Alessio Odini, ItaliaOggi 2/2/2013, 2 febbraio 2013
TIME, VIA 500 DIPENDENTI
Time Inc. di nuovo a dieta. La divisione di Time Warner dedicata ai periodici, che oltre all’omonimo magazine di attualità pubblica fra gli altri Sports Illustrated, Fortune e People, ha deciso di eliminare 500 degli attuali 8 mila dipendenti, per contrastare il calo della raccolta pubblicitaria e diventare più agile di fronte ai cambiamenti del mercato.
Il ceo Laura Lang ha annunciato il taglio del 6% dei posti di lavoro, sparsi fra uffici amministrativi e redazioni, anche all’estero. Il piano di licenziamenti, il più vasto dal 2008, definito «doloroso ma necessario», perché incide sul monte stipendi, è stato messo a punto con la consulenza di Bain & Co. e servirebbe in prospettiva a creare nuovi investimenti per rilanciare la casa editrice sul digitale.
«Oggi iniziamo il doloroso processo di riduzione del nostro staff globale di 8 mila persone», ha dichiarato Lang in una nota. «Con i significativi cambiamenti in corso nel nostro settore, dobbiamo continuare a trasformare la nostra azienda in qualcosa di più asciutto, agile e multipiattaforma», ha aggiunto la manager insediatasi un anno fa, dopo aver guidato Digitas, agenzia di pubblicità digitale parte del gruppo Publicis. Il piano, insomma, parte dalla necessità di «creare spazio per investimenti cruciali e nuove iniziative».
Nel terzo trimestre, chiuso il 30 settembre 2012, Time ha lasciato sul terreno ricavi sia in termini di abbonamenti, sia di raccolta pubblicitaria. Sui nove mesi, il fatturato è sceso del 6,2% a 2,47 miliardi di dollari (1,8 miliardi di euro), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli utili sono crollati invece del 38% a 262 milioni di dollari (192 milioni di euro).
Il solo Time ha perso nel terzo trimestre il 6% del fatturato, sceso a 838 milioni di dollari (614 milioni di euro). Come la maggior parte delle testate tradizionali, le difficoltà nascono soprattutto dall’impossibilità di sostituire in tempi brevi i ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria cartacea con quelli da digitale. Un ostacolo che da almeno cinque anni è sulla scrivania degli editori, a cui finora si è cercato di ovviare diversificando il business con attività online alternative.
La transizione, in casa Time Inc., non è stata così rapida, anche per le scelte non fortunate nel designare il ceo adatto al cambiamento. Lang, arrivata da Digitas lo scorso gennaio, ha dovuto azzerare il lavoro svolto nei sei mesi precedenti da Jack Griffin, venuto dalla concorrenza (Meredith Corp.) e incapace di adattarsi allo stile Time, plasmato senza interruzioni negli ultimi 30 anni da Ann Moore, storica presidente e amministratore delegato della divisione periodici di Time Warner. Lang, al contrario, è stata fortemente voluta da Jeff Bewkes, il patron del gruppo, con l’esplicito compito di adattare Time al mondo digitale, nonostante la sua scarsa esperienza nel campo dell’editoria tradizionale.