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 2013  febbraio 08 Venerdì calendario

ROSSI, LA “BADANTE” SI PRENDE L’ARCHIVIO PDL


Leggenda vuole che lei lo conobbe ad un banchetto del Pdl nel quartiere romano di Cinecittà: lui s’era fermato per incontrarla mentre andava a prendere un aereo a Fiumicino, consigliato a questo passo da un uomo del suo staff che la conosceva. Era il 2007 e lui e lei sono Silvio Berlusconi e Maria Rosaria Rossi: ex premier, capo politico e padrone di molte cose il primo, effettivo segretario politico del Pdl e custode del corpo del leader la seconda. La storia è nota e testimoniata dai soprannomi affibbiati alla Rossi dal sottobosco romano: “la badante” ed “Eva Braun” (copyright Dagospia), che non hanno bisogno di spiegazioni, e poi “la crescentina” per via del fatto che organizzò le feste nel castello di Tor Crescenza che, nel 2010, allietarono l’estate del Cavaliere. Fu proprio nella veste di “organizzatrice di eventi”, peraltro, che la deputata peones famosa per il seno prosperoso e l’eloquio romanesco con inserti campani cominciò a trasformarsi in quel che è oggi: la donna che comanda il partito del predellino. Si esagera? Non proprio.
NON BASTASSE IL RUOLO assunto da Maria Rosaria Rossi al tavolo delle candidature – dove rappresentava, in solitaria, nientemeno che “la voce del presidente” alle orecchie un po’ basite dei vari Alfano e Verdini – c’è la lettera arrivata nelle caselle e mail di quasi tutti gli eletti e i quadri del Pdl sul territorio nelle ultime due settimane. “Caro Amico, la grande rimonta è cominciata”, inizia la missiva, che poi lancia l’idea di organizzare 20 mila “team della rimonta”: in sostanza ogni destinatario deve organizzare dieci persone che a loro volta devono convincere altrettanti indecisi. Obiettivo: due milioni di voti. Firmato, Silvio Berlusconi. La storia è nota, si dirà, un po’ meno un retroscena che sta creando più di un problema organizzativo: le risposte con nomi e numeri di telefono dei componenti del team andrebbero inviate alla casella di posta silviober  lusconi@premierservicesrl.it  , seguirà chiamata di un call center “per definire i particolari del tuo impegno”.
Diversi quadri del Pdl, contattati dal Fatto quotidiano, hanno confermato una generale esitazione ad inviare dati sensibili – diciamo il core business di un partito: la sua struttura di militanti ed eletti – ad un indirizzo che non conoscono. Cos’è questa Premier service srl? È la domanda ricorrente. La risposta è abbastanza semplice: è una piccola società di call center fondata nel 2009 da una deputata del Pdl. Chi? Ma-ria Rosaria Rossi, che la possiede assieme al gruppo Euro service, che poi è suo al 20%, mentre il resto è di suo marito, Antonio Persici, che ne è anche il presidente (settore principale di attività: il recupero crediti). “Si tratta di una sostanziale privatizzazione del partito”, ci racconta una fonte addentro alle cose di palazzo Grazioli. Infatti, il punto non è tanto, o non è solo, il fatto che un parlamentare guadagni vendendo servizi al suo stesso partito – è un po’ di cattivo gusto, ma tant’è – quanto ciò che questo significa in termini di potere e di rispetto della democrazia interna, per chi se ne interessa.
L’ATTIVITÀ politica del Pdl, la sua struttura sul territorio (i dati del tesseramento utilizzati per inviare la “lettera della rimonta”), il rapporto tra centro e periferia, la stessa campagna elettorale sono divenuti, insomma, appannaggio di una sconosciuta deputata alla prima legislatura, che non ha incarichi formali nel partito se non quello, l’unico che conta, di decidere chi accede all’orecchio del caro leader, di gestirne i contatti telefonici e personali. La vicinanza al capo, il potere che gliene deriva e che Rossi non esita ad utilizzare, ovviamente, hanno però il loro rovescio: è probabilmente la persona più odiata dentro il Pdl e in molti aspettano il passaggio del suo cadavere sul fiume (e qualcuno lavora perché l’evento si verifichi il prima possibile).