Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 06 Mercoledì calendario

PD E MONTI, MAGGIORANZA AL SENATO


Gianfranco Pasquino è arguto analista e commentatore delle faccende politiche. Ha insegnato scienza della politica all’università di Bologna, ora è professore di European studies alla Johns Hopkins University. Ha diretto Il Mulino e la Rivista italiana di scienza politica. È stato senatore dal 1983 al 1992 (Sinistra indipendente) e dal 1994 al 1996 (Progressisti). Terminata la parentesi politica è tornato all’insegnamento e, da politologo, alla pubblicazione di articoli e saggi su giornali e riviste.
Domanda. Proviamo a guardare nella sfera (elettorale) di cristallo ?
Risposta. L’assetto postelettorale è ormai delineato, non ci saranno, in questi ultimi giorni, fuochi d’artificio tali da modificarlo. Il Pd otterrà una sostanziale maggioranza alla Camera, mentre al Senato avrà bisogno del sostegno dei centristi che non mancherà, essendo Mario Monti uomo responsabile che non si presterà al tanto peggio tanto meglio.
D. L’affaire-Montepaschi non inciderà sul risultato elettorale ?
R. Sposterà poche migliaia di voti, per lo più all’interno dello stesso schieramento.
D. Quindi il prossimo governo nascerà da un’alleanza Pd-centristi ?
R. Non sarà un’alleanza di governo, ma un’alleanza di più ampio respiro che potrà riguardare anche le cariche istituzionali, per esempio portando Pierferdinando Casini alla presidenza del Senato e Mario Monti alla presidenza della Repubblica. Quindi più un’alleanza istituzionale che di governo anche se, ovviamente, il presidente del consiglio Pier Luigi Bersani, nei provvedimenti che assumerà il suo governo, dovrà tenere presente che ha bisogno dei voti dei centristi e quindi dovrà, in qualche modo, neutralizzare talune posizioni del suo alleato Nichi Vendola. Mi pare complicato per Bersani riuscire a fare convivere al governo Vendola con Monti, Casini e Fini. Questi ultimi appoggeranno il governo dall’esterno con qualche contropartita sia politica sia di incarichi extragoverno.
D. Nell’organigramma manca il presidente della Camera?
R. Si dice che sarà Dario Franceschini.
D. Nonostante le attuali polemiche lei prefigura quindi Mario Monti alla presidenza della Repubblica?
D. Il governo presieduto da Pier Luigi Bersani soffrirà di una certa debolezza di credibilità europea e quindi avrà bisogno di un presidente della Repubblica con notevoli credenziali in campo europeo. Ormai (e sempre più) la vita di un paese dev’essere intrecciata con quella dell’Europa. La candidatura di Mario Monti risponde a questa esigenza e, se taluni suoi attacchi di questi giorni non creeranno ferite troppo profonde, potrebbe cementare un tandem con Bersani in grado di dare respiro europeo alla politica italiana. Ma in corsa non c’è, ovviamente, solo Monti. In pole position vedo Giuliano Amato che gode di grande considerazione in ambito europeo, più arretrato c’è Romano Prodi, da un po’ di tempo fuori dalle stanze che contano della Ue. Poi potrebbe uscire l’outsider, Franco Marini, molto gradito a un certo mondo cattolico.
D. Quale sarà il ruolo di Berlusconi nella prossima legislatura ?
R. Al di là del risultato elettorale, con qualche punto di percentuale in più o in meno rispetto ai sondaggi, il Cavaliere mi sembra destinato alla sconfitta e, terminato l’entusiasmo della campagna elettorale, ritengo faticherà a fare il capo dell’opposizione e a giocare un ruolo decisivo nella prossima legislatura. Inoltre c’è l’interrogativo sulla tenuta del suo gruppo parlamentare di fronte al presumibile pressing dei centristi. quanti dei suoi uomini resisteranno lontani dal potere ?
