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 2013  febbraio 07 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA CAMPAGNA ELETTORALE


ROMA - "Il mio polo è il mio polo e che nessuno lo tocchi. A partire da lì sono pronto a discutere". Così Pier Luigi Bersani replica a Mario Monti, che gli chiede di fare una scelta all’interno della sua coalizione per un’alleanza di governo.
Dopo le reciproche aperture fra il segretario Pd e il Professore tornano a volare scintille e continua il ping-pong sul dopovoto. In mattinata il leader democratico si è nuovamente detto disponibile a discutere con il premier dopo le elezioni, parole cui sono seguite quelle di Vendola: "Centrosinistra e Monti sono inconciliabili. La nostra coalizione ha il diritto di vincere senza la tutela di un conservatore". Da parte sua, il capo di Scelta civica alza il tiro: "Se davvero Bersani vuole collaborare, faccia chiarezza nel suo polo", dice. Poi, la replica del leader del centrosinistra: "Vendola non si tocca, giù le mani dalla mia coalizione". Una posizione ferma, ribadita anche da Anna Finocchiaro: "’C’è qualcuno che ogni giorno vuole mettere in discussione la nostra alleanza con Sel e con Vendola - dice l’esponente Pd - . Io ricordo a tutti che con Nichi abbiamo sottoscritto una carta d’intenti. Noi siamo alleati sinceri di Sel".
Parlando a Radio Anch’io questa mattina, il segretario del Pd ha rinnovato la sua disponibilità a parlare con Monti dopo le elezioni, "vedremo se per fare le riforme o il governo". Non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa: le critiche al professore,
dice, "le mantengo tutte, alcune posizioni e la frase sul 1921 me le ricordo e non mi sono piaciute, mi è sembrata un po’ una frase da Berlusconi con il loden". Una battuta, si affretta a chiarire, "ma per dire che alcune cose non mi piacciono". "Detto questo - ha proseguito - sono pronto a discutere con chi si ritiene alternativo a Berlusconi e alla Lega, ho sempre detto che mi comporterò come se avessi il 49% anche se avrò il 51%".
Bersani conferma l’alleanza con Sel e dice di non vedere ostacoli da parte di Vendola ad un confronto con i centristi dopo il voto. "Basta leggere la carta d’intenti del centrosinistra: a contrasto di posizioni populiste abbiamo un’apertura a forze europeiste e costituzionali. Poi certo la convergenza si fa alla prova dei programmi", afferma.
Ma da Vendola arriva uno stop: "Spero che Bersani non si voglia assumere la responsabilità di rompere l’alleanza del centrosinistra", dice il leader di Sel a margine di un convegno al Piccolo Eliseo. "I programmi del centrosinistra e di Monti sono inconciliabili", continua. E conclude: "Ci sono tanti alleati, dalla Cgil a
chi lotta contro la precarietà del lavoro, tranne uno: Monti". Secondo Vendola non c’è alcun accordo Bersani-Monti, ma solo la possibilità e il dovere di interloquire sulla riforma dello Stato". Un concetto ribadito anche alla trasmissione Un giorno da pecora su Radio2: "Il centrosinistra - ha chiarito il leader di Sel - ha il diritto di vincere senza essere messo sotto la tutela di un liberista e di un conservatore come il professor Monti. Ci potrà essere una collaborazione con Monti solo sul piano delle riforme istituzionali, ma lo Statuto dei lavoratori non si tocca". E infine: "Io sono il garante della stabilità della nostra coalizione".
Antonio Ingroia, dall’estrema sinistra, parla di "accordo tra Bersani e Monti che sarebbe la sciagura più grossa che si potesse annunciare".
Se Dario Franceschini cerca di calmare le acque con un tweet in cui scrive: "Orgogliosi di essere alleati con Nichi Vendola, una sinistra di governo e non di protesta. Ogni scelta dopo le elezioni la faremo insieme", la replica di Mario Monti non si fa attendere: "Immagino che se Bersani è interessato, come ha dichiarato, a una collaborazione con le forze che rappresento dovrà fare delle scelte all’interno del suo polo". E successivamente il Professore risponde a a Oscar Giannino secondo il quale Scelta Civica è "una corrente del Pd". "Interessante questa valutazione - spiega il premier - ma non esiste alcun accordo, né alcuna conversazione in vista di accordi con nessun’altra forza politica". "Queste cose - precisa - saranno per il dopo elezioni".
Sul fronte del duello con Berlusconi, questa mattina a Radio Anch’io Bersani aveva tagliato corto: il sorpasso evocato dal Cavaliere?: "Lo vedo col binocolo". "Non sento il fiato sul collo di Berlusconi, sento che sta richiamando i suoi. Non l’ho mai sottovalutato, ho sempre saputo che c’era anche la destra", ribadisce. "Con l’orecchio a terra sento un sacco di problemi che mi preoccupano, non cosa succederà alla Camera o al Senato - ha aggiunto -, io sento i problemi veri".
Più tardi, perde la pazienza anche parlando di Monti: "Coi problemi che abbiamo, arrivo qui e mi chiedono quanti metri di distanza ho con Monti? Non se ne può più", sbotta, intervenendo nel corso di un incontro sulla sanità all’ospedale Forlanini di Roma.
