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 2013  febbraio 02 Sabato calendario

L’OBESITÀ UCCIDE PURE LA CARRIERA


I luoghi comuni non sono tutti falsi o, meglio, in ognuno c’è almeno un pizzico di verità. I tedeschi sarebbero i più grassi d’Europa. Il 60% degli uomini e il 40% delle signore sarebbe almeno sovrappeso, e parecchi lasciano salire l’ago della bilancia oltre la zona di pericolo.
E la maggioranza dei maschi se ne infischia, a parte quelli che desiderano fare carriera. I chili superflui sono letali soprattutto per i manager: i ciccioni non giungono ai piani alti.
Basta studiare le foto dei manager delle grandi società: da Piech, patron della Vw, a Jahn, capo della Deutsche Bank, tutti sembrano in piena forma. E, quel che non guasta, sono anche tutti alti e prestanti. Frank Appel, capo della Deutsche Post, sfiora i 2 metri, Dieter Zetsche della Daimler supera il metro e 90, come Michael Diekmann della Allianz, Peter Löscher della Siemens e Martin Blessing della Commerzbank. Questo era già noto: vale la regola dei presidenti americani. Negli ultimi decenni, repubblicani o democratici, erano tutti di alta statura, a parte Jimmy Carter, eletto nel ’77. Un’eccezione come Hartmut Mehdorn, fino a ieri capo di Air Berlin, con il suo metro e 70. Un Mitterrand non avrebbe fatto carriera oltreoceano.
L’università di Tubinga ha condotto una ricerca sottoponendo foto di sconosciuti ai partecipanti e chiedendo a chi avrebbero affidato la direzione di un’azienda. Sono stati sempre scelti gli snelli. Nessuno lo ammette, nei colloqui di assunzione inconsciamente vengono eliminati i candidati troppo opimi. Anche segretarie o semplici impiegati non devono avere taglie extralarge: i chili di troppo sarebbero indice di pigrizia e di scarsa efficienza. Il che naturalmente è un pregiudizio.
«I manager tedeschi diventano sempre più belli», titola la Welt am Sonntag, confermando la ricerca universitaria. I direttori d’azienda, appesantiti da troppi pranzi d’affari, ricorrono discretamente al chirurgo estetico per eliminare il grasso superfluo. Il 20% dei clienti richiede un intervento «snellente». Il 18% chiede un lifting, al terzo posto gli interventi al naso: un profilo aquilino è associato alla capacità di comando, ma, se si esagera, un naso alla Cyrano diventa un handicap. «Si fa più carriera se si ha un bell’aspetto», confessa uno di loro che rimane ovviamente anonimo. Si va in palestra, o si eliminano le rughe superflue approfittando di una vacanza. Le cliniche specializzate in manager adottano tecniche veloci per ridurre al minimo i periodi di assenza. «Dopo l’esperienza e la preparazione, il fattore più importante per la carriera è la bella presenza», conferma Sonja Bischoff, professoressa all’università di Amburgo.
Nel 1986, solo il 6% dei dirigenti dava importanza al bell’aspetto, oggi sono il 32%, rivela Frau Bischoff nel saggio Wer führt in (die) Zukunft?, titolo dal duplice significato, chi ci guida verso il futuro, e chi comanda nel futuro. Chi non ha la statura di un giocatore di basket non ha colpa, come invece chi è sovrappeso. Per i piccoletti si chiude un occhio, per i ciccioni non c’è tolleranza. Il 50% dei manager confessa di stare a dieta o di voler perdere peso quanto prima.
Per i grassoni non c’è che darsi alla politica. Qui valgono altre regole, almeno in Germania. Da noi, gli elettori si immedesimano nel leader preferito, come avviene per Berlusconi. A Berlino, i politici di successo assomigliano ai loro elettori, che ne sono rassicurati: votano per uno di loro. Per Kohl, che ha sfiorato i 160 chili, e sfoggiava calzini corti e sandali come i suoi connazionali in vacanza. La Merkel si tagliava fino a ieri i capelli a casa, e non ha mai voluto competere con una Carla Bruni. E i suoi tre avversari socialdemocratici, lo sfidante Peer Steinbrück, Sigmar Gabriel e Frank-Walter Steinmeier, avrebbero urgente bisogno di una cura dimagrante. Se a settembre perderanno non sarà però per colpa della bilancia.