Luca Gialanella e Filippo Maria Ricci, La Gazzetta dello Sport 9/2/2013, 9 febbraio 2013
CIPOLLINI, UN MITO IN PEZZI
Da Super Mario a «Maria». E’ la metamorfosi di Cipollini, come emerge dalle carte della Guardia Civil spagnola. «Maria», il codice che il medico Fuentes aveva scelto per il velocista lucchese. E dietro alle tabelle 2002 del doping c’è il numero di fax di casa sua, a Lucca, con tanto di prefisso.
I documenti che la Gazzetta dello Sport pubblica in esclusiva sembrano inequivocabilmente svelare, per la prima volta, il trattamento dopante mese dopo mese di una stella del ciclismo mondiale, con carichi impressionanti di Epo, ormoni e anabolizzanti (per la forza), più le indicazioni sui pagamenti a Fuentes. Il 2002, cioè l’anno indimenticabile per Cipollini, con quel ritiro a sorpresa a luglio al quale neppure i suoi compagni avevano mai creduto. Un modo per togliersi dalla luce dei riflettori prima del grande rientro verso il Mondiale. Accompagnato, a quanto pare, dalle sacche di sangue.
Mario Cipollini, contattato, ha preferito non commentare e ha rimandato il suo giudizio: vuole prima vedere i documenti.
IL PROCESSO A MADRID
7000 PAGINE, 23 TOMI
E per fortuna che il processo dell’Operacion Puerto a Madrid doveva essere inutile, dedicato a giudicare «delitti contro la salute pubblica» e non contro il doping. Quasi 7 anni dopo, la lunga scia dell’inchiesta sul traffico di sacche di sangue organizzato dal dottor Eufemiano Fuentes e dall’ematologo Merino Batres travolge il più forte velocista della storia. Vincitore, nel 2002, della Sanremo, della terza Gand-Wevelgem e soprattutto del Mondiale di Zolder. La più bella sinfonia della Nazionale.
Il processo sta permettendo di sollevare pietre sinora mai toccate. Nel 2007 e 2008 sono stati identificati e squalificati, tra gli altri, Basso, Scarponi, il tedesco Ullrich, lo spagnolo Valverde. Coinvolti 58 corridori, in gran parte della Spagna. Al centro, 206 sacche di sangue, conservate nei frigoriferi madrileni dell’ematologo Merino. Di queste, 99 da identificare.
Nei giorni scorsi ci si è avvicinati al calcio, con la sigla Rsoc e i pagamenti a Fuentes denunciati da un ex presidente della Real Sociedad: due milioni di euro pagati al medico, in 6 anni di doping, dal 2002 al 2007. Oggi tocca a Mario Cipollini. Ma le sorprese non sono finite. Nelle oltre 7mila pagine dei 23 tomi che compongono gli atti giudiziari ci sono documenti che in questi anni non sono mai venuti alla luce. I fogli di Cipollini dimostrano chiaramente l’attività dopante della banda Fuentes: il capo, «Asterix» Eufemiano, l’ematologo Merino Batres, detto «Obelix», e i vari collaboratori. Alcuni imputati nel processo, uno suicida (l’ex biker Alberto Leon, uno degli addetti al trasporto delle sacche), altri ancora non riconosciuti ufficialmente e addirittura in attività. Merino consigliava di scegliere come nome in codice quello del proprio cane: così Basso (Birillo) e Valverde (Piti). Cipollini no: lui era Maria, o CP. Già Manzano aveva parlato sottovoce di Cipollini, anni fa, però non c’erano prove. Ora le carte dell’Operacion Puerto le prove le hanno portate al traguardo e sembrano inconfutabili: preparazione e programma dopante personalizzato.
IL FINTO RITIRO
IL RITORNO ALLA VUELTA
Il 2002 è l’anno del Mondiale di Zolder. La chiave della vittoria per Cipollini sono anche tre sacche di sangue, ciascuna di 250 ml: dal 20 al 24 settembre procede a un prelievo, e nello stesso periodo si reimmette una sacca di sangue «ripulito» dalle scorie, solo parte corpuscolare. Nella tabella, Fuentes indica l’arco di tempo utile per questa operazione. Mancavano tre settimane alla prova iridata, Cipollini ha concluso il 14 settembre la Vuelta. Si ritira all’8ª tappa: «Mi sento al massimo. Non voglio intaccare una condizione che è già ottima. Ormai penso di conoscermi, so come gestirmi. E so come allenarmi a casa, se ho saputo vincere dopo 100 giorni di assenza. Al Mondiale manca un mese. Ho bisogno di fare un certo tipo di allenamenti per quel percorso». E quella sera andò a cena a Madrid con il calciatore brasiliano Ronaldo, suo grande amico già dai tempi in cui giocava all’Inter.
