Rolling Stone 30/1/2013, 30 gennaio 2013
I VOSTRI DISCORSI RIBELLI PREFERITI
Dallo scorso mese "Rolling Storie" ha inaugurato una nuova rubrica che raccoglie i brani, gli stralci e i testi di ribellione (italiani, ma da questo mese allarghiamo (’orizzonte all’estero) scelti da voi lettori. L’idea parte dallo spettacolo teatrale "People Speak" messo in scena dal Premio Oscar Colin Firth.Che ci ha scritto: Lo spettacolo nasce negli Stati Uniti. In particolare, grazie a un uomo, Howard Zinn, che disse: «Non mi interessano le voci delle persone che vivono alla Casa Bianca, voglio ascoltare le voci di chi protesta davanti alla Casa Bianca». (...) Michele Lupi, direttore di questa rivista, saputo che avevo intenzione di portare questa mia idea in tour in Italia, mi ha proposto di collaborare allo spettacolo chiedendo il contributo dei lettori di Rolling Stone. (...) Sono curioso di leggere le vostre proposte ed, eventualmente, prenderne alcune da inserire nello spettacolo che nel corso del 2013 porteremo anche in Italia. Continuate quindi a mandarci i vostri contributi all’indirizzo rebelyell@rollingstonemagazine.it. Grazie a tutti, Colin Firth
LO STATO SOCIALE –
Estratto da "Abbiamo vinto la guerra" ...
Ma tu balla leggera su questo prato di carta, mia venere scalza per tè l’inchiostro è in offerta e i tuoi piedi veloci hanno scritto centinaia di romanzi già / Balla che chiunque un giorno ballerà, guardando sotto i piedi leggerà il tuo nome / LIBERTÀ CONSIGLIATO DA: Edoardo Gagnolati
ROBERTO BENIGNI –
Estratto dal programma televisivo "La più bella del mondo", trasmesso il 17 dicembre 2012
Il nostro articolo 3, della nostra Costituzione, ce l’hanno copiato in tutto il mondo, scopiazzato, andate a leggere, io le ho lette... Scopiazzato, fatto un po’ peggio per non farsi riconoscere. [...] Sentite le parole, sentite, sembra una poesia, sentite la bellezza; rispetto a quello che c’era prima, i nostri babbi, nonni, padri: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’ organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Una cosa impressionante di bellezza, allora prima dice che c’è ancora la solidarietà (si riferisce ali’articolo precedente), ma qui si parla dell’uguaglianza, tutti i cittadini. Quando hanno scritto questo, secondo me, ragazzi, si sono fatti una canna tutti i nostri costituenti. Questo non l’hanno scritto a Montecitorio, l’hanno scritto a Woodstock. Questo, ragazzi, è Imagine di John Lennon 60 anni prima. (Applauso) Ma voi, ragazzi, ma questo è: "Imagine all the people sharing all the world you may say l’m dreamer". Questo è senza confini, sesso, razza, proprio fricchettoni, figli dei fiori. Tutti, quel giorno, me li immagino lì a Montecitorio a passarsi proprio un cannone di prima categoria. (...) Yoko Ono deve dare i diritti a Palmiro, Alcide De Gasperi. Oh, musica di John Lennon, parole di Alcide, Palmiro, Amintore. Dovrebbero scrivere così in Imagine di John Lennon. (Applauso) E lo stesso testo, è lo stesso testo. Qui c’è Jim Morrison, Jimi Hendrix, è tutto qua dentro!
CONSIGLIATO DA: basketl997
GIORGIO GABER –
Estratto da "Io come persona" In un tempo di rassegnata decadenza serpeggia la paura nascosta dall’indifferenza. In un tempo così caotico e corrotto in cui da un giorno all’altro ci può succedere di tutto. In un tempo esasperato e incongruente con tanta, tanta informazione che alla fine uno non sa niente. / In un tempo tremendo in ogni parte del mondo. / In un tempo dove il mito occidentale nel momento in cui stravince è nella crisi più totale. In un tempo che è forse peggio di una guerra dove gli ordigni nucleari pian piano invadono la terra. In un tempo dove milioni di persone si massacrano tra loro e non sappiamo la ragione. / Io come persona io come persona io come persona, completamente fuori dalla scena io come donna o uomo che non avverte più nessun richiamo io che non capisco e che non riesco a valutare e a credere io che osservo il tutto con il sospetto di non sceglier mai, di non sceglier mai, di non sceglier mai... / In un tempo sempre più ostile allo straniero tutti i popoli del mondo stanno premendo sull’Impero. In un tempo indaffarato e inconcludente si alza minaccioso il sole rosso dell’oriente. In un tempo senza ideali ne utopia dove l’unica salvezza è un’onorevole follia. / In un tempo tremendo in ogni parte del mondo. / In un tempo dove tutto ti sovrasta e qualsiasi decisione passa sopra la tua testa. In un tempo dove il nostro contributo la nostra vera colpa è solamente un voto. In un tempo che non ti lascia via d’uscita dove il destino o qualcuno " ha nelle mani la tua vita... / Io come persona, io come persona; coi miei sentimenti coi miei traguardi quasi mai raggiunti io con la mia fede che si disperde in infinite strade io, stordito e spento, con lo sgomento di dover assistere io, confuso e vuoto, e rassegnato a non schierarmi mai a non schierarmi mai, a non schierarmi mai...
CONSIGLIATO DA: Juliette Mai
BERTRAND RUSSELL –
(1872 -1970)
Non smettete mai di protestare. Non smettete mai di dissentire, di porvi domande in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.
CONSIGLIATO DA: Irene Shala
ALDO MORO –
Lettera scritta nel marzo ’78, recapitata il 5 maggio ’78
Mia dolcissima Neretta, dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Esso va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare. E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e tate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a tè e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con tè e tienimi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca), Anna, Mario il piccolo non nato, Agnese, Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto. Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta. Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo..." (lettera incompiuta)
CONSIGLIATO DA: Matteo Mannelli
MARK RENTON –
Monologo dal film "Trainspotting", tratto dal libro omonimo di Irving Welsh, edito da Guanda
Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta: scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da tè e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina, scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz, mentre vi ingozzate con schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l’eroina?
CONSIGLIATO DA: Deborah Latorre
PIERO CALAMANDREI –
Estratto dal discorso tenuto all’assemblea Costituente il 4 marzo 1947
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione.
CONSIGLIATO DA: Daniele Leuzzi
GIORGIO CANALI –
Testo di "Orfani dei cieli"
Eccoci qui, a faccia in su, atei, orfani dei cieli a seguire il galoppo di nuvole a forma di buffi animali a strappare petali ai fiori trattenendo il fiato fingendo di non sapere che è già tutto finito a guardare i buffi animali che divorano il sole in una prova generale di diluvio universale come se avessimo bisogno di un’altra canzone di merda con la pioggia dentro come se avessimo bisogno di un altro muro per sbatterci contro come se non avessimo altri modi più letali per farci male di innamorarci delle ragazze che dietro un banco di un bar ci danno da bere / Come se fosse la prima volta che ci si innamora come se avessimo bisogno di imparare ancora, ancora, ancora... / E urlare dentro per non disturbare per decenza o per farsi dimenticare.. Poi nella nebbia seguire il battito di un altro cuore ma che noia tenere un ritmo così lineare Come se avessimo bisogno di nebbia per perderci tra i pensieri come se avessimo bisogno di un altro paio di bicchieri come se ci fosse ancora qualcosa che ci rende degni di rispetto come se ci servisse un motivo in più per sentire crescere questa irrefrenabile voglia di spaccare tutto / Come se fosse la prima volta che ci si innamora come se avessimo bisogno di imparare ancora, ancora, ancora...
CONSIGLIATO DA: Marco Simeoni