D. Poi c’è il fenomeno Grillo_
R. Beppe Grillo avrà una cospicua rappresentanza parlamentare. Il problema sarà innanzi tutto l’inesperienza dei neo-eletti, che si ritroveranno in un ambiente a loro del tutto sconosciuto senza sapere nulla dei meccanismi istituzionali e dei regolamenti parlamentari. Inoltre c’è l’incognita se egli riuscirà a coordinare e guidare un così consistente numero di parlamentari, anche alla luce delle disavventure registrate finora dal suo movimento con gli eletti in vari comuni. Nel prossimo parlamento vi saranno raggruppamenti come quello di Grillo,ma anche di Ingroia piuttosto variegati e con problemi sulla loro tenuta.
D. Anche il Pd, a parte alcune eccezioni, avrà gruppi parlamentari molto rinnovati.
R. Infatti sarà un problema per Bersani. Un tempo il Pci portava in parlamento amministratori di lungo corso, personaggi con esperienza politica maturata in vario modo, selezionava accuratamente la sua rappresentanza. Invece molti di questi annunciati neoparlamentari non possiedono alcuna esperienza politica né amministrativa. Forse si faranno le ossa in corso d’opera, ma intanto sono, per così dire, degli incompetenti. Faccio un esempio. se ho un rubinetto che perde e chiamo un idraulico e questo suona alla porta e mi dice «so che ha dei problemi di rubinetteria, ma non so niente di idraulica», lo caccio via. Mi chiedo come si fa ad andare in parlamento e in campagna elettorale sbandierando come titolo di merito che non si sa niente di politica. Come se la politica non fosse una cosa seria.
D. È il risultato della rottamazione di Matteo Renzi?
R. C’era necessità del rinnovamento e Renzi ha intrapreso una battaglia giusta ottenendo un buon risultato. A questo punto deve però mettersi in gara per vincere la corsa alla segreteria del Pd. Se non lo farà, rischierà di sciupare il suo futuro.
D. Comunque i prossimi parlamentari sono stati scelti dalle segreterie dei partiti, al di là delle primarie.
R.La legge elettorale non è stata riformata perché nessuno tra i leader voleva riformarla, a tutti fa comodo scegliersi i propri parlamentari, anche se non sempre i segretari riescono poi a conservarne la fedeltà. D’altra parte, quando nominarono quale presidente della commissione che doveva realizzare la riforma l’ex-presidente della Camera Luciano Violante, non noto per sue inclinazioni riformatrici, ho subito pensato. non se ne farà nulla.
D. Non abbiamo ancora parlato della Lega.
R. La vedo in difficoltà, Roberto Maroni fatica a fare breccia nello zoccolo duro leghista e non riesce a conquistare nuove frange di elettorato. Se perde la Lombardia sarà una débacle, se vince, la Lega avrà garantita la sua sopravvivenza, ma si tratterà, appunto, di sopravvivenza.
D. Dopo tre legislature nelle fila della sinistra per chi voterà?
R. Vorrei votare Pd, ma in Emilia come faccio quando in testa alla lista per la Camera vedo un uomo dell’apparato, della nomenclatura come Andrea De Maria e la riconferma di Sandra Zampa che ha come merito quello di essere la portavoce di Romano Prodi ?
D. Mario Monti ha fatto bene a scendere nell’agone politico?
R. Il vero problema è che in Italia non è mai nata una destra presentabile come esiste in tutti i Paesi europei. Monti sta cercando di realizzare quella che è una necessità del nostro sistema politico, la presenza di una destra concreta, seria, moralmente inattaccabile, europeista. Proprio il tema europeo, sul quale non a caso lui insiste in modo particolare, è discriminante ed è la questione che lo rende incompatibile, da un lato, con Berlusconi e, dall’altro, con Vendola. Ma questa sarà la destra del futuro. Monti ha lanciato una sfida a medio termine, i risultati, se ci saranno, si vedranno dopodomani.
D. Una destra rinnovata non è in contraddizione con la presenza di politici della prima repubblica come Casini e Fini?
R. Monti ha messo l’Europa al primo posto del suo programma. Casini e Fini sono europeisti convinti. Almeno da questo punto di vista non mi pare un’alleanza contraddittoria.
D. La prossima legislatura arriverà al suo termine fisiologico?
R. La vittoria del Pd e l’apporto di Monti garantiranno lo svolgimento fisiologico della legislatura. A questo bisognerà che contribuisca anche il prossimo presidente della Repubblica se saprà marciare sulla strada innovativa, ma esigente, tracciata da Giorgio Napolitano.