DAL PRIMO RADUNO
FINO A SETTEMBRE
Nella settimana del Mondiale, poi, Cipollini potrebbe essersi buttato dentro un’altra sacca di sangue: probabilmente il 9 ottobre, a Salice Terme, prima di partire per il Belgio, e dopo i controlli della Federazione previsti per il mattino alle 7. La corsa è domenica 13 ottobre. Anche in questo caso, Fuentes indica in tabella l’arco utile: dall’8 al 10 ottobre. Ma il 9, cerchiato, è la data più chiara: troppo pericoloso portare il sangue in Belgio.
In quella stagione, Mario Cipollini è all’Acqua& Sapone-Cantina Tollo. Maglia zebrata. Gli appuntamenti sono tre: il 23 marzo la Milano-Sanremo, mai conquistata; il 10 aprile la Gand-Wevelgem, l’unica classica del Nord per velocisti; il 13 ottobre il Mondiale, che si concludeva sul circuito di F.1. dove nel 1982 era morto Gilles Villeneuve.
Le indicazioni del dottor Fuentes sono chiare, sulla tabella usa lo stesso «Sanscrito», il codice, di centinaia di altri fogli. Il sistema-doping di Cipollini comincia in ritiro, dal 10 al 24 gennaio. Dal 10 al 21, prende anabolizzanti e, ogni due giorni, 1000 unità di Epo, l’eritropoietina, il più diffuso doping negli sport di resistenza. Allora, gli esami a sorpresa erano inesistenti. Il 18 gennaio, dopo una settimana di trattamento, si passa a 500 unità di Epo, sempre con un giorno di intervallo, fino al 3 febbraio. I numeri vicino (52, 50) sembrano indicare i valori di ematocrito.
Dal 26 gennaio, un’altra fase di «trattamento», associata per la prima parte ancora all’Epo: entrano in gioco le gonadotropine corioniche, ormoni (anche femminili) che accompagnano chi fa uso di anabolizzanti. La sigla «Hm» segue Cipollini per tutto il mese di febbraio: una dose ogni due giorni. Il debutto agonistico è il 13 febbraio al Giro del Mediterraneo, in Francia. Il doping con gli ormoni continua e il 17 febbraio c’è l’assunzione di 2000 unità di Epo. Alla Vuelta Valenciana, il 26 febbraio, tradizionale breve corsa a tappe di preparazione per i velocisti, Cipollini passa all’IGF, cioè all’ormone della crescita. Tutti i giorni sino al 2 marzo, quando compare la sigla chiave del sistema Fuentes: «E», cioè il prelievo di sangue. Che verrà trattato, ripulito dalle scorie e conservato per i momenti-chiave.
Nella tabella che la Gazzetta dello Sport pubblica in queste pagine, Fuentes indica con 3 frecce verso l’alto le gare più importanti: per Cipollini, Sanremo e Mondiale. Con 2, la Gand-Wevelgem del 10 aprile. E tre giorni prima della Classicissima di primavera, il 20 marzo, «Cipo» si reimmette il suo sangue: nessuno potrà contrastarlo in volata.
Il doping continua la settimana dopo la Sanremo con unione di anabolizzanti e 2000 unità di Epo al giorno per 9 giorni, fino al 2 aprile. Il 10 aprile, l’altro trionfo: Gand-Wevelgem. Il 22, a conclusione del Giro di Aragona, in Spagna. la reinfusione di un’altra sacca di sangue, per il Giro.
Ma è il programma di luglio a svelare l’avvicinamento al Mondiale. Il 15 luglio annuncia a Firenze uno strano ritiro: però già da una settimana aveva iniziato due settimane di anabolizzanti. Il 26 si toglie due sacche di sangue, poi inizia una settimana di ormone della crescita, a giorni alterni. Il 12, ecco l’IGF, l’ormone che agisce sui tessuti e favorisce la crescita delle fibre muscolari. Il 24 e il 25 agosto, 2 prelievi di sangue e 2 reinfusioni, seguiti ancora da un trattamento di IGF. La Vuelta, gara del rientro, inizia il 7 settembre: due giorni prima, Cipollini fa una reinfusione con una sacca di sangue e poi inizia, durante la corsa, l’ultimo trattamento di ormone della crescita. Si ritira il 14: a quel punto un prelievo ancora e poi due sacche finali. Per la maglia iridata.