Alberto Mattioli, La Stampa 8/2/2013, 8 febbraio 2013
TUTTA LA FRANCIA CELEBRA IL GIARDINIERE DEL RE SOLE
[Quattro secoli fa nasceva André Le Nôtre e Parigi si inorgoglisce Creò la celebre «corona verde» e Versailles fu il suo capolavoro] –
Per i meno acculturati dei suoi attuali compatrioti, il nome Le Nôtre evoca, per lo più, un ottimo, raffinato e carissimo rosticciere di Parigi. Invece André Le Nôtre, amato da Luigi XIV, ammirato in Francia e imitato nel resto del mondo, fu uno dei protagonisti del «grand siècle», che anzi fu grande anche grazie a lui. Il 12 marzo, quattrocentesimo anniversario della nascita, la Francia in generale e il complesso di Versailles in particolare celebreranno quello che resta il più celebre «giardiniere» della storia.
Versailles è il suo capolavoro, ma non è l’unico. In 87 anni, Le Nôtre ridisegnò la maggior parte dei parchi dei castelli dell’Île-de-France, una corona di verde e di bellezza intorno a Parigi: Saint-Germain-en-Laye, Saint-Cloud, Benainvilliers, Chantilly, Vaux-le-Vicomte, Sceaux, Meudon. Non solo: nella capitale, sistemò anche i giardini delle Tuileries, di cui era responsabile suo padre Jean, «Jardinier ordinaire du Roi», aprendo una prospettiva verso est che sarebbe poi diventata gli ChampsElysées. Il segreto è sempre quello: non limitarsi al campo di cui si è specialisti. Infatti André aveva debuttato frequentando l’atélier del pittore Simon Vouet e quello dell’architetto François Mansart. E aveva studiato agronomia, idraulica e matematica.
In un Paese come la Francia che adora la Storia, purché sia la sua, i festeggiamenti saranno all’altezza del personaggio (giusto per fare confronti e farsi del male, ricordiamo che il Comitato per le celebrazioni di Verdi, il cui bicentenario è adesso, si deve ancora insediare). Soprattutto a Versailles, dove dal 1995 sono già stati spesi 60 milioni di euro per riportare il parco all’aspetto voluto dal Re Sole e dal suo «giardiniere», senza contare i tre che, ogni anno, costa tenerlo in ordine. Le due micidiali tempeste del 1990 e del 1999, abbattendo 11.500 piante, hanno involontariamente dato una mano.
I progetti sono come il luogo: grandiosi. Il più ambizioso è il restauro del bacino e del parterre di Latona che non solo è situato al centro della Grande Prospettiva, fra il Castello e il bacino di Apollo, ma è anche la chiave di tutto il sistema idraulico del parco di Versailles, sorto, bisogna ricordarlo, in una zona talmente sabbiosa da sembrare quasi desertica. I lavori dureranno 16 mesi, saranno condotti con tecniche e materiali rigorosamente antichi e il pubblico potrà seguirli in diretta da un belvedere appositamente costruito. Il costo di questa specie di Grande Fratello del restauro sarà di otto milioni, e tante grazie al mecenate, la fondazione Philanthropia.
In effetti, osserva lo scrittore e accademico di Francia Erik Orsenna, che gli ha anche dedicato una biografia, «Ritratto di un uomo felice», «oggi Le Nôtre avrebbe dei problemi di budget». Però, anche allora, furono soldi ben spesi. Tutta l’Europa si convertì ai giardini «alla francese».
Luigi XIV era talmente fiero dei suoi che nel 1689 scrisse personalmente una guida alla visita. Titolo del Baedeker reale: «Manière de montrer les jardins de Versailles». Più modestamente, i suoi repubblicani successori annunciano per l’anniversario un ricco programma di lavori e mostre (compresa quella dell’italiano Giuseppe Penone, capofila dell’arte povera), animazioni e installazioni, premi e pubblicazioni. E, poiché la storia cambia più velocemente dei popoli che la vivono, si capisce subito perché l’arte di André Le Nôtre continui ad affascinare i cugini. Ordine, misura, ragione, tutto in asse con tutto il resto: per i francesi è un ideale non solo estetico, ma anche intellettuale. Un modo di pensare e di essere: la bellezza come razionalità, e viceversa. Per questo, quattrocento anni dopo, continuano a estasiarsi davanti alle ordinatissime aiuole di monsieur Le Nôtre.