Laura Laurenzi, il Venerdì 8/2/2013, 8 febbraio 2013
LA RISATA ARGENTINA DELLA NUOVA SOVRANA D’OLANDA
Da impresentabile a regina. Da fidanzata imbarazzante a sovrana amatissima dalla gente. Che carriera per Máxima Zorreguieta, classe 1971, ragazza borghese di Buenos Aires figlia di un ministro della giunta Videla. In pochi anni è riuscita a imporsi con il suo temperamento estroverso, la sua comunicativa, la sua espansività latina. Il 30 aprile, quando suo marito il principe ereditario Guglielmo Alessandro di Orange-Nassau, 45 anni, verrà ufficialmente incoronato re, Máxima diventerà sua maestà la regina dei Paesi Bassi, questo il titolo che le spetta. Tocca a lei dunque aprire la carica alle Cenerentole in lista d’attesa per salire al trono, e sono tante le commoner di estrazione middle class che diventeranno regine: Letizia di Spagna, Mette Merit di Norvegia, Mary di Danimarca, Camilla d’Inghilterra e dopo di lei Kate Middleton.
Un’apripista è dunque Máxima, la principessa dal sorriso contagioso che secondo i media olandesi somiglia, più paffuta, a Britney Spears.
Sembra volato il tempo da quella data scelta «perché magica»: 02-02-02. Era il 2 febbraio di undici anni fa quando nella gotica Nieuwe Kerk, la cattedrale di Amsterdam, furono celebrate fra molte polemiche e selve di guardie armate le nozze reali. Su 1700 invitati solo 54 erano amici o parenti di lei. Un matrimonio quanto mai controverso. La sposa, autorizzata da speciale dispensa a restare cattolica, non piaceva a nessuno. Si disse: non ha sangue blu nelle vene, e passi; è straniera, e passi; non si converte al protestantesimo, e passi anche questa. Ma il fatto che fosse figlia di un politico della giunta Videla, sottosegretario e poi ministro dell’Agricoltura durante il tetro regime militare che fece 30 mila desaparecidos, portò l’Olanda sull’orlo di una crisi di governo.
Si arrivò a una soluzione di compromesso: il padre della sposa non soltanto non fu invitato al matrimonio, ma venne pregato di non mettere piede in Olanda né quel giorno né mai. Solo a quella condizione il parlamento dette il suo bene stare, senza di cui l’erede al trono non può convolare a nozze. Quanto alla regina, chi meglio di lei poteva comprendere? Il suo caso era ben più grave: l’uomo che Beatrice volle sposare, il tedesco Claus von Alsberg, aveva militato nella Gioventù Hitleriana: un acerbo simpatizzante nazista. Anche le loro nozze furono costellate di polemiche e proteste di piazza.
Un passato che non passa. Oggi la situazione di Javier Zorreguieta si è aggravata: dal settembre 2011 è sotto inchiesta per «complicità civile» nell’assassinio di quattro operai dell’azienda statale argentina Inta. Ma che le colpe dei padri non ricadano sui figli, men che mai sulle figlie. Una cosa è certa: Javier Zorreguieta non sarà presente alla cerimonia di incoronazione, il 30 aprile. Quel giorno segnerà il trionfo mediatico di Máxima, un’altra principessa che mette in ombra il consorte. Certamente Prins Pils, come lo chiamano in patria, principe birretta, per certe bevute goliardiche della sua giovinezza, 44 anni e fama da bon vivant, è assai meno popolare della moglie anche perché tende a collezionare gaffes, come quando un anno fa arrivò primo in una singolare gara scherzosa: il lancio del water, sport abbastanza diffuso nel suo Paese. La tazza del gabinetto scagliata da sua altezza era dipinta d’arancione, il colore del casato, e il gesto, nell’insieme, non piacque. Prins Pils chiese pubblicamente scusa.
Máxima, la prima Cenerentola, la regina venuta dal golpe, piace per vari motivi. È determinata: ha imparato l’olandese ancora prima delle nozze. Ha dato ben tre eredi alla corona senza perdere troppo tempo: Catharina, oggi 10 anni, Alexia, 8, Ariane, 6, belle, biondissime, vivaci; il fatto che siano tutte femmine non fa che rafforzare l’orgoglio di una dinastia che da 123 anni regna per via matriarcale. Máxima piace alla gente comune anche perché è in lotta perenne con la bilancia, il che non le impedisce di essere ammirata come un’icona di stile ed eleganza (a volte un po’ chiassosa). Piace perché ha partecipato con sincerità al dolore e alla tragedia della famiglia: il gravissimo incidente di sci occorso al fratello minore del principe, in coma irreversibile da un anno. Lei stessa ha una sorella minore, Ines, gravemente anoressica. Piace perché è calorosa ed estroversa in un Paese educato a nascondere le emozioni. Piace perché quando va allo stadio fa il tifo per l’Olanda come una ragazza del popolo.
Fa parte di numerose charities, e non solo con ruoli decorativi, nei campi dello sviluppo, della cooperazione, nella promozione del microcredito e di attività riservate a donne appartenenti a gruppi etnici minoritari. Non si limita a tagliare nastri o a presenziare a merende di gala vestita Valentino, ma si mette in gioco in prima persona: lo scorso settembre ha preso parte alla nuotata di beneficenza per raccogliere fondi destinati alla cura delle malattie neuromotorie, percorrendo in poco meno di un’ora i due chilometri del Canale di Amsterdam. Sportiva.
E pensare che quando, nel ’99, Máxima conobbe Guglielmo Alessandro non sapeva chi fosse, né lui glielo disse. Erano a Siviglia per la Feria de Abril, a una festa dove, fra gli invitati, c’era anche Miguel Bosé. Lei, laureata in economia, viveva a New York dove lavorava come investitrice finanziaria alla Deutsche Bank. Ballarono insieme e senza troppi complimenti Máxima gli fece notare che ballava male, era goffo: «Sembri fatto di legno». Il colpo di fulmine era già scoccato. Due settimane dopo quella vacanza andalusa il principe si presentò a sorpresa a New York e quella volta dovette dirle come si chiamava di cognome, e quale sarebbe stato un giorno il suo destina Come dono di fidanzamento le regalerà un anello con preziosi diamanti dai bagliori arancio, il colore degli Orange.
Una biografia non autorizzata, Màxima, una historta real, scritta dai due giornalisti argentini Soledad Ferrari e Gonzalo Àlvarez Guerrero, rivela che alla vigilia delle nozze la Zorregueita fu obbligata a firmare un contratto prematrimoniale in cui si sanciva che nulla, ne i figli ne i beni, le sarebbe appartenuto in caso di separazione. Una clausola stabiliva anche rammentare esatto del suo appannaggio: 890 mila euro l’anno. Oltre quello non aveva diritto a niente, nonostante la regina Beatrice sia una delle donne più ricche del mondo, titolare di un patrimonio personale valutato da Forbes 4,7 miliardi di dollari.