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 2013  febbraio 11 Lunedì calendario

RAPIDOGRAPH COMPIE 60 ANNI

Oggetti estinti. La vedevi nel loro taschino, il cappuccio nero che spuntava appena. Loro erano i «professionisti» e lei il sicuro indicatore del loro status. Status symbol. Gli altri, i non professionisti, usavano penne a sfera, usa e getta, più dozzinali, prodotte nel medesimo periodo. Rapidograph è il suo nome. La data di nascita: 1953. Giusto sessant’anni fa. Un’età ragguardevole, almeno per un oggetto. Non sono molti quelli che vivono così a lungo. Ma nell’epoca del Cad, acronimo di «Computer aided design», in cui dominano realtà virtuali e visualizzazioni realistiche, il caro vecchio Rapidograph appare purtroppo un residuo del passato. Eppure è stata un’innovazione davvero notevole. Questa piccola penna tecnica fu l’uovo di Colombo di architetti, ingegneri, designer, geometri, illustratori e grafici. Li liberò dalla schiavitù delle vecchie penne, molto meno precise: lasciavano macchie d’inchiostro su fogli e carte. La linea sul foglio era perfetta, semplice, sottile, coerente, continua. La Rotring, che l’ha inventata, aveva avuto un’idea geniale: sostituire il solito meccanismo di riempimento a pistone, per aspirazione, come nelle penne stilografiche, con la cartuccia d’inchiostro usa e getta. Come spiegano i manuali, la cartuccia aveva la prerogativa di mantenere costante il flusso di inchiostro utilizzando la tensione di superficie per risucchiarlo e immetterlo in un condotto di rifornimento, e condurlo al sottile pennino sulla punta; e da qui sul bianco del foglio. Ma, come è stato detto, il suo successo non dipendeva solo da un fatto tecnico, ma anche dal design, dalla forma: un fusto marrone scuro, affusolato, con pennino di acciaio inossidabile, e senza una vera punta; poi le strisce colorate e il codice numerico vicino alla cima del fusto. Ora che nessuno lo usa quasi più, o almeno non per disegnare e progettare, forse si può ipotizzare una seconda vita per la magnifica Rapidograph. Come è accaduto per il celebre taccuino di Chatwin, il Moleskine, riapparso, e divenuto un oggetto di culto, la penna per disegnare della Rotring potrebbe ritornare, del resto la producono ancora. Ha detto di recente Maria Sebregondi, una delle «inventrici» del taccuino nero con l’elastico, che nel momento in cui tutto il mondo diventa digitale e virtuale, rinasce il bisogno di manualità: far muovere mano e braccio. Tornerà anche il gioiello della Rotring, il sessantenne Rapidograph? Si spera, e questa volta non solo sui tavoli di designer ed architetti.