati ai mutui sub prime) chiede a S&P un risarcimento da 5 miliardi di dollari. Lo segue a ruota il procuratore di New York, che decide d’indagare su Moody’s. Nel frattempo la procura pugliese viene attaccata da Milano e dal Csm. Perché l’ennesimo esposto Adusbef ha portato i pm Michele Ruggiero e Antonio Savasta ad aprire un fascicolo sul Monte Paschi, sui controlli di Bankitalia e Consob. Il vicepresidente del Csm Michele Vietti ha parlato di “iniziativa estemporanea” dettata “dall’esigenza di inseguire la notorietà”.
IL PROCURATORE capo di Milano Edmondo Bruti Liberati chiede “un rigoroso rispetto delle regole, anche quelle che riguardano la competenza territoriale”. Ma nei corridoi della procura di Trani – che è sotto organico di due sostituti – la pensano diversamente.
Persino al bar a Trani possono spiegarti che, se il principio di territorialità deve guardare a dove s’ottiene l’illecito profitto, considerato che nelle filiali di banca, intorno a Trani, di derivati, alle imprese ne hanno piazzati a bizzeffe, la Procura è competente eccome. Perfino se una parte di quei profitti dovesse essere finita a Milano o a Siena. Chi prima apre il fascicolo, prima incardina la competenza, e finora nessuno è riuscito a smentire né i pm – Ruggiero e Savasta – né il loro procuratore capo, Carlo Maria Capristo, che oltre a coordinare le inchieste “è anche un filtro contro le ingerenze”, come spiega una fonte qualificata: “Capristo risponde alle ingerenze che arrivano dall’alto e fa da scudo ai sostituti”. E così tutto procede.
C’È UN VIA VAI di finanzieri e consulenti che ogni giorno masticano rating, studiano le ingegnerie dei derivati e delle manipolazioni sui tassi d’interesse. Qui s’indaga sui derivati venduti da cinque banche (Mps, Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem) a risparmiatori e imprese pugliesi. E poi c’è l’inchiesta sulla manipolazione del tasso Euribor. Pochi giorni fa è stato sentito il tesoriere di Mps. Una bomba a orologeria, dicono in tanti, che può far cadere l’intero castello finanziario italiano.