Ilaria Maria Sala, La Stampa 11/2/2013, 11 febbraio 2013
CINA, ADDIO A ZEDONG L’EROE DELLA “DIPLOMAZIA DEL PING PONG”
Zhuang Zedong, tre volte campione mondiale di pingpong, è morto ieri a Pechino, di tumore: aveva 73 anni. È stato una delle figure chiave in quella «diplomazia del ping-pong» che, negli Anni 70, portò al riallacciamento delle relazioni diplomatiche fra la Cina e gli Stati Uniti. È l’uomo cui si attribuisce l’iniziativa di offrire un disegno su seta dei monti Huashang al giocatore americano Glen Cowan nel 1971, quando questi si trovava ai 31esimi campionati mondiali di pingpong di Nagoya. Cowan aveva perso l’autobus che trasportava la squadra americana, e chiese un passaggio a quello con la squadra cinese, dove fu accolto da Zhuang, che gli avrebbe detto, tramite un interprete: «Per quanto il governo americano sia ostile alla Cina, il popolo americano è amico del popolo cinese. Ti offro questo pegno dell’amicizia fra i nostri due popoli».
La foto che ritrae insieme i due atleti, provenienti da due Paesi divisi dalla Guerra Fredda, fece il giro del mondo, dando inizio a un inaspettato disgelo fra Washington e Pechino.
Il gesto amichevole di Zhuang portò a un invito in Cina per i 15 membri della squadra americana, cui seguirono una visita della squadra cinese in America e una visita segreta di Henry Kissinger a Pechino. Di qui l’espressione «diplomazia del ping-pong», la visita di Richard Nixon a Pechino, nel 1972, primo presidente americano a visitare la Cina comunista, fino ad allora non riconosciuta ufficialmente, e, nel 1979, il riconoscimento.
Quando Zhuang diede il passaggio a Cowan, Mao Zedong commentò: «Zhuang non solo sa giocare bene a ping-pong, è anche forte in diplomazia». Lo conosceva bene non solo in quanto campione di pingpong contraddistinto da un modo particolare di tenere la racchetta («a penna») ma anche perché era uno degli atleti favoriti della moglie, Jiang Qing. Venne nominato ministro dello Sport ma fu proprio l’amicizia con lei a perderlo quando, dopo la morte di Mao nel 1976, con la fine della Rivoluzione Culturale, l’arresto della Banda dei Quattro e la condanna della stessa Jiang Qing, anche lui fu arrestato e per un certo periodo gli venne proibito di giocare a ping-pong. Fu autorizzato a tornare a Pechino solo nel 1985, dove finalmente potè di nuovo allenare giovani giocatori della nazionale dopo aver trascorso diversi anni ad allenare squadre di ping-pong di provincia.