Leonardo Piccini, Libero 7/2/2013, 7 febbraio 2013
TITOLI TOSSICI E CONTI TRUCCATI LE BANCHE TEDESCHE A RISCHIO CRAC
Il sistema bancario tedesco rischia il collasso. A pesare sono da un lato, la crisi dell’euro e l’accumularsi di squilibri competitivi sempre meno sostenibili in tutta l’area europea; dall’altro, gli scandali giudiziari e i piani di ricapitalizzazione lacrime e sangue, varati dal ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble. E così, lentamente ma inesorabilmente, tutto il sistema bancario tedesco si sta adeguando a una dolorosa ristrutturazione, che prima di tutto va a incidere sull’occupazione: Deutsche Bank (DB), la prima banca privata del Paese, ha annunciato che lascerà a casa entro la fine di febbraio, qualcosa come 1.900 impiegati; Commerzbank, la seconda banca per dimensioni e capitalizzazione, ha annunciato invece, la soppressione di 6.000 posti di lavoro, ossia il 18% dei suoi effettivi. Un brutto colpo, per Commerzbank, che per il 25% è nelle mani del ministero delle Finanze tedesco, ma che continua a perdere di valore: nel 2011, il suo giro di affari era di soli 507 milioni di euro; un’inezia per una banca che soffre nel retail banking, delle forti difficoltà nell’assorbire l’acquisizione di Dressdner Bank, rilevata nel 2008 e che non ha mai garantito le sinergie sperate. A pesare sul destino di Deutsche Bank eCommerzbank, sono la forte riduzione delle capacità operative delle due banche, le inchieste giudiziarie per manipolazione dei tassi Libor e Euribor, e le denunce per riciclaggio e frode fiscale. Accuse che, se provate, potrebbero costare solo a Deutsche Bank, la cifra colossale di 1 miliardo di euro di indennizzi.
A rappresentare la grave crisi in cui si dibatte tutto il sistema bancario tedesco, basterebbero del resto i dati resi noti giovedì 31 gennaio, e riguardanti Deutsche Bank: utile netto di appena 700 milioni di euro nel 2012, a fronte dei 4,3 miliardi del 2011; e perdite secche che nel quarto trimestre si attestano sui 2,2 miliardi di euro: il dato peggiore dal 2008. Ricordiamo che Deutsche Bank, è quella banca che cinque anni fa, ha realizzato profitti da capogiro vendendo derivati agli enti locali italiani, ed è la banca che ha inventato per il Monte dei Paschi di Siena, il veicolo “Santorini” da 1,5 miliardi di euro, scaricando titoli tossici nella pancia dell’istituto toscano. Ma Deutsche Bank,è anche quell’istituto di credito, che ha taroccato i propri bilanci e ha fatto del maquillage contabile per classificare diversamente la sua leva finanziaria: utilizzando principi contabili americani e non europei, appariva poco esposta finanziariamente a differenza di quanto avveniva invece, per le dirette concorrenti italiane o inglesi.
Ma oggi, è tutto il sistema bancario tedesco ad essere in grave difficoltà, tanto che gli istituti di credito sono diventati una sorta di bomba a orologeria: le banche locali, hanno un patrimonio troppo esiguo, quelle grandi sono piene di derivati ad alto potenziale esplosivo (soprattutto Deutsche Bank). La Commerzbank, cerca disperatamente capitali per evitare una completa nazionalizzazione e ci si domanda che cosa potrebbe mai accadere se in Germania scendessero ulteriormente i prezzi degli immobili. Per far fronte alla crisi del sistema bancario, la cancelliera tedesca Angela Merkel è corsa ai ripari, esigendo un piano di salvataggio varato in meno di una settimana dal ministro delle Finanze, e noto con il nome in codice di Strategia 2015+.
Il piano di Wolfgang Schaeuble, prevede la creazione di una “bad bank”, nella quale mettere crediti a rischio e titoli tossici; in cambio, si è imposto il sacrificio di tutti i manager compromessi con le speculazioni sui derivati. E così, alla guida del primo gruppo bancario tedesco, è stato designato lo squalo Anshu Jain, un inglese di origine indiana, cresciuto nel quartier generale londinese dell’investment banking di Deutsche Bank, affiancato da Jurghen Fitschen, un manager espressione dei poteri forti tedeschi. La Merkel, ha così ottenuto la testa di Josef Ackermann, invischiato tra l’altro in una pericolosa inchiesta della Sec americana, che indaga su un buco di oltre 12 miliardi di dollari e di cui sarebbe vittima proprio Deutsche Bank. Il panorama delle banche tedesche è ancor più desolante se si considera che sono già scomparse le grandi banche regionali pubbliche, chiamate Landesbanken: dopo la West-LB di Dusseldorf, è stata smantellata proprio in questi giorni anche la West- LB di Berlino; mentre continuano a chiudere a ritmo impressionante le casse di risparmio e le banche di credito cooperativo: erano 50000 nel 1990, oggi sono meno di 38000. Tutte istituti che pagano un prezzo altissimo per la pesante esposizione al debito greco, e per le forti perdite subite nel settore degli immobili commerciali e in quello del trasporto marittimo.