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 2013  febbraio 06 Mercoledì calendario

NIENTE GURU E 2MILA VOLONTARI “VIRALI” LA CAMPAGNA ALLA BLAIR DEL CAVALIERE

ROMA
— «I temi li detto io, stiamo facendo una campagna alla Tony Blair. Noi lanciamo e loro ci inseguono ». Gongolava ieri sera Silvio Berlusconi prima di entrare negli studi di Ballarò, per un’altra tappa del tour nelle fosse dei leoni che si concluderà venerdì dalla Annunziata. Altro giro al quale si è preparato per tutto il giorno a Palazzo Grazioli. «La differenza col mio amico Tony — si vanta — è che lui ha vinto tre volte, io sto per fare il quarto colpaccio».
Dopo le due proposte shock, il Cavaliere si prepara a sganciare un paio di altre bombe negli ultimi 14 giorni. Ma la fabbrica del suo «esplosivo» è assai artigianale. Niente guru americano in stile Monti. Al più, un “Casaleggio” in salsa forzista riconducibile a quel rullo compressore sul web che è Antonio Palmieri, dal quale dipendono i duemila volontari “virali” che stanno martellando su Twitter e Facebook rilanciando tutto quel che produce il motore Forzasilvio.it, sito al quale sono iscritti in 250 mila. «È lì che sondiamo — racconta Palmieri — che raccogliamo suggerimenti, che lanciamo proposte e valutiamo le reazioni». Il modello, spiegano a Grazioli, in questo caso è la campagna di Obama. La macchina elabora sul web per poi rilanciare al grande pubblico. Coi volontari che sui social «funzionano come duemila gazebo virtuali aperti giorno e notte» spiega il responsabile Pdl. «Ma lavoriamo più su Facebook, che è assai più popolare, piuttosto che su Twitter, più elitario». Troppo poco tempo per far breccia coi manifesti 3x6, questa volta.
Sì ma chi detta i contenuti sparati poi dal Cavaliere, chi lavora alle proposte shock? Giuliano Ferrara non viene visto a Palazzo Grazioli da settimane, raccontano. Non è un caso se sull’editoriale del Foglio di ieri si leggeva che «una campagna che finisca per girare attorno alle promesse irrealistiche di Berlusconi (...) non può fare altro che creare allarme». Scettico, a dir poco. Nelle 48 ore che hanno preceduto l’exploit di domenica da Milano sull’Imu, del resto, hanno lavorato altri fianco a fianco col leader: Luigi Casero, Renato Brunetta, Daniele Capezzone. Sulle proposte economiche è di loro che si fida l’ex premier. Chiamarli spin doctor è troppo e al contempo poco. Lui ascolta, valuta, ma poi decide. Da solo. Sempre di testa sua. «Il guru è lui stesso, caso unico di autoguru » sintetizza Capezzone, capolista in Piemonte. Ma un ruolo da protagonista come ai vecchi tempi lo ha ancora Paolo Bonaiuti. Sua l’idea di affrontare gli studi televisivi più «ostili», da Santoro a Floris all’Annunziata, nonostante le opinioni contrarie dei vertici
del Pdl. «Lo spin doctor con Berlusconi non esiste e i guru nascono solo dalla fantasia provinciale italiana — dice il portavoce — Comunicare vuol dire occupare spazi e la vera novità della nostra campagna è stata andare a farlo anche negli spazi mai frequentati, nei contesti più difficili, con competitor di alto livello. Pubblico e elettori hanno apprezzato: è il motivo per cui siamo passati in un mese e mezzo dal 12 al 23 per cento». Solo oggi Alessandra Ghisleri, altra ascoltatissima consigliera, fornirà l’atteso sondaggio post-shock, ma il primo dato che trapela è che, nelle 36 ore successive, la botta sull’Imu avrebbe «penetrato», ovvero raggiunto, il 40 per cento degli elettori.
Per il resto, il capo dice di ispirarsi a Blair ma rilascia interviste al free press Pocket, ordina una campagna alla Obama e parla da Toscana tv. Tanta tv e radio, soprattutto al mattino, «perché poi viene ribattuto dai siti e resta in circolo per tutto il giorno», secondo la ricetta Bonaiuti. Uno dei risultati sta nella ricerca WebPolitics secondo cui Berlusconi è il politico più citato online a gennaio (42,8 per cento). Tutto, è il vero paradosso berlusconiano, questa volta a costo zero. O quasi.