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 2013  febbraio 06 Mercoledì calendario

IL PD HA SOSTENUTO IL PREMIER PIÙ DI UDC E FLI

Pd fedelissimo a Monti. Così è stato in questo ultimo anno di governo: nei voti finali, i democratici hanno garantito all’esecutivo del Professore un sostegno che è andato oltre l’80%, ben più non solo dell’altra gamba della strana maggioranza, il Pdl, ma anche di Udc e Fli, che pure oggi viaggiano alleati all’ex commissario europeo verso le elezioni. Se quattro deputati di Bersani hanno appoggiato Monti nel 100% dei voti finali (Fogliardi, Froner, Iannuzzi e Marchi), e una decina di senatori esibiscono percentuali intorno al 98,80%, i centristi hanno invece sostenuto Monti complessivamente per il 77% alla Camera e il 70 al Senato, e Fli per il 75% a Palazzo Madama ma «appena» il 60 a Montecitorio. E chi sono i deputati che hanno sostenuto meno il governo Monti? Nell’ordine, Ghedini (che non gli ha mai dato un voto) Berlusconi e Bossi.

E’ quello che si scopre leggendo il rapporto «Camere aperte 2013» realizzato dall’associazione Openpolis, che monitora e analizza l’attività di deputati e senatori. Palese, dai dati elaborati, la preponderanza del governo nell’attività legislativa: sono nate da sua iniziativa 297 delle 387 approvate nella legislatura che si sta chiudendo. Al potere legislativo, cioè il Parlamento, solo le 90 restanti: le due Camere ne avevano presentate 8590, 1% di successo. Non parliamo poi degli altri soggetti che, per Costituzione, hanno diritto a presentare proposte di legge, Regioni, cittadini e Cnel: manco una di quelle avanzate da loro è arrivata ad essere legge dello Stato.

E le leggi proposte dall’esecutivo marciano pure più svelte: una media di 136 giorni contro la bellezza di 603, più di un anno e mezzo, per quelle di iniziativa parlamentare. Ma ci sono state oscillazioni notevoli, nell’iter delle leggi: si va dagli appena sette giorni sufficienti per licenziare la legge salva liste delle Regionali 2010 agli infiniti 1456 giorni necessari per la Convenzione internazionale anticorruzione. Ancora, in questa legislatura caratterizzata anche dal dato dei transfughi (121 deputati e 58 senatori), nel passaggio da un governo all’altro è peggiorata l’attenzione a interpellanze e interrogazioni: se l’esecutivo Berlusconi diede risposta al 39,33%, con quello di Monti si scende ad appena il 29,33%.