Fabio Poletti, La Stampa 11/2/2013, 11 febbraio 2013
“TORNO A FARE IL GIORNALISTA I PRIVILEGI NON SONO PIÙ TANTI MA VENGONO UTILIZZATI MALE”
Giancarlo Mazzucca, fine della sua carriera parlamentare e fine pure delle prebende… Rammaricato di non essere stato candidato?
«Veramente sono stato io a decidere di non candidarmipiù.Nel2008quandomiimpegnai con il Pdl pensavo che fosse utile per fare qualcosa di concreto».
Non era il primo e non sarà l’ultimo giornalista a darsi alla politica…
«Pensavo che alla fine fosse troppo facile criticare la politica dalle colonne di un giornale. Volevo vedere come funzionava dall’altra parte. Avevo voglia di rimboccarmi le maniche e fare qualcosa di utile».
E invece…
«Invece è stato tutto negativo. Ci ho scritto pure un libro che uscirà tra poco. Compagni di camera. Alla fine servi solo per votare sulla base dell’indicazione di partito».
Lo sa che a non ricandidarsi dopo solo una legislatura perde tutti i privilegi.
«Un piccolo vitalizio lo riceverò ma solo quando avrò 65 anni. Non ho nemmeno calcolato quanto sia. Credo che mi rimarrà ben poco… Una volta lo si prendeva subito alla fine della legislatura. Adesso al compimento dei 65 anni. Non è che i deputati abbiano poi tutti questi privilegi… Ma alla fine non sono utilizzati bene».
Ma non era lei che aveva scritto il libro sui politicidalsignificativotitolo«Ifaraoni»?
«Diciamo che in questi cinque anni alcune cose sono decisamente migliorate anche da questo punto di vista. Ma noi giornalisti certe volte siamo un po’ troppo superficiali guardando a quello che succede nei palazzi della politica. Non è che bisogna buttare sempre via qualsiasi cosa accada là dentro».
Che fa, ha qualche rimpianto di quando la chiamavano onorevole?
«In cinque anni ho visto di tutto. La regola in Parlamento è quella dell’insabbiamento. Poi ci sono giochi infiniti di veti e controveti. I giornalisti poi non ne parliamo. All’inizio sono corteggiatissimi. Ma è solo uno specchietto per le allodole. Torno a fare il mio lavoro, il giornalista. E per fortuna il mio editore mi ha rivoluto alla guida de Il Giorno. Una nuova sfida. Molto più concreta».
Sa che fare il giornalista è sempre meglio che lavorare…
«Io torno a lavorare in un giornale. Di sicuro lavorerò sempre di più che alla Camera».