Alessandra Bianchi, l’Espresso 8/2/2013, 8 febbraio 2013
Tapie rinasce a Marsiglia – Lasciata Parigi, ha preso quattro giornali e vuole la radio più diffusa
Tapie rinasce a Marsiglia – Lasciata Parigi, ha preso quattro giornali e vuole la radio più diffusa. In vista della scalata alla poltrona di sindaco– Dal magnifico hôtel particulier Cavoye, rue des Saints-Pères, 7° arrondissement di Parigi, a due passi da Saint-Germain-des-Prés, di proprietà da 27 anni della famiglia Tapie, la Guardia di Finanza francese è uscita con una robusta serie di valige piene di documenti: obiettivo, indagare se tutto è stato fatto a modo nel 2008, quando Bernard Tapie ricevette dallo Stato il mega risarcimento di 403 milioni per la nota vicenda della liquidazione dell’Adidas, la cui vendita nel 1993 era stata affidata dall’uomo d’affari al Crédit Lyonnais. Tapie si era ritrovato in bancarotta e aveva accusato il Crédit Lyonnais di aver realizzato una plusvalenza alle sue spalle. Una storia che si è trascinata in tribunale per 20 anni fino appunto al 2008, quando Christine Lagarde, attuale direttore del Fondo monetario internazionale, era ministro dell’Economia e aveva scelto la procedura dell’arbitrato, che generalmente viene adottata solo per cause private e che alla fine ha dato ragione a Tapie. Il quale ottenne un rimborso con tanto di interessi. In molti avevano evocato la possibilità che dietro tutto questo ci fosse Nicolas Sarkozy, di cui Tapie negli ultimi anni è stato fervente sostenitore, specie nella campagna presidenziale del 2007, dopo un passato di militante socialista. È da vedere quale sarà il seguito dell’intricatissima vicenda per la quale la Lagarde rischia un avviso di garanzia per peculato per avere «costantemente esercitato i suoi poteri ministeriali per giungere alla soluzione favorevole all’imprenditore», come ha scritto il procuratore generale della Cassaazione. Lei dal canto suo si difende sostenendo che l’arbitrato «era la migliore soluzione» e si è messa a disposizione dei giudici. Comunque sia, Nanard, il nomignolo di Tapie, si è ritrovato di fronte a un ennesimo colpo vincente di roulette del suo destino: questa nuova fortuna gli ha dato la possibilità di ricominciare da capo e di reiventarsi una delle sue tante nuove vite. Del resto, con 403 milioni si può. L’ex presidente dell’unica squadra che finora ha saputo portare in Francia una Coppa dei Campioni, il Marsiglia nel 1993, ha recentemente acquistato, al prezzo di 50 milioni, ben quattro giornali del sud-est francese, gli ultimi del gruppo Hérsault: "La Provence", "Nice-Matin", "Var-Matin" e "Corse-Matin", più "Les Nouvelles Calédonniennes" e "France Antilles", per un totale di circa 3.300 dipendenti. Ci è riuscito prendendo tutti, come sempre, in contropiede e con un metodo ben collaudato nel passato: acquisendo cioè società vicine al fallimento. Il prezzo iniziale dell’affare era stimato in circa 215 milioni. A un certo punto Tapie aveva dichiarato che non era più interessato e aveva apparentemente lasciato perdere. Salvo poi ripresentarsi quando le banche, vista sempre più vicina la possibilità di fallimento del gruppo, hanno deciso che l’offerta di Tapie era meglio del nulla. E così Tapie, 70 anni compiuti il 26 gennaio, ha firmato come sempre con il suo stile irruento un ritorno che fa molto rumore sulla scena pubblica. Questo suo improvviso amore per il giornalismo, infatti, ha lasciato scettici i francesi che da sempre temono o ammirano la poliedricità dell’enfant terrible: Tapie ha sempre considerato i giornalisti nemici-avversari da denigrare o comunque non troppo da amare, come sanno bene quelli di France 3 che si ritrovarono una telecamera gettata in mare perché rei di filmare troppo da vicino il suo yacht. Dedicata a tutti è, invece, una delle sue più celebri frasi: «A che serve comprare un giornale quando si può comprare un giornalista?». Evidentemente ora ha cambiato idea. Sembra anzi che Tapie stia pensando a una sorta di "Carta dei doveri" per i suoi cronisti e che questo non abbia riempito di gioia molti dei nuovi dipendenti, insieme alla paura che si profilino nuovi tagli nei posti di lavoro. E ci si domanda soprattutto a cosa serva il suo coinvolgimento editoriale. Il suo vero obiettivo dovrebbe essere Marsiglia: dopo averla sedotta col pallone, ora Tapie punterebbe alla poltrona di sindaco. E avere la "Provence", il giornale marsigliese che ha una tiratura di 130 mila copie e un enorme potere come tutta la stampa regionale in Francia, è sicuramente un punto di forza. Il resto potrebbe essere venduto, una volta risanate le perdite. Del resto un altro suo motto suona così:«Se non sei molto ricco, è importante che tu voglia diventarlo e non che tu voglia che anche i ricchi diventino poveri». A Marsiglia nel 2014 ci saranno le elezioni municipali. Il sindaco, e vice-presidente dell’Ump, Jean-Claude Guadin, è in carica dal 1995. E sul fronte del successore regna una grande incertezza.La capitale del Sud è da sempre uno dei grandi amori del parigino Tapie che qui, tra i tifosi appassionati dell’Om, ha comunque lasciato rimpianti e ricordi felici fatti di quattro scudetti, campioni scoperti e lanciati nel grande calcio, oltre alla storica Coppa dei Campioni, e nonostante l’accusa di corruzione nei confronti di alcuni giocatori del Valenciennes per una partita di campionato che gli valse una squalifica e la prigione. La costruzione del nuovo impero mediatico di Tapie pare essere solo all’inizio. È in pole position anche per l’acquisto di Sud Radio, una delle emittenti più ascoltate in Francia e che trasmette in sette diverse regioni. Dal suo canto, Tapie smentisce di essere interessato alla poltrona di sindaco: «Se mi presentassi, mia moglie mi lascerebbe. È assolutamente contraria a un mio ritorno in politica e sarebbe un peccato che la perdessi dopo 42 anni di matrimonio». Ma ha spesso abituato ai cambi d’opinione e una porta l’ha comunque lasciata aperta quando ha dichiarato che, se mai si dovesse presentare, cederebbe le azioni dei giornali. Che sono solo uno dei suoi nuovi business resi possibili dalla pioggia di euro munificamente recuperati dallo Stato: assieme al figlio Laurent ha aperto un sito Internet che si propone di dare consigli per aiutare i francesi a recuperare un po’ del potere d’acquisto perduto. Quella della politica è una passione che ha radici lontane. L’incontro fatale risale al 1987 quando conobbe François Mitterrand di cui in seguito sarebbe stato ministro delle Politiche urbane. I socialisti usarono la sua popolarità e la sua immagine per la sfida nel sud della Francia al Front National e memorabili rimasero i suoi violenti duelli televisivi con Jean-Marie Le Pen da cui uscì a testa alta. Personaggio istrionico e contraddittorio, è caduto e si è rialzato più volte, cimentandosi in molte avventure: teatro, tv, cinema, addirittura musica con il primo disco nel 1966 pubblicato col nome "Bernard Tapy". Anche pilota di Formula 3 prima che un incidente e il successivo coma lo convincessero a desistere. Naturalmente la finanza con la scalata del’Adidas poi finita rovinosamente. Ora ha deciso di lasciare Parigi e la rue des Saints-Pères per stabilirsi nel Sud e di ormeggiare il suo mega-yacht di 75 metri, il Reborn, nel porto di Marsiglia. Segno fisico della sua voglia di reinventarsi con un coup de théâtre una nuova vita. Sempre "signé Tapie".