Fabio Martini, La Stampa 7/2/2013, 7 febbraio 2013
LA CORSA SENZA FRENI DI GRILLO FA SALTARE I CONTI DI TUTTE LE COALIZIONI
Il riepilogo più efficace della cavalcata elettorale fin qui compiuta da Beppe Grillo lo propone un combattente della “vecchia politica” come Antonio Bassolino: «Lui sta usando uno strumento modernissimo e uno antico con eguale abilità: da anni è in contatto con un numero vastissimo di persone attraverso la Rete ed è l’unico che va in piazza, che ha capito come le elezioni abbiano bisogno di un contatto fisico, piccoli paesi e una piazza storica come San Giovanni a Roma...». Una campagna elettorale talmente efficace, quella di Grillo, che in queste ore nelle segrete stanze degli istituti di sondaggio e in quelle dei partiti è in corso un frenetico ricalcolo delle stime previsionali e soprattutto - e questa è la novità - delle proiezioni per i seggi del Senato, la Camera decisiva per gli assetti di governo della prossima legislatura.
Il primo dato, dunque, è un boom elettorale del Cinque Stelle che sarebbe superiore a quello finora rilevato dai sondaggi, un trend che si desume dai dati incrociati tra diversi istituti, su iniziativa di Euromedia Research, da anni dotata di antenne e mezzi finanziari che la rendono affidabile non solo a Berlusconi, che se ne serve. E la sentenza è questa: «Il Cinque Stelle è il movimento che in questi giorni sta crescendo con più velocità di tutti gli altri». Un trend non pienamente certificato dai sondaggi e che è alimentato anche da una certa ritrosia degli elettori a “confessare” il voto pro-Grillo. Una sensazione confermata da uno dei parlamentari più esperti, l’ex dc pugliese Pino Pisicchio, ora con Bruno Tabacci: «Percepisco tra la gente un non-detto che inquieta e mi fa pensare che il risultato di Grillo potrebbe essere superiore a quello finora testato». E infatti il dato più interessante contenuto nelle proiezioni elaborate dagli istituti è esattamente questo: da qui alla conclusione della campagna elettorale il Movimento Cinque Stelle è accreditato di un ulteriore salto, dall’attuale 14-15%, fino a quote attorno al 20%.
E qui scatta il secondo fenomeno di queste ore: l’operazione-ricalcolo seggi del Senato. Disciplina molto complessa perché influenzata da molteplici incognite. La prima: la difficoltà di disporre di sondaggi regionali attendibili e aggiornati. La seconda: l’offerta frastagliata come mai e che in alcune regioni fa entrare in competizione per la conquista dei seggi non i soliti due poli (centrosinistra e centrodestra), ma almeno il doppio. Tutto ciò premesso, se i dati attuali restassero stabili fino allo spoglio elettorale, sia al Pd che al Pdl si calcola che il partito di Bersani potrebbe contare sulla maggioranza dei seggi alla Camera, mentre al Senato sarebbe quasi certamente costretto ad allearsi con l’area Monti per poter raggiungere una solida maggioranza. Ma si tratta di previsioni basate sui dati attuali e cioè sulla previsione di un Cinque Stelle al 14-15% e di un’Area Monti attestata su una quota oscillante tra il 12,4% attribuito da Lorien e il 15% di Ipsos. Se alla fine fosse confermata grosso modo questa percentuale, la Scelta civica di Monti potrebbe contare su 30-40 senatori, la quantità giusta per risultare non solo determinante per la formazione di un governo, ma garantendo anche un margine di sicurezza: sommando i 140-150 senatori attribuibili a Pd-Sel e i 30-40 di Monti-Casini si arriverebbe su quote nettamente superiori a quella necessaria, 158, per la maggioranza a Palazzo Madama.
Ma se l’escalation dei consensi a Grillo e il declino dell’area Monti (quorum dell’8 per cento a rischio in Puglia, persino nel Lazio e in altre regioni) fossero confermati, il ricalcolo in corso nei partiti propone scenari diversi: 40-50 senatori a Grillo, 20-25 all’area Monti. Con scenari parlamentari diversi da quelli finora immaginati. E’ per questo motivo che in queste ore cresce, incoffessata, l’attesa negli altri partiti per la manifestazione di chiusura di Beppe Grillo a piazza San Giovanni, fissata alle ore 18 di venerdì: un successo, rilanciato dalle tv a poche ore di chiusura dalla campagna elettorale, rappresenterebbe uno spot davvero “imparabile”.