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 2013  febbraio 09 Sabato calendario

Protagonisti scomodi e imbarazzati, diretti e indiretti, dell’affaire Mps-Antonveneta. Ecco un Bignami sui politici Pd e i «tecnici» di casa nostra

Protagonisti scomodi e imbarazzati, diretti e indiretti, dell’affaire Mps-Antonveneta. Ecco un Bignami sui politici Pd e i «tecnici» di casa nostra. UN BENE AMATO L’ex premier Giuliano Amato, Pd, con Siena (dove viene eletto nel ’92) ed Mps c’entra da sempre, e non solo per la nota foto in piazza del Campo che lo ritrae insieme aGiuseppe Mussari e all’ex sindaco Pd Franco Ceccuzzi (che aiuterà alle Comunali del 2011 con altri big del Pd). MUSSARI AMANO TREMONTIMUSSARI AMANO TREMONTI Da premier, caldeggia la scalata di Mussari alla Fondazione Mps, una sponsorizzazione di peso visto che la legge istitutiva della fondazioni bancarie porta il nome proprio di Amato (legge Amato-Ciampi del ’99). A inizio 2012 era a un passo dalla presidenza di Mps. Quando rinunciò iniziavano a filtrare i primi spifferi dell’inchiesta. Dal 2010 è senior advisor per Deutsche Bank Italia. bassanini - amatobassanini - amato BASSANINI, SIGNORA E BROKER Franco Bassanini, Pd, eletto nel collegio senese ininterrottamente dal ’96 al 2006 e pure lui a un passo dalla presidenza Mps, lo danno per molto vicino a Mussari. È l’uomo di punta che si contrappone alla scalata Unipol-Mps per la conquista di Bnl ai tempi dei furbetti del quartierino: «Chi difese l’autonomia di Mps, come me e Amato, venne emarginato» dice sornione. Contro Bassanini - presidente del potente centro studi Astrid - hanno paventato interessi oscuri, link con la finanza francese, presenze armoniose in logge massoniche. spi44 linda lanzillotta franco bassaninispi44 linda lanzillotta franco bassanini FRANCO BASSANINI NELLE BRACCIA DI MORFEOFRANCO BASSANINI NELLE BRACCIA DI MORFEO Fra i più critici, su vari fronti, Vincenzo Visco, Ugo Sposetti («Come fa a occupare quel posto? Che ne sa uno come lui di depositi e prestiti?» ha infierito il tesoriere) e Paolo Cirino Pomicino. L’interessato ha precisato, smentito, annunciato querele. A Bassanini, e alla moglie Linda Lanzillotta (ministro con Romano Prodi 2006-2008, ex assessore di Francesco Rutelli, ex capo di gabinetto di Amato al Tesoro) per vie molto traverse, seguendo il blog Linkiesta, si arriva a incrociare il vicedirettore generale di Mps, Marco Morelli, «che arriva al Monte attraverso la casella Mps Finance nel settembre 2003 sponsorizzato da Bassanini e da sua moglie Linda Lanzillotta (...)» che «tra il 2001 e il 2006, sarà advisor della banca d’affari americana». Morelli (oggi Merrill Lynch Italia) finirà indagato per aver omesso a Bankitalia e Consob dettagli cruciali sul finanziamento da 1 miliardo a Jp Morgan necessario a Mps per l’acquisto di Antonveneta. ultspgg07 franco bassaniniultspgg07 franco bassanini BERLINGUER, IL FIGLIO E GLI AMICI PD Luigi Berlinguer, cugino di Enrico, è uno dei potentissimi del Pd a Siena. Già rettore dell’Università di Siena legata a Mps da cui, nel tempo, ha ricevuto enormi finanziamenti (inutili, visto che l’ateneo ha un buco di 250 milioni), dopo l’esperienza di ministro all’Istruzione vedrà il figlio Aldo ottenere un contratto (anche Linda Giuva, moglie di Massimo D’Alema, vincerà una cattedra di archivista a Siena). Luigi BerlinguerLuigi Berlinguer Polemiche, interrogazioni, accuse. Nel 2007 Berlinguer jr è «costretto» a lasciare il Cda oggetto delle investigazioni sull’aeroporto di Ampugnano (dov’è indagato Mussari) e più recentemente anche il cda di Banca Antonveneta. E che dire del resto del Pd, a cominciare da Rosy Bindi, originaria della vicina Sinalunga. Lei giura: «Sono personalmente da esempio di come politica e sistema bancario debbano essere nettamente separati. Non ho mai avuto voce nelle scelte della banca». ROSI BINDIROSI BINDI In effetti i capi della corrente cattolica Pd e il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, non la possono vedere. Si dice però che ci sia il suo zampino nella scelta di Alessandro Profumo che per due volte ha fatto la fila alle primarie del centrosinistra (nel 2007 la moglie Sabina Ratti si candidò con la Bindi per entrare nell’assemblea nazionale Pd). Ospite di Rosy a una festa Pd a Chianciano, Profumo rispose «sì», alla richiesta di mettere a disposizione la sua «competenza» per la politica. VINCINO SU BERSANI DALEMA E DERIVATI MONTEPASCHIVINCINO SU BERSANI DALEMA E DERIVATI MONTEPASCHI O per una banca vicina alla politica vicina alla Bindi. Ovviamente, però, il vero «dominus» è Massimo D’Alema sin dai tempi dell’acquisizione della banca «121» (con il fido Vincenzo De Bustis) che nello scandalo è riuscito a dire «il Pd non governa nessuna banca» e poi il contrario, «Profumo l’abbiamo messo lì apposta». E che dire di Walter Veltroni, grandissimo amico di Peppino Mussari («con Walter stiamo al telefono ore a parlare di basket», gongolava l’ex presidente Mps un mese dopo l’acquisizione di Antonveneta)? I MONTI’S, TARANTOLA E DRAGHI Mps, il 20 dicembre 2007, scrive: «La banca ha nominato Citigroup, Goldman Sachs e Merrill Lynch quali joint global coordinator dell’operazione di finanziamento dell’acquisizione di Antonveneta». In quell’anno Goldman Sachs ha come international advisor un certo Mario Monti, il cui figlio 32enne Giovanni Monti è vicepresidente proprio di Citigroup dal 2004 al 2008, prima di passare in un’altra banca d’affari, la Morgan Stanley. MARIO DRAGHI ANNAMARIA TARANTOLAMARIO DRAGHI ANNAMARIA TARANTOLA Scavando troviamo la montiana Anna Maria Tarantola, oggi presidente Rai, indagata a Trani per roba di derivati Mps, allora in quella «Vigilanza» di Bankitalia che dagli atti ispettivi del maggio-agosto 2010 evidenziò come il rischio, nella banca senese, fosse già ben visibile. Perché non intervenne? PIERLUIGI BERSANI MINISTRO DELLINDUSTRIA NEL GOVERNO DALEMAPIERLUIGI BERSANI MINISTRO DELLINDUSTRIA NEL GOVERNO DALEMA La posizione dell’ex governatore Mario Draghi si fa complicata in quanto è evidente che la «sua» Bankitalia - come dimostra la voragine dei conti senesi - non intervenne velocemente su Mussari e sui derivati. Complicata e imbarazzante dopo la rivelazione del Wall Street Journal riguardo al prestito segreto da 2 miliardi versato nel 2011 da Bankitalia a Mps che garantiva il non garantibile, posto che il Monte aveva intrapreso la strada del precipizio a valle dell’inferno.