Varie, 9 febbraio 2013
fare ROMA - Hanno aspettato che accompagnasse i bambini all’asilo e lo hanno ucciso: due colpi mortali alla testa
fare ROMA - Hanno aspettato che accompagnasse i bambini all’asilo e lo hanno ucciso: due colpi mortali alla testa. Un’ esecuzione che non ha ancora un movente certo. Antonio Bocchino, 36 anni, piccolo imprenditore, ex proprietario di un bar, gestiva una società di slot machine a Montespaccato, nel 2008 era stato arrestato per l’omicidio di un albanese ritenuto un trafficante di droga, ma due anni fa l’uomo era stato prosciolto da ogni accusa. Ieri mattina l’agguato mortale, in via di Pantan Monastero, a Casalotti, una strada con poche case circondate dalla campagna e pochi testimoni. «Abbiamo sentito degli spari - raccontano alcune signore - ma pensavamo che fossero i ragazzini che sparavano i fuochi per festeggiare il carnevale». L’AGGUATO Sono le 9 di mattina, Antonio Bocchino è solo in macchina, ha appena lasciato i due bambini all’asilo, quando un’auto con dentro almeno due uomini affianca la sua Hyundai. Un testimone vede la scena, e ricostruisce l’agguato. «Gli hanno fatto segno di fermarsi, ho visto che hanno tirato fuori una paletta d’ordinanza della polizia e poi non ho visto altro, sembrava un normale controllo». I sicari si fingono agenti in borghese, per questo non hanno la divisa e la macchina sembra un’auto civetta. La vittima non sospetta la trappola mortale e blocca il Suv in un piccolo spiazzo a ridosso di una palazzina. I killer trovano la scusa di un controllo, gli dicono di scendere, non si fidano a sparargli in macchina, vogliono essere sicuri di ammazzarlo. Bocchino esce dall’auto e apre lo sportello posteriore, probabilmente per prendere qualcosa che gli hanno chiesto i sicari. La vittima dà le spalle agli assassini, viene freddato con due colpi in testa, ma gli spari sono almeno quattro, altri due proiettili sfondano i vetri del Suv. Antonio Bocchino cade colpito a morte con metà del corpo fuori dall’auto. A pochi metri da lì, i suoi bambini cantano canzoncine e disegnano maschere di carnevale. Sull’omicidio indagano i carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci e della compagnia Roma Cassia. L’INDAGINE Gli investigatori per ora non escludono nessuna ipotesi sul movente, dalla droga allo sgarro, ma ritengono più probabile che dietro l’omicidio ci sia una storia di soldi e di racket legata all’ambiente di lavoro del piccolo imprenditore. Forse l’ordine di uccidere è partito dal giro del gioco d’azzardo e dei videopoker, e non si esclude neppure che la vittima avesse già ricevuto minacce. L’agguato è stato preparato da veri professionisti, gente che sa come organizzare un omicidio senza fallire. I carabinieri hanno perquisito l’appartamento di Bocchino, a Montespaccato, e le abitazioni di alcuni familiari. Gli esperti della scientifica stanno analizzando i bossoli trovati accanto alla macchina, la pistola che ha sparato è una semiautomatica calibro 9x19, le analisi riveleranno se l’arma era «pulita», oppure è stata usata in altri fatti di sangue. Solo qualche settimana fa un altro omicidio in strada, a Castel di Leva, dove è stato ucciso a colpi di pistola il calabrese Vincenzo Femia. «Per favore, ce lo fa vedere?». I familiari di Antonio Bocchino chiedono ai carabinieri di potersi avvicinare al Suv, sperano in un errore di persona. Dicono: «Magari non è lui». Mercoledì 13 Febbraio 2013 - 08:46