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 2013  febbraio 08 Venerdì calendario

CUTOLO: CESARO ERA IL MIO AUTISTA, MI DEVE TANTO

NAPOLI
— Il passato torna sempre. In campagna elettorale, anche con tempismo. Un’intercettazione choc, rivelata ieri su La7 da Servizio Pubblico, torna a macchiare Luigi Cesaro, il deputato Pdl nonché ex presidente della Provincia di Napoli oggi candidato in Campania e attualmente coinvolto in due indagini della Procura antimafia di Napoli.
La conversazione risalirebbe al 2011, registrata nel carcere di Terni: il superdetenuto in regime di 41 bis, Raffaele Cutolo, ‘o pazzo, il boss dell’allora sanguinaria
Nuova camorra organizzata, si intrattiene nella sala colloqui e, con una nipote, parla di Luigi Cesaro come di un «potente», «uno che mi deve tanto, mi ha fatto da avvocato, anche da autista, figurati». Così suggerisce alla donna di raccomandare proprio al politico di sua vecchia conoscenza un nipote in cerca di lavoro. Beninteso: il dialogo è inedito, ma i rapporti tra Cesaro - più noto nell’iconografica politica nazionale come Giggino ‘a polpetta - e la Nco di Cutolo sono invece molto noti. Cesaro, infatti, arrestato nei primi anni Ottanta per presunti legami con i cutoliani - in particolare per aver fatto il portatore di pizzini tra il luogotenente Pasquale Scotti e la sorella di Cutolo, la Rosetta degli occhi di ghiaccio - viene condannato in primo grado nell’agosto del 1985, poi assolto in Corte di Appello e in Cassazione. Un passato che sembrava sepolto, almeno da lui.
Invece la notizia piomba, in serata, sui massimi vertici campani del Pdl proprio mentre il coordinatore Nitto Palma, il governatore Stefano Caldoro e vari parlamentari stanno chiudendo a Caserta, il feudo “orfano” di Cosentino, un’iniziativa elettorale dove brilla l’assenza dei fedelissimi di Nick. L’impresentabile (depennato) Nicola è chiuso in casa, mentre l’impresentabile (ma candidato) Giggino, che lo stesso Cosentino ormai considera un “traditore”, è colto da amara sorpresa.
Significativa la battuta che lo stesso coordinatore regionale, ed ex Guardasigilli Nitto Palma affida a margine della serata. «In Campania vinceremo lo stesso, certo se ci fosse stato Cosentino avremmo avuto un’affermazione più chiara, e su questo versante avremo un arresto». Ufficialmente, Palma non sa ancora nulla di Cesaro. Anzi, impegnerà il suo intervento dal palco
per sparare a zero sulla capolista Pd al Senato, Rosaria Capacchione, addirittura scomodando «Sciascia e i professionisti dell’antimafia». «Noi abbiamo dolorosamente escluso Cosentino - puntualizza Palma - e loro tengono come capolista al Senato una persona inquisita per calunnia ai danni di un ufficiale di polizia giudiziaria che stava indagando su un suo familiare?». Risponde a distanza la Capacchione: «Niente di nuovo sotto il sole. Questo è il Pdl. Questo è il contesto in cui ebbe origine la carriera di Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia di Napoli». Interviene anche Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione civile: «Il Pdl ha fatto finta di pulire le liste. Hanno tolto Cosentino, ma è rimasto Cesaro».