Angelo Aquaro, la Repubblica 6/2/2013, 6 febbraio 2013
“PLAGI, RICATTI E VIOLENZE LA MIA VITA IN SCIENTOLOGY”
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK
A 7 anni era l’erede al trono, a 16 la ribelle, a 24 la traditrice. E adesso proprio lei, la nipote del capo supremo, scrive: «Scientology è un’organizzazione pericolosa i cui valori l’autorizzano a commettere dei crimini contro l’umanità. Vuole sapere se ho paura? No, ormai non ho più paura: non appartengo più a loro. È vero, ci hanno provato in tutti i modi, io e mio marito siamo fuggiti insieme e siamo stati tormentati, provocati, inseguiti. Ma adesso che cosa possono fare di più?».
Che cosa possono fare, per la verità, Jenna Miscavige Hill lo racconta fin troppo bene: «Lavori forzati, lavaggi del cervello». Più che una confessione, questo “Scientology” è una bomba lunga oltre 400 pagine che la nipote di David Miscavige, il potentissimo successore di L. Ron Hubbard, lo scrittore di fantascienza e fondatore della chiesa, innesca già col sottotitolo: “Io ci sono nata. Ci sono cresciuta. Sono scappata”. Ed è una bomba che negli Stati Uniti esplode, col rimbombo delle smentite, proprio mentre la Chiesa di Tom Cruise e John Travolta utilizza la vetrina del
SuperBowl, lo spettacolo più televisto del mondo, 108 milioni di spettatori, 4 milioni di dollari ogni 30 secondi di pubblicità, per lanciare l’ultimo spot.
Comprensibile che Scientology sbandieri i suoi divi. Ma come spiega che tanti divi siano attratti da Scientology?
«L’artista vive di introspezione quasi per definizione. Ed ecco che arriva questa religione e promette di sviluppare la mente, di potenziare le tue capacità. Per non parlare di tutti quelli pronti a dirti quanto sei bravo».
Faceva i riti di purificazione con Lisa Marie Presley: ma nessuno badava a lei, scrive, perché tutti erano intorno alla figlia di Elvis.
«Il Celebrity Center di Scientology, lì a Los Angeles, è un mondo a parte in un mondo a parte».
Sta dicendo che i divi non sanno cos’è davvero Scientology?
«Nessun divo, lì dentro, potrebbe mai incrociare un fedele in difficoltà, qualcuno in punizione, costretto a un trattamento speciale. Ma questa è l’ignoranza della volontà: ormai lì fuori c’è tanta informazione disponibile. E chi si spende pubblicamente per un’organizzazione non ha il dovere, prima,
di conoscere la verità?».
Dicono che Katie Holmes abbia detto basta a Tom e a Scientology perché non voleva affidare la piccola Suri alla chiesa.
«Che tifo che ho fatto: coraggio, tirati fuori da lì!».
Si è rivista in quella bambina? Sua madre e suo padre Ron, fratello di David, che non ha figli, la
fanno entrare a 7 anni nei Sea Org, l’elite dei sacerdoti dove già militavano loro. Finché, adolescente, lei “apre gli occhi” grazie a un ragazzo italiano.
«Ero cresciuta pensando fosse normale vivere lontana dai genitori. Mia madre sempre in missione, mio padre pure. E invece gli italiani, così attaccati alla famiglia. Martino diceva: io qui morirei senza mia madre».
L’ha più rivisto?
«L’ultima volta avevo 16 anni. È stato lui a insegnarmi a farmi tante domande, poi ci hanno separati. Spero non sia diventato un robot come tutti gli altri».
È stato suo nonno, educazione cattolicissima, ad avvicinare la famiglia alle teorie di Ron Hubbard. Era la fine degli Anni ‘50.
«Sarà stata l’immagine liberatoria, una religione senza Dio: in Scientology, in pratica, ciascuno è dio di se stesso. Per il nonno, all’inizio, era un metodo di autoaiuto:
self-improvement.
Infatti. Dicono che ti insegnano a prendere il controllo della tua vita: ma alla fine sono loro a prendere il
controllo della tua».
Si chiama proprio
The Master,
il Padrone, il film di Paul Thomas Anderson ispirato a Ron Hubbard. L’ha visto?
«E m’è pure piaciuto. Dipinge
bene la realtà dei primi anni. Certo molto è cambiato, l’organizzazione è diventata più complicata».
C’è chi pensa che suo zio, David Miscagive, abbia tradito l’eredità
di Hubbard.
«Ma no, questo no. C’era già tutto: il metodo, il trattamento, le punizioni. È Scientology in sé che non funziona».
Però è lei a scrivere che Miscavige è arrivato al potere e l’ha conservato con metodi, diciamo così, poco ortodossi. Scientology potrà sopravvivere senza il suo pugno di ferro?
«La gente comincia a discutere, saltano fuori le verità. Comunque non potrà restare un’organizzazione così potente».
Sono dovuti passare 5 anni dalla sua fuga per realizzare questo libro. E adesso?
«Guardo mio figlio Archie che sabato fa 4 anni, la mia Winnie che ha appena 11 mesi. Io avevo 7 anni quando tutto è cominciato, Scientology si è presa la mia vita. Basta: adesso voglio guardare avanti».
E in che cosa crede, adesso, l’ex bambina che sognava il trono?
«Solo in quello che vedono i suoi occhi».