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 2013  febbraio 09 Sabato calendario

LE 150 SIGARETTE DI CROSETTO: «I MEDICI MI INSEGUONO» —

Scrolla le spalle Guido Crosetto: «Nulla di grave. È che da qualche tempo non dormo mica così tanto». Ha appena abbandonato il ricovero in un ospedale romano senza ascoltare i medici che lo esortavano a rimanere. «I medici non riescono ad acchiapparmi quando sono a casa mia, nella campagna cuneese, figuriamoci se possono fare qualcosa qui». Scrolla le spalle di nuovo. Non riesce nemmeno a capire cosa ha rischiato davvero, questa volta.
Guido Crosetto è fatto così. Non ha paura di sfidare il pericolo, i suoi limiti, i suoi bypass, lo stent, le cinque pasticche che deve prendere ogni giorno per provare a tenere a bada tutto questo. E non ha ancora compiuto nemmeno cinquant’anni.
Sorride l’ex sottosegretario alla Difesa nel governo Berlusconi che ha appena fondato il partito Fratelli d’Italia: «Lo so, la mia vita è l’esempio di come non si dovrebbe vivere. Ma non posso fare altrimenti». E adesso, poi, ci si mette pure la campagna elettorale di mezzo?
«Sì, certo, la campagna elettorale non aiuta. Ma non è che nella vita di tutti i giorni mi risparmio molto di più. Per dire: in media di solito mi fumo 4-5 pacchetti di sigarette al giorno. E non smetterò».
Quattro-cinque pacchetti sono 80-100 sigarette al giorno. «Già. Soltanto che in questo periodo ho un po’ esagerato. Devo essermi sentito poco bene perché sono arrivato a fumarne anche 150 al giorno. Però mi sono limitato a quelle light...».
Giusto per amore della matematica: considerando 24 ore di filato senza dormire mai, 150 sigarette al giorno, vogliono dire che Crosetto ne ha accesa una ogni 9,6 minuti. Ma siccome anche lui deve riposare qualche ora, la distanza tra una sigaretta e l’altra sarà stata inferiore, almeno un po’. L’ex sottosegretario non si scompone: «Ci sta come media, ci sta. In questi giorni del resto sto dormendo davvero poco. Prendiamo ad esempio l’altro ieri: mi sono svegliato alle sette del mattino sono andato a Bologna dove ho fatto l’una e mezza, poi mi sono mangiato una pizza e alle quattro ero di nuovo già all’aereoporto perché avevo un aereo alle sei che mi portava a Palermo».
I commenti sembrano superflui. Anche perché è lo stesso Crosetto che va avanti a raccontare i suoi eccessi, snocciolandoli come i grani di un rosario. «L’anca. Prendiamo la mia anca: sono tre anni che dovrei fare un’operazione che è stata definita "urgente". Dovrei mettere una protesi, con urgenza. E in effetti l’altra sera facevo molta fatica ad alzarmi. Ma...». Ma Guido Crosetto non sa fare altro, evidentemente.
Per carità: ogni giorno il cofondatore dei Fratelli d’Italia diligentemente ingurgita la pasticca per il cuore, quella per la pressione, la cardioaspirina, quella per fluidificare il sangue, quella per il colesterolo. Ma poi, ogni mattina, ricomincia daccapo con le sigarette, l’assenza di sonno, i panini mangiati senza regola negli autogrill. «Sono fatto così. Vivo di eccessi un po’ per tutto. C’è stato un periodo che ho deciso di fare la dieta. Drastica. Ero arrivato a pesare 152 chili. E ho pensato che in tre mesi avrei dovuto perdere trenta chili. Era l’estate del 2011. Era giugno. Ho cominciato a mangiare yogurt, soltanto yogurt, tre volte al giorno. Nulla di più. A settembre ce l’ho fatta: sono arrivato a pesare 122 chili». Chissà cosa hanno pensato i medici di Crosetto, in quei mesi.
Sorride, lui adesso: «I miei medici sono tutti amici. Molti addirittura compagni di scuola. Li convinco sempre che ho ragione io». Difficile riuscirci, perlomeno con la quantità di sigarette: se davvero sono 150, vuol dire che senza dormire mai ne accende una con il mozzicone dell’altra. «Ma non bisogna preoccuparsi troppo per me. Sto bene. Benone. Proprio ieri ho fatto due manifestazioni ad Alba, nella mia Alba, una appresso all’altra e c’erano tante persone e ho parlato con tutti. Poi vediamo il paradosso: ho preso una mattina di risposo e mi sono messo a guardare la televisione. Mi sono talmente arrabbiato a sentire le sciocchezze che dicevano, che sarei stato molto meglio ad andarmene in giro per comizi».
Alessandra Arachi