Berlusconi restituisca quote latte, condono e Alitalia. Bersani boccia senza mezzi termini la "proposta shock" di Silvio Berlusconi sul condono. "Mai più", dice, "è una vergogna che mi si parli di condono tombale, io sono totalmente contrario al berlusconismo". Piuttosto al Cavaliere propone tre restituzioni, "che valgono ciascuna quattro miliardi cioè tre Imu": i soldi del condono fiscale del 2002; quelli delle quote latte e quelli Alitalia".
In vista del vertice Ue sul bilancio, a Monti chiede di "resistere" di fronte alla richieste europee sul taglio ai fondi per la crescita e il lavoro e a non accettare che vengano tagliati i fondi anche per la "ricerca e settori come quello agricolo".
Unioni civili per coppie omosessuali. E dopo i primi sì di Londra e Parigi alla legge per i matrimoni gay, ribadisce l’impegno sulle unioni civili per le coppie omosessuali: "si faranno", dice, "sul modello della legge tedesca".
Quanto al patto di desistenza con Ingroia, rivelato dal magistrato di Rivoluzione civile, lo smentisce senza mezzi termini. "Sono allibito. Non ho mai fatto proposte di questo genere. Su questo punto sono occorse un sacco di chiacchiere", dice il leader del Pd. "Ho sempre detto in pubblico e in privato - ribadisce il leader democratico - che tutti i voti sono utili, qualcuno per protestare o per esprimere attaccamento a un’idea, ma per battere Berlusconi c’è un solo voto utile".
Ma Antonio Di Pietro attacca: la desistenza a Ingroia Bersani "l’ha proposta eccome", dice il leader dell’Idv, "anche attraverso proposte tipiche da voto di scambio". "Proposte - ha aggiunto Di Pietro - che abbiamo dovuto rispedire al mittente, come quella di qualche candidato al Senato a noi ipergradito. Ci sono documenti scritti".
Monti: collaboriamo solo con chi vuole riforme. Il "sorpasso" di Berlusconi non sembra preoccupare troppo neppure Mario Monti. "Non ho seguito recentemente le misurazioni di velocità di questi convogli", dice il premier uscente da Padova, "sono più impegnato a farne andare uno di convoglio, il più giovane, quanto più rapidamente possibile".
Monti non si sbilancia su un suo eventuale ruolo di ministro in un governo targato Bersani o Berlusconi. "Da qui ad allora - ha risposto il premier ai giornalisti - c’è ancora un secolo. Quindi sono temi prematuri".
Torna, però, a sottolineare che per risolvere "le emergenze dell’Italia" serve "una coalizione larga di tutti coloro che hanno la seria volontà di fare le riforme". "Questo - ha aggiunto il premier - soprattutto nell’interesse dei giovani, degli italiani di domani. E’ questo il criterio al quale ci ispireremo". Il professore ribadisce: "Saremo pronti a collaborare con tutti, ma solo con quelli che sono disposti a fare veramente le riforme. Questa sarà la nostra cartina al tornasole".
MERKEL - REPUBBLICA.IT
BERLINO - La Germania vuole pagare di più all’Europa, ha deciso di aumentare il suo contributo al bilancio dell’Unione. Lo ha fatto annunciare oggi la cancelliera federale Angela Merkel, guarda caso pochi giorni dopo i suoi consulti a Berlino con il presidente del Consiglio Mario Monti e con il leader del Pd Pierliugi Bersani, e nelle stesse ore in cui volava a Parigi per un vertice informale con il presidente francese, François Hollande. Nel difficile anno elettorale italiano e tedesco, e nel mezzo della tempesta della crisi dell’eurozona, dunque, l’establishment del centrodestra illuminato della ’donna più potente del mondò sembra voler dare segnali di concessioni all’esecutivo di sinistra francese e alle forze politiche italiane più europeiste e decise a continuare riforme, tagli e sacrifici in nome della salvezza dell’euro e dell’Unione.
"Il contributo della Germania al bilancio europeo aumenterà, e questo è anche opportuno per ragioni di solidarietà", ha detto poco fa un’alta fonte governativa a Berlino. La soluzione, ha aggiunto la stessa fonte con un occhio soprattutto alla linea dura di Londra, "sarà nella disponibilità di ciascuno a raggiungere a un compromesso".
La disponbiilità a un aumento del contributo tedesco alle casse europee appare un segnale importante, dopo gli incontri con Monti e Bersani e nel giorno del vertice con il grande alleato d’oltre Reno. La Berlino ’merkelianà appare decisa in tal modo ad aiutare nei paesi-chiave dell’eurozona. La linea tedesca del rigore infatti affronta le decise insistenze di Monti e di Hollande (e dello stesso Bersani) a favore di un maggiore impegno europeo per la crescita. Al summit di lavoro dei giorni scorsi, Monti ha detto alla Cancelliera che l’Italia, in proporzione al suo prodotto interno lordo, è il paese che contribuisce di più al bilancio Ue e vuole chiedere condizioni migliori. Al tempo stesso la Francia chiede sia garanzie per la sua politica agricola, sia una politica di possibili svalutazioni competitive dell’euro a fronte di dollaro, sterlina, yuan e yen per aiutare l’export e la ripresa. A quest’ultima proposta Berlino ha risposto con un parere contrario: "Non ci sembra la via giusta", dicono fonti vicine ad "Angie". L’imminente vertice dei capi dell’esecutivo Ue si annuncia dunque teso e combattuto, e insieme determinante anche per la politica interna di ogni paese, specie dei paesi membri dell’eurozona.
(06 febbraio 